Il Visconte Dimezzato

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  1. Merope Wood
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    Titolo Il Visconte dimezzato
    Autore Italo Calvino
    Anno 1951
    Genere romanzo storico, fantastico
    Serie I nostri antenati
    Editore Einaudi (prima nella collana "I gettoni" e poi in "Libri per Ragazzi") in prima edizione e poi anche da Mondadori, Garzanti e Utet
    Trama
    Il visconte Medardo di Terralba arriva insieme allo scudiero Curzio all'accampamento cristiano in Boemia per partecipare alla guerra contro i Turchi. Durante la sua prima battaglia, viene colpito da una palla di cannone, che lo squarcia in due metà. Viene ritrovata la sola parte destra, mentre si pensa che l'altra sia andata distrutta. I medici del campo riescono a fasciarla e ricucirla, cosicché il visconte dimezzato si salva e può quindi tornare a Terralba.
    Qui i sudditi si rendono conto di come del visconte fosse tornata solo la parte malvagia, che si sbizzarrisce in nefandezze: prima uccide un'averla inviatagli del padre il quale, una volta appurata la cattiveria del mezzo Medardo, si lascia morire, poi accusa ingiustamente la vecchia balia Sebastiana di avere la lebbra e la scaccia a Pratofungo, il paese dei lebbrosi. Non contento condanna a morte numerose persone per reati banali o inesistenti, opprime gli ugonotti a causa della loro religione e tenta più volte, senza successo, di uccidere suo nipote. Tutte le sue prodezze gli valgono il soprannome di "il Gramo". Tempo dopo si innamora di Pamela, una contadinella, ma per punirla d'averlo rifiutato si vendica danneggiando gravemente la sua famiglia.
    Nel frattempo il nipote del nobile è solito accompagnare il dottor Trelawney, un medico che è stato un tempo a servizio sulle navi dell'esploratore James Cook in giro per il mondo: i due fanno ricerche sui fuochi fatui appostandosi di notte nei cimiteri. Il ragazzo, girovagando per i boschi, mantiene contatti con la balia Sebastiana a Pratofungo, la quale nel frattempo ha trovato una cura per sottrarsi al contagio dei lebbrosi.
    È a Pratofungo che un giorno torna la parte sinistra del visconte - la metà buona, salvata da alcuni eremiti con erbe miracolose, che esordisce salvando il nipote dal morso velenoso di un ragno. "Il Buono", come venne chiamato, predica dottrine per i poveri e i lebbrosi, chiede di abbassare i prezzi dei prodotti agli ugonotti; ma di fatto crea altri danni che vanno ad aggiungersi alle vessazioni del Gramo. Anch'egli si innamora di Pamela, che ancora una volta rifiuta il pretendente.
    Il Gramo discute con la madre della ragazza del piano architettato per prendersi Pamela: anche facendola sposare con l'altra metà, di fronte alla legge avrebbe comunque sposato Medardo di Terralba, quindi anche lui. Il Buono, invece, afferma col padre di lei di voler lasciare la città, permettendo al Gramo di sposare liberamente la giovane. La contadina, però, incontra ambedue le metà del visconte e rassicura entrambi sulla riuscita del matrimonio.
    Arrivato il giorno della cerimonia, i due Medardo sono sicuri del successo della propria idea. Quando il Gramo scopre di avere effettivamente un rivale lo sfida a duello, e dopo una serie di finte e colpi mancati, entrambe le metà tagliano le bende e le cuciture dell'altra. Il dottor Trelawney riesce quindi a riunire le due metà riformando il visconte Medardo, che felice sposa Pamela.
     
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