Cloud Atlas

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  1. Crispilla
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    IL LIBRO



    Titolo: L'atlante delle nuvole (anche "Cloud Atlas - L'atlante delle nuvole")
    Autore: David Mitchell
    Genere: romanzo
    Anno: 2004
    Nazione: UK
    Edito da: Frassinelli
    Trama: Un notaio di metà Ottocento che riluttantemente si trova a solcare l'Oceano Pacifico; un compositore diseredato che compone sonate e lettere d'amore per il suo amante nel Belgio, negli anni Trenta; un giornalista di successo della California reaganiana; un editore britannico impegnato a sfuggire ai creditori nascondendosi in una casa di riposo; un androide programmato per servire ai tavoli di un bar che racconta la sua storia da una cella del braccio della morte; e, a chiudere il cerchio, un giovane proveniente da un arcipelago del Pacifico che si trova a osservare la repentina scomparsa della scienza e della civiltà, nel giro di una sola notte. Sei parti, sei narratori per il romanzo di questo giovane scrittore britannico, finalista del Booker Prize.

    Libro sottoposto a Lettura collettiva a Dicembre 2012.

    IL FILM
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    Titolo: Cloud Atlas
    Regia: Andy Wachowski, Lana Wachowski, Tom Tykwer
    Genere: fantascienza, drammatico
    Anno: 2012
    Nazione: USA/GERMANIA
    Cast:
    Tom Hanks: Dr. Henry Goose, Isaac Sachs, Dermot Hoggins, Zachry Bailey
    Hugh Grant: Alberto Grimaldi, Custode Rhee, Lyons
    Halle Berry: Jocasta Ayrs, Luisa Rey, Meronima
    Jim Broadbent: Vyvyan Ayrs, Timothy Cavendish
    Hugo Weaving: Giles Horrox, Bill Smoke, Infermiera Noakes, Vecchio Georgie
    Jim Sturgess: Adam Ewing, Hae-Joo Im, Adam Bailey
    James D'Arcy: Rufus Sixsmith
    Ben Whishaw: Robert Frobisher
    Susan Sarandon: Ursula
    Keith David: Kupaka, Joe Napier, Ankor Apis
    David Gyasi: Autua
    Zhou Xun: Yoona-939
    Bae Doona: Somni-451

    Uscita italiana: 13 Gennaio 2013

    Tratto da ibs.it e wikipedia
     
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  2. Crispilla
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    Un film che non mi attira molto, forse perchè il romanzo mi ha lasciato perplessa...
    Non sono riuscita ad esprimere un voto su anobii, perchè mi risulta difficile giudicarlo come libro singolo e non come insieme di sottotrame tutte differenti. Ho il sospetto che Mitchell abbia fatto un po' troppo affidamento sulla struttura a matrioska per costruire questo lavoro, che è quasi come un elastico, o un boomerang, se vogliamo: quanto posso tendere l'elastico, allontanandomi dalla prima storia prima di tornare al punto di partenza? Quanto in alto posso far salire il boomerang avendo comunque la certezza che torni indietro?
    Ecco, per me quando ti ritrovi a pensare ai meccanismi utilizzati dallo scrittore e non alla storia in sé 'è un problema di fondo; forse l'aggettivo che meglio descrive "L'atlante delle nuvole" è proprio macchinoso.
    La scelta di utilizzare per ogni storia un genere letterario e una tecnica narrativa diverse ha il sapore di una macchinazione ben studiata a tavolino, e, difetto non di poco conto, allontana il lettore dalla comprensione del vero stile dell'autore. 500 pagine e non ho capito come scrive Mitchell...
    C'è il diario/romanzo storico, la lettera, il romanzo/thriller, l'autobiografia, l'intervista e il romanzo distopico post-apocalittico. Mi sembra di vedere Mitchell che si sbraccia, gongolando: "Ehi, guardatemi, so fare tutto!"
    Analizzando le storie singolarmente, saltano fuori i pregi del lavoro: "La tremenda ordalia di Timothy Cavendish" è di gran lunga il mio segmento preferito, forse perchè è l'unica storia veramente verosimile, pur contenendo evidenti elementi surreali, nella quale i riferimenti alle varie reincarnazioni sono meno espliciti ed opprimenti. Il romanzo di Luisa Rey è orrendo, il diario di Ewing noiosissimo, ma probabilmente la sottotrama che sembra non aver nulla a che vedere con tutto il resto è "Lettere da Zedelghem", nella quale non ritrovo le tematiche portanti del libro (che sono invece presenti, a volte prepotentemente, negli altri testi) e che sembra scritta soltanto per dare a Luisa Rey qualcosa da leggere e da ascoltare durante le sue indagini.
    I due segmenti distopici hanno del potenziale, ma entrambi finiscono purtroppo per non condurre da nessuna parte, a causa di non-finali davvero destabilizzanti.
    Ultime risposte dell'intervista a Sonmi: era tutta una messinscena del governo.
    Brava! Non potevi dirlo subito?? -____-"

    Parlando invece del romanzo nel suo complesso, penso che abbinare il tema della reincarnazione a quello della lotta sociale non sia una scelta felice, e spiego anche perchè: secondo me, il libro avrebbe comunicato un mesaggio di gran lunga più forte se le storie fossero rimaste tali, ma senza presentare continui riferimenti alla reincarnazione del protagonista dell'episodio precedente. Ogni volta che un personaggio parlava della sua voglia a forma di cometa mi veniva il mal di mare... trovo che abbia poco senso imbastire una storia ciclica che parte dal 1800 e termina in un lontano futuro post apocalittico, esaltando il potere del singolo, della ribellione, della lotta di classe, dell'opposizione ad un regime o ad un'autorità, ad una tirannia, facendo poi crollare di colpo il fattore immedesimazione e universalità del messaggio creando una sorta di "casta" di eletti deputati ad insorgere in ogni epoca. Perchè solo il reincarnato può cambiare il corso della Storia? Se tutti i grandi riformatori dei tempi antichi, dei nostri tempi e dei tempi futuri, sono semplicemente reincarnazioni dello stesso individuo, cosa rimane per il povero uomo comune senza la voglia a forma di cometa?
    Io sono dell'opinione che l'eroismo vada lasciato a disposizione di tutti, ma questo ovviamente è un parere personale.
    Altro appunto: sarebbe stato, credo, più realistico e interessante ai fini della lettura che le 7 storie fossero rimaste slegate l'una dall'altra, invece di ricomparire ognuna in una forma diversa nel racconto successivo. Quello del ritrovamento e della sovrapposizione è un procedimento che alla lunga diventa ripetitivo e perde di spontaneità:
    Prima Frobisher che "casualmente" trova il diario di Ewing in un vecchio baule (è capitato a tutti, no?), poi Luisa Rey viene in possesso delle lettere di Frobisher al suo amante, poi Timothy Cavendish trova il manoscritto "Mezze vite" (unico legame verosimile, dato che lui è un editore), poi Sonmi entra in un cinema proprio mentre stanno proiettando il film tratto dall'autobiografia di Cavendish, e infine Zachry che trova l'uovo con il Verbo di Sonmi. Anche il fatto che tutti i documenti si interrompano a metà per qualche oscura ragione e che vengano completati per fatalità alla fine della storia è veramente snervante...ci si sente quasi un po' presi in giro...


    Insomma, non riesco a capire ancora se mi sia piaciuto o meno, ma di una cosa sono sicura: questo romanzo mi ha dato l'impressione di un grande, immenso, spropositato artificio.
     
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  3. Merope Wood
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    Che fatica cominciarlo... Pessima idea quella di mettere un diario così noioso all'inizio di tutto... ci ho messo 2 settimane a leggere solo quello perché non riusciva ad andarmi giù...
    Mah... Anche io sono tuttora parecchio perplessa...
    Innanzitutto questa faccenda delle storie interrotte eccetera eccetera... Non dico che sia tutta da buttar via, ma non è niente di estremamente originale... Sarebbe originale se non avessi letto Se una notte d'inverno un viaggiatore, ma, visto che l'ho letto, non lo è granché. E c'è anche da dire che in Se una notte d'inverno un viaggiatore, sì c'erano delle storie iniziate e interrotte, sì erano tutte differenti per genere e stile, ma ci sono 2 grosse differenze: la prima è che c'è una trama unificante (in cui il lettore racconta di questi libri per cui dopo 2 o 3 capitoli capisci il meccanismo capitolo-lettore alternato a capitolo-capitolo primo del libro e riesci a seguire) e la seconda, roba non da poco, è che Calvino sa scrivere 10 volte meglio di Mitchell come minimo.
    Ho trovato Mitchell dispersivo al massimo. Dopo 100 pagine ancora non avevo ben capito come funzionava il libro, tanto che, arrivata al secondo blocco con 'sto tizio che dice di aver letto il diario di Ewing, sono andata avanti per vedere come continuava il resto della lettura per cercare di arrivarci, ho notato che la seconda metà di libro era speculare rispetto alla prima, ho capito e quantomeno mi sono messa il cuore in pace.
    Quello per cui questo libro perde parecchio è che sembra un'accozzaglia di storie che a una persona con un po' più di self controll avrebbero dato materiale per almeno 3 altri libri. Ma io dico. Già hai dato al tuo libro una struttura narrativa importante, imponente, cosa vai a sovraccaricarla con la faccenda delle epoche diverse e tutto quanto? Vola basso! E' un po' come la storia della mole Antonelliana che nel progetto originale doveva essere alta una cinquantina di metri e a fondamenta costruite Antonelli si sveglia e "Oh. Alziamola", lo fa per un paio di volte fino ad arrivare a una struttura di 300 metri su delle fondamenta ideate per una struttura di 50. "Oh ha dei problemi di stabilità, le fondamenta cedono" MA DAI??? Chissà come mai, non ho proprio idea.
    Per continuare il paragone col libro di Calvino, che è l'unico libro che io ricordi che porta in luce una simile struttura (ci sarebbe anche Il bar sotto il mare di Stefano Benni che fa la stessa cosa, ma è ancora più semplificata la cosa perché non ci sono interi capitoli dedicati ai personaggi che raccontano le loro storie, ma questi fanno giusto un'introduzione di un paragrafetto e una conclusione altrettanto "spicciola" al termine della loro storia per cui è molto più elementare e, nonostante la bella trovata dar loro un contesto comune, praticamente restano una serie di racconti)... Calvino è stato bravissimo perché attorno a questa costruzione dà comunque subito e per tutta la durata del libro una storia che fa da collante, quella che in un periodo scritto è definita frase principale per così dire, a cui subordina questi racconti tutti differenti che sarebbero dei prologhi di libri per cui appunto struttura la cosa alternando un capitolo in cui il lettore, protagonista della trama "principale", vive la sua vita, fa le sue cose, si muove, agisce e interagisce, a un capitolo in cui questo protagonista "interagisce col libro" per così dire e dunque sparisce completamente e tu è come se iniziassi a leggerti un altro libro, seguendo le letture del protagonista e così via per tutta la durata del libro. Ok. Ti sembra sempre di iniziare un altro libro, però ti è chiaro il motivo e riesci a concentrarti sulla lettura. In Cloud Atlas invece ho trovato spiazzante il fatto di non capire con assoluta certezza questa cosa fin da subito per cui mi sono persa la storia. Tipo di Ewing, benché l'abbia letto da poco ricordo che s'è ritrovato nella cabina della nave questo tizio per cui avrebbe dovuto intercedere col capitano; il quale tizio era stato messo lì dal prete che lo voleva salvare dai Maori che avevano invaso la sua terra. E poi tipo che il capitano della nave s'era preso dietro 'sto medico perché aveva una certa malattia e bla bla bla. Poi non faccio tempo a dire "Che liberazione che abbia smesso di leggere questo diario" che il nuovo protagonista mi fa subito pensare "Ma quindi ora in che epoca sono?" E pensa all'epoca, e pensa a dove caspita è questa voglia a forma di stella, e cerca di riconoscere le reincarnazioni dei vari personaggi... E la miseria!!! Volete lasciare che mi goda 'sto libro in santa pace???
    Come posso esprimermi se mi sembra di non averlo letto veramente?

    D'ogni modo sono ancora abbastanza fiduciosa per quanto riguarda il libro perché l'ho trovato un lavoro che per immagini potrebbe rendere meglio, molte cose per le quali nel libro ci vogliono fiumi di parole perché si riesca a definirle in qualche modo, a livello di immagine potrebbero essere rese in pochi frame.
    Poi il cast è ottimo, tra Hanks e Weaving si va sul sicuro da quel punto di vista.
    Ho anche sentito un'intervista di Hanks in cui diceva che nel film c'è sì la solita complicatezza di ricezione delle informazioni, ma in generale la storia sembra essere più chiara e impostata un tantino diversamente.
    Vedremo. Io sono piuttosto curiosa soprattutto perché Hanks e Weaving non sono i primi 2 scemi che passano per strada, hanno alle spalle carriere mirate e costruite in modo che sembrino attori "seri" e non di quelli che qualsiasi parte gli offri "ma sì, va benissimo", per cui, se entrambi sono in questo cast, così male non dovrà essere il progetto.
    Mi lascia perplessa la faccenda del team di registi perché è un'arma a doppio taglio. Da una parte potrebbe adattarsi benissimo alla storia costruita come una serie di scatole cinesi perché ciascuna storia potrebbe contenere una storia diretta da un altro regista, il quale la diversificherebbe dalla storia-contenitore sviluppata da un'altro regista già solo per il fatto che registi diversi vuol dire personalità e sensibilità diverse che si ripercuotono sul loro lavoro. Dall'altro lato 3 registi potrebbe voler dire triplice caos. Vedremo.
     
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  4. Merope Wood
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    Ho visto il film e sono perplessa. Soprattutto per l'inizio.
    La narrazione per certi aspetti ci guadagna e per altri ci perde ricorrendo alle sequenze parallele delle storie... Ci guadagna sicuramente quando si tratta di fare parallelismi tra le storie, da un'idea di ciclicità dei singoli episodi nettamente superiore a quella che mi ha lasciato il libro... Dall'altro lato però si perde il meccanismo a scatole cinesi del libro che a me era piaciuto per l'idea di andata e ritorno che dava... E' stato male gestito da Mitchell certamente, però l'idea era buona perché c'era un effetto ciclico superiore e le storie vanno e poi tornano, quindi appunto c'è un ordine nella prima metà del libro, il quale viene invertito nella seconda parte, si inizia con Ewing e si finisce con lui insomma.
    La carne al fuoco era tanta per cui tutto sommato capisco anche l'idea di aver preso degli eventi "campione", soprattutto per l'introduzione delle storie, soprattutto per certe storie, tipo quella di Sonmi è stringatissima e arriva subito al donque saltando parecchie cose, forse un po' troppo stringata. In generale tutti i racconti guadagnano in qualcosa e perdono in altro... I tagli per ciascuna storia sono parecchio estesi, spesso tagliano via intere porzioni di vita... Ecco secondo me come narrazione vengono messi in evidenza degli interessanti parallelismi che nel libro si perdono perché hanno centinaia di pagine di distacco, però gli abbondanti tagli sulla trama complicano comunque la comprensione e semplicizzano un po' troppo le cose. La fase universitaria di Sonmi non esiste (nel film c'è incontro con Yoona, Yoona muore, portata via dagli unionari, dichiarazioni, fuga, cattura, stecchita) e quindi ti portano via tutta la parte di vissuto che ti mostra come lei non venga accettata. Ok. A parole cercano di recuperare, maaa... Non è la stessa cosa... Anche Zachry lo troviamo praticamente subito arrampicato su per una parete rocciosa che uno si chiede "cavolo ci fa lì?"... Questi 2 sono quelli per cui i tagli mi sono maggiormente dispiaciuti perché sono le storie che più mi sono piaciute perché erano meglio correlate delle altre e ho provato un gran gusto a leggerle, sono stata l'unica parte del libro che ho letto senza rallentamenti, tutta d'un fiato... C'è stato un approfondimento culturale superiore e/o che mi ha interessata di più, sì c'erano le culture maori eccetera all'inizio, ma quella parte era talmente pallosa, la scrittura è stata più accattivante, si era nel cuore del discorso distopico per così dire... Per quanto riguarda Sonmi il film comunque se la cava, mentre per Zacrhy è una disfatta iniziale talmente forte che non si riprende del tutto quando inizi a capire come girano le cose...
    Quello che non concepisco è perché abbiano dovuto cambiare certe cose per renderle più accattivanti, tipo la Yoona che non rapisce il bambino, ma da un pugno a un tizio qualunque che le spalma volgarmente della maionese sulla schiena. Ok. Il concetto è lo stesso, però... Non mi è piaciuto per niente che cambiassero le cose perché non era necessario farlo, mi ha dato fastidio...
    Poi anche questa cosa delle storie che iniziano per immagini che sono la minima parte rispetto a quelle del libro, beh, rende i primi 40 minuti di film un tantino complicati da seguire, poi no, si comincia a riuscire a seguire il ragionamento e da metà in poi migliora.
    Boh. In generale ho trovato il film un tantino caotico. Ho tutt'ora l'impressione che prendendo pregi del libro e pregi del film si riuscirebbe a tirar fuori una gran storia, ma, per come le cose sono state gestite, entrambe le versioni sono incomplete, imperfette, mancano di quella brillantezza che potrebbe esserci con un minimo sforzo visto che il materiale c'è.

    Edited by Merope Wood - 20/1/2013, 19:01
     
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  5. Silk.
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    Non mi è piaciuto particolarmente. Ho speso un sacco di fatica per finirlo, perchè non scorreva affatto. Ho avuto come l'impressione di aver speso dei secoli per finirlo.
    Come Cri mi sentivo male ogni volta che leggev di questa voglia a forma di cometa.
    Non mi ha preso per niente e non ho neanche avuto modo di vedere il film! Spero sinceramente che quello scorra molto di più, erchè sarebbe insostenibile per me dover sopportare un'altra cosa del genere.
    Quando non mi scorre un libro mi sento come sotto tortura e queto mi dispiace, perchè di solito cerco sempre di apprezzarli a pieno. Ma questo non mi ha convinto già dai primi capitoli... Ma non ne faccio un dramma :)
     
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  6. Merope Wood
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    Mmmmh... Secondo me non è eccessivamente bello nemmeno il film, han tagliato brutalmente via delle parti e per capirlo bene secondo me bisogna anche un po' aver letto il libro...
    Invece devo dire che a distanza di tempo ricordo con molto piacere la parte centrale del libro: i racconti di Sonmi e Zachry e la seconda parte del racconto della giornalista. Fermo restando che sono ancora convinta di tutto ciò che s'è già detto... Mah...
     
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  7. Crispilla
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    Credo che il film sia praticamente impossibile da seguire se non si è letto prima il libro... e anche per me che il libro l'ho letto da poco è stato arduo! Tentavo di spiegarlo a mia mamma (che ovviamente non capiva nulla, specialmente all'inizio) ma spesso mi perdevo anche io e quando sono arrivati Hanks e la Berry post apocalittici con quella parlata sgangherata (dispiaciuterrima, sta per muore, il vero vero) ho cominciato a ridere come una scema e ho perso il filo. Credo sia un film pieno di scelte sbagliate e la prima è sicuramente quella di mantenere il linguaggio involgarito degli uomini della valle. Leggendo non dava così fastidio, ma sentirlo recitato è proprio un disastro, la storia perde completamente la credibilità. Non so se sia solo colpa del doppiaggio italiano... secondo me si poteva studiare un modo per rendere l'idea di una lingua che è regredita che suonasse meno ridicolo.
    Altra scelta sbagliata secondo me è quella di aver preso un pugno di attori e averli conciati in modi assurdi per ribadire ancora una volta il concetto della reincarnazione (come se non fosse già abbastanza chiaro!); tralasciando il fatto che alcuni cambi di sesso sono assurdi (come Weaving che fa l'infermiera), certe trasformazioni non hanno molto senso, anzi, contraddicono il processo di reincarnazione: se Hanks è Zachry, quello con la voglia a forma di cometa, perchè mai dovrebbe essere anche il cliente di Cavendish, il dottore pazzo del 1800 e quello che si innamora di Luisa Rey?? Perchè il film avesse senso Hanks o un altro attore avrebbero dovuto interpretare tutti i personaggi con la voglia, non personaggi a caso! O sbaglio? Ad ogni modo è solo una considerazione, io avrei preferito un cast più ampio con un solo ruolo per attore.
    Terza scelta sbagliata, quello che dice Merope: la storia di Sonmi (che era la più valida, dopo quella di Cavendish, che però non ha niente di altamente spettacolare a livello visivo) è stata tagliata con l'accetta e alcuni fatti rigirati e sconvolti.
    Quando viene catturata la prima volta io pensavo fosse già tutto finito, perchè nel libro la prendono solo alla fine! E mi chiedevo: dov'è l'università? Dov'è quella che la trucca? E il sesso? E il cinema?


    Comunque non sono riuscita a vederlo tutto... arrivata a un'ora e 40 ho pensato "Un'altra ora così e muoio", perciò ho spento... tanto sapevo già come sarebbe andata a finire!
     
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  8. Merope Wood
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    Penso che gli attori interpretino una persona che nei vari secoli s'è reincarnata in tutti questi personaggi, tipo Hanks che fa il Dr. Goose, Sachs, Dermot Hoggins e Zachry. però potrei benissimo sbagliare perché non ci ho capito granché e ora che sfumano i ricordi peggio che andar di notte XD
    Io il film l'ho visto in 2 riprese perché non ce la potevo fare altrimenti...
     
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  9. Crispilla
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    Sì, però nel libro il "protagonista" è quello con la voglia a forma di cometa, che si reincarna di volta in volta in un altro personaggio che però sempre il protagonista rimane. Se Hanks nel futuro è Zachry (ergo, voglia a forma di cometa) allora nel 1800 doveva essere quello che scrive il diario, non il dottore e lo stesso vale per le altre sue interpretazioni; avrebbe dovuto essere Luisa Rey, Sonmi, Cavendish, sempre quello con la voglia insomma. Sennò a che scopo usare sempre lo stesso attore e spendere ore e ore di make up per trasformarlo? Per questo dico che non ho capito la scelta registica, non ha proprio senso...
     
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8 replies since 15/12/2012, 15:30   225 views
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