Io Uccido

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Merope Wood
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    cover_io_uccido

    Titolo: Io Uccido
    Autore: Giorgio Faletti
    Edito da: Dalai Editore (collana Romanzi e racconti)
    Genere: Romanzo (sottogeneri: Thriller, Noir, Giallo)
    Anno: 2002
    Trama:
    Un DJ di radio Monte Carlo riceve, durante la sua trasmissione notturna, una telefonata delirante. Uno sconosciuto rivela di essere un assassino. Il caso viene archiviato come uno scherzo di pessimo gusto. Il giorno dopo un pilota di Formula Uno e la sua compagna vengono trovati orrendamente mutilati. Da questo momento ha inizio una serie di delitti, preceduti ogni volta da una telefonata con un indizio sulla prossima vittima e sottolineati da una scritta tracciata con il sangue: «io uccido». Non c'è mai stato un serial killer nel Principato di Monaco. Adesso c'è. Il romanzo d'esordio nel thriller del comico italiano.



    N.B. Nel 2012 cominceranno le riprese per la trasposizione cinematografica di quest'opera.
    A produrre il film sarà Aurelio De Laurentis con Luigi De Laurentis Jr e verrà girato da Jon Avnet, e vi parteciperanno i seguenti attori: Matt Frewer nel ruolo di Frank Ottobre; John Malkovich nel ruolo di Nicolas Hulot; John Cusack nel ruuolo di Jean-Loup Verdier; Giovanni Ribisi nel ruolo di Pierrot; Kirk Douglas nel ruolo del generale Nathan Parker; Dennis Leary nel ruolo di Ryan Mosse; John Lynch nel ruolo dell'ispettore Claude Morelli; Gary Farmer nel ruolo di Robert Bikjalo; Jordi Mollà nel ruolo di Laurent Bedon; Eliza Dushku nel ruolo di Raquel; Michael Jeter nel ruolo del dottor Cluny; Diane Lane nel ruolo di Helene Parker; Peter Coyote nel ruolo di Luc Roncaille; Ian Mc Neice nel ruolo di Alain Durand; Mark Addy nel ruolo di Claude Forben; Joanna Kerns nel ruolo di Celine Hulot; Bruce Dickinson nel ruolo di Jochen Welder; Brooke Langton nell ruolo di Arijane Parker; Breckin Meyer nel ruolo di Guillame Mercier; Aaron Eckhart nel ruolo di Roby Striker; Ken Leung nel ruolo di Allen Yoshida; Michael Emerson nel ruolo di Gregor Yatzmin.

    Libro sottoposto a Lettura collettiva ad Agosto 2011.

    Edited by Crispilla - 18/8/2011, 15:33
     
    .
  2. Crispilla
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Caspita! Ma c'era lo sconto al discount dei super attoroni?? O__O Prendi 1000 paghi 1?
     
    .
  3. Merope Wood
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    ahahah...a me intrippa tantissimo Peter Coyote...grasse risate XD
     
    .
  4. **Claire**
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Chi è Peter Coyote non lo conosco ...
    Speriamo che il film alla fine rispecchi la storia del libro quanto più possibile
     
    .
  5. Merope Wood
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    non lo so...però fa riderissimo il suo nome XD
    è tutto concentrato nel termine "intrippare" XD
     
    .
  6. Crispilla
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Allora, c'è un aspetto che fa sì che questo libro sia considerato come un buon thriller, e un altro che invece lo rende un libro a dir poco detestabile.
    Il pro è l'intreccio; dinamico, plausibile, adrenalinico (tranne per il finale che, dopo tanti colpi di scena ed eventi rocamboleschi, mi ha deluso moltissimo, essendo ai limiti della banalità). Certo, molti elementi della trama non sono originalissimi, ma è anche vero che la maggior parte degli scrittori in circolazione è specializzata nel genere thriller, quindi è inevitabile riproporre cose già lette, magari senza volerlo.
    Il contro (e per me è un contro grosso come una casa) è lo stile; tronfio, ampolloso oltre ogni utilità (perchè, ammettiamolo, il thriller non ha bisogno di tanti fronzoli, più asciutto e secco è, meglio rende). Invece Faletti, in uno sproloquio ambizioso farcisce ogni pagina di figure retoriche, immagini poetiche e storie personali al limite della tragedia greca, quasi avesse voluto dire: "Sì, sono un comico, ma adesso vi dimostro che sono anche capace di scrivere." E così rende il suo stile il più aulico possibile, scordandosi del genere che ha preso in considerazione e credendo che la brutalità di linguaggio tipica del thriller si possa ottenere soltanto infilando qua e là una parolaccia.
    E in tutto questo, la grammatica di molte frasi lascia veramente perplessi.
    Non condivido, inoltre, due scelte autoriali:
    Prima di tutto, ho trovato veramente snervante essere costretta a sorbirmi 10 pagine sulla vita e sui sogni di tizio-caio, per scoprire che alla fine del capitolo viene bellamente fatto fuori. A che cosa serve? In uno schema giallistico in cui l'assassino ammazza persone che non hanno alcun legame con lui, per ottenere qualcosa (in questo caso una faccia), la vittima diventa il personaggio meno importante nella scala di valore del romanzo, quindi non ho bisogno come lettore di sapere se è un pervertito, se ama chi o cosa, quante donne si è fatto la sera prima, ecc.
    E questa mania biografica di Faletti si applica anche a personaggi che davvero occupano uno spazio a dir poco marginale all'interno della storia. Due casi emblematici: cosa me ne frega se il proprietario della barca contro cui si schianta quella della vittima guarda le tette alla cameriera del bar? E cosa me ne frega ancora se un'impiegata di banca che scopre il secondo cadavere è emozionata perchè quel giorno incontrerà un tipo che le piace?!
    Pagine sprecate! Eliminandole si potrebbe salvare dalla pesantezza un libro decisamente lungo!

    Secondo: nella mia concezione del giallo, al lettore devono essere forniti tutti gli elementi per arrivare alla soluzione del caso; poi, se uno vuole prenderlo solo come passatempo, aspetta di farsi aiutare dall'investigatore, altrimenti si spreme le meningi per trovare il killer. Quale che sia la scelta, l'importante è che il lettore potrebbe risolvere il caso in quanto ha tutti gli elementi.
    Ora, sempre stando alle regole del classico giallo, in cui l'assassino è o il maggiordomo (e in questo libro non ce ne sono), oppure la persona meno sospettabile, si arriva facilmente ad intuire che Nessuno è Verdier e anche a capirne la motivazione. Cosa che invece è impossibile capire è il legame tra l'assassino e Parker, che ci viene rivelato verso la fine del romanzo in quello che dovrebbe essere un grande colpo di scena, e che invece provoca soltanto la reazione spontanea: "Ma quando cavolo l'ha capito questo?"
    Ecco, io non sopporto quando il commissario, detective o chi per lui tira fuori la chiave di volta del caso come un coniglio dal cilindro; "Ho scoperto che..." "Ho dedotto..." "Ho avuto un'illuminazione divina..."; no questo è fare il gioco sporco, perchè se per 600 pagine mi sono dovuta sorbire i tormenti e ogni più piccola azione del tizio, non mi puoi nascondere proprio la scoperta dell'indizio chiave! Questo è raggirare il lettore!


    Dunque, la questione è questa: cosa conta di più in un thriller? Che abbia soltanto una buona trama, avvincente e plausibile, oppure che il tutto sia accompagnato da uno stile appropriato e, soprattutto, credibile?
    Io so la risposta...

    Ah, ultima cosa: se ancora aveste dei dubbi sulla mania autocelebrativa di Faletti, vi basta soffermarvi sul dorso del libro, dove campeggia un GIORGIO FALETTI a caratteri cubitali, che oscura un minuscolo e timido "io uccido" (cioè, nemmeno in stampatello...).
    Ma cos'è più importante, il libro o l'autore?? Come se non ci fossero già abbastanza elementi ad infastidirmi ci si mette pure la grafica.
    Considerato che, a detta di mia madre, questo è il libro più bello scritto da lui, dichiaro la mia liason con Faletti ufficialmente conclusa.
     
    .
  7. Lily Hume
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    L'ho finito anch'io...
    uhm devo dire che mi è piaciuto abbastanza, anche se alcuni aspetti della trama mi hanno lasciata un pò perplessa,
    tipo tutta la storia del generale Parker, di sua figlia e dei suoi affari illeciti che guarda caso si ricollegano all'agente del fbi che indaga sul caso dell'uccisione della figlia, neanche a farlo apposta! E anche la lunghezza, sproporzionata del libro, troppo prolisso in alcune parti.

    La scelta di chi sia l'assassino non è poi così originale, ma come diceva Crispilla è difficile trovare qualcosa di nuovo in un genere così abusato, e alla fine 'ho trovata appropriata. Per lo stile io non me la sento di dare un giudizio negativo: il genere "giallo" non mi appassiona tanto, proprio perchè molti autori scrivono in modo abbastanza sciatto e senza personalità per i miei gusti e quindi ho apprezzato il fatto che Faletti abbia provato un'altra strada, anche se in alcuni parti può sembrare un modo di scrivere artificioso.
     
    .
  8. **Claire**
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Per quanto mi riguarda posso dire di essere d'accordo con la mamma di Cri, Io Uccido è secondo me il suo libro migliore.
    Già dal secondo ovvero "Niente di vero tranne gli occhi" (titolo tra l'altro lungo e noioso, anche se ha un richiamo alla storia) c'è una caduta di stile che mi ha fermata nella lettura dei successivi libri....ho ancora da leggere "Pochi inutili nascondigli" che mi è stato regalato ma che non ho granchè voglia di leggere.
    Ritornando al libro in questione a me è piaciuto, forse un pò prolisso c'è ma a me non ha dato fastidio più di tanto.
    Per quanto riguarda l'identità dell'assassino per un attimo avevo sospettato di lui per poco dopo scartarlo e non ripensarci più .
    Tutto sommato comunque il mio giudizio è positivo !
     
    .
7 replies since 15/8/2011, 19:01   147 views
  Share  
.