Il giovane Holden

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  1. >Midnight
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    9788806193096g

    Titolo: Il giovane Holden
    Autore: J.D. Salinger
    Edito da: Einaudi
    Genere: Romanzo di formazione
    Anno: 1951
    Trama: Il giovane Holden Caulfield, espulso dal prestigioso istituto Pencey di Agerstown in Pennsylvania per scarso rendimento, decide di prendersi qualche giorno di libertà, prima che i genitori vengano a sapere dell’ennesimo fiasco scolastico. Ha sedici anni, i suoi voti sono pessimi tranne in inglese, sua materia preferita. Non ha nulla da condividere né con i compagni, né con i professori; il suo rapporto con gli altri è sempre problematico, conflittuale. Simula indifferenza perché pensa di suscitare indifferenza. E’ intelligente e acuto, ma non sopporta il mondo bigotto, arrivista e classista che lo circonda. Si rifiuta perciò di vivere nel mondo che crede convenzionale e conformista, falso ed ipocrita. Un enorme disagio lo pervade; non c’è niente che gli piaccia, non c’è niente che abbia senso fare. La sua è una ribellione profonda così come profondo è l’affetto per la deliziosa e saggia sorella minore Phoebe e per il fratello Allie, morto qualche anno prima di leucemia. I giorni che Holden decide di trascorrere a New York, prima del suo ritorno a casa, sono tristi e duri. Si ubriaca, fuma più del solito, vaga senza punti di riferimento e senza meta. Forse unico vero rifugio è proprio la sorellina e il suo mondo infantile. Ed è proprio Phoebe che lo pone davanti alla realtà: “ A te non ti piace niente di quello che succede” gli dice. E quando Holden cerca di ribattere è ancora Phoebe che lo scuote: “Non ti piace nessuna scuola. Non ti piacciono un milione di cose. Non ti piace”. Ma Holden, che inizialmente non riesce a concentrarsi su cosa in effetti gli piace, alla fine trova una risposta…

    Libro sottoposto a Lettura collettiva ad Agosto 2011.



    Edited by Crispilla - 18/8/2011, 15:35
     
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  2. ~Parsifal
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    Lo lessi qualche anno fa e mi piacque davvero molto. E' riuscito ad appassionarmi come pochi. Credo proprio che lo rileggerò.

    Strano che nessuno prima di me abbia commentato. :\
     
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  3. Merope Wood
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    Strano sì...soprattutto considerato che è uno dei miei libri preferiti...
    ma il fatto è che ho in programma di rileggerlo...è uno di quei libri che voglio commentare solo appena riletto per fare un commento un pò più dettagliato (un pò come Oceano Mare del resto)...

    comunque...se qualcuno l'ha letto, ma anche a chi non l'ha ancora fatto, consiglio di cercare su internet la puntata ad esso dedicata di quel programma che Baricco teneva su Rai3 anni fa...è una cosa davvero strepitosa...tra l'altro legge alcuni brani del libro...merita davvero...fantastico...magico direi...
     
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  4. ~Parsifal
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    Infatti non mi sono dilungato molto perché essendo passato diverso tempo dalla lettura, non mi ricordo tutto e non è facile tirar fuori un buon commento.

    In ogni caso, se non si fosse capito, lo consiglio anch'io, è davvero un ottimo libro.
     
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  5. Merope Wood
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    Uno dei più belli che la letteratura inglese abbia mai concepito e sfornato io credo...
    comunque aggiungo una piccola curiosità alla scheda...il titolo originale è "The Catcher in the Rye" (l'acchiappatore nella segale)...uno dei brani più belli del libro (se cercate la puntata di Baricco legge appunto questo pezzo) riguarda appunto questa cosa...è stupendo...quando lui torna a parlare con la sorella e lei gli domanda cosa vorrà fare da grande...lui risponde con un'immagine molto bella...di chiesto ragazzo ai margini di un campo di segale che acchiappa e ferma altri ragazzi che non vedono il dirupo e rischiano di caderci dentro...strepitoso...
    l'ho cercato quel passaggio, ma senza trovarlo uff -.-"
     
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  6. Crispilla
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    Io non l'ho commentato perchè proprio non l'ho letto...e sì che a me gli inglesi piacciono...non so perchè non l'ho mai preso in considerazione...
     
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  7. Merope Wood
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    sai...lo metto nella lista dei libri per le letture del prossimo mese allora...tanto stavo appunto per andare a iniziare il dibattito ^^
     
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  8. Crispilla
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    Merope ecco il passaggio che cercavi:

    CITAZIONE
    - Ad ogni modo, mi immagino sempre tutti questi ragazzi che fanno una partita in quell'immenso campo di segale eccetera, eccetera. Migliaia di ragazzini, e intorno non c'è nessun altro, nessun grande, voglio dire, soltanto io. E io sto in piedi sull'orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere dal dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli. Non dovrei fare altro tutto il giorno. Sarei soltanto l'acchiappatore nella segale e via dicendo. So che è una pazzia, ma è l'unica cosa che mi piacerebbe veramente fare. Lo so che è una pazzia.

    Sì, concordo anche io che questo sia uno dei passaggi più belli dell'intero romanzo.
    Romanzo che mi ha conquistata soprattutto grazie alla figura del protagonista, e che invece mi ha lasciata perplessa sul motivo per cui nel tempo questo testo si sia guadagnato la fama di libro maledetto, ispiratore di gesti folli e omicidi di varia specie.
    Proprio non capisco, poiché nel libro ogni atto di ribellione di Holden nei confronti delle istituzioni quali la scuola, la famiglia, la religione, la morale, sono soltanto pensati e mai portati a compimento. L'intero plot del libro altro non è se non una serie di azioni che Holden progetta di fare, ma che non fa oppure delle quali si pente non appena fatte.
    Holden accetta senza pensarci sopra l'offerta di una prostituta, ma decide di mandarla via non appena se la ritrova in camera. A più riprese si ripromette di chiamare al telefono l'amica d'infanzia Jane, ma non lo farà mai. Invece invita fuori Sally, ma si pente di averlo fatto quasi subito, arrivando a trovare addirittura irritante la sua compagnia. Si vede anche con un vecchio amico, Luce, con il quale non fa che litigare per tutto il tempo. E' come se durante la sua permenenza a New York da uomo indipendente, Holden desideri spasmodicamente la compagnia di persone che un momento dopo lo irritano di già. Allo stesso modo, i suoi progetti di una fuga clandestina dalla città vengono cancellati non appena vede arrivare la sorellina con i bagagli pronti per seguirlo.


    Quello che Holden incarna in questo contesto è il desiderio di emancipazione e ribellione tipico dell'adolescenza, che, molto spesso, si traduce in pensieri di libertà ed evasione che mai trovano un riscontro nella realtà, perchè la libertà, l'autonomia fanno paura. La ribellione è facile da immaginare, è tentatrice, ma difficile da mettere in pratica.
    In tutto questo trovo che Holden sia un esempio positivo per i giovani, non negativo, perchè anche con la sua svogliatezza, la sua depressione da intellettuale e la sua smania di autonomia, rimane pur sempre il ragazzo che si intrattiene a conversare con un gruppo di suore alla stazione, che disprezza gli atteggiamenti dello sciupafemmine compagno di stanza, che ai tassisti chiede dove vanno le anatre di Central Park quando il lago ghiaccia d'inverno (domanda che denota un subconscio e una curiosità ancora legata alla sfera infantile), che entra in casa di soppiatto nel cuore della notte per parlare con la sorellina di dieci anni, estremamente matura e forse più consapevole di lui, che per farla felice rinuncia a qualsiasi progetto di evasione, quasi che lei fosse ciò che lo àncora come un peso salvifico alla realtà, aprendogli gli occhi.
     
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    Questo libro l'ho studiato al liceo, in inglese. Visto che era materia di studio e non mi ci sono avvicinata di mia spontanea volontà, l'ho sempre ignorato e ritenuto noioso senza alcun motivo! Ad anni di distanza e leggendo i vostri commenti però mi è nata una curiosità ed ho deciso di iniziarlo *__* me lo procurerò al più presto e vedreme se le mie prime impressioni (infondate) erano esatte ;)

     
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  10. contevlad
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    Ho finito di leggere questo libro proprio ieri.
    Il libro è davvero bello, come dice Merope forse è uno dei più bei libri della letteratura inglese.
    Holden è un ragazzo, a mio avviso, cresciuto prematuramente che ancora deve scoprire la realtà e dopo aver ricevuto l'espulsione dal riformatorio scopre la caotica città di New York.
    Si, la storia è molto fluida e scorrevole, ha un lessico essenziale, però a tratti risulta noioso mentre in alcune situazioni è davvero divertente ed interessante. Soprattutto per le aspirazioni di Holden.
    Inoltre concordo con Crispilla: Holden è il tipico adolescente che vuole cambiare il mondo, vuole ribellarsi alla vita e alle persone che gli stanno intorno ma non porta a compimento ogni sua azione bensi la progetta, la fa ma alla fine ritorna sui suoi passi..
    In conclusione "Il giovane Holden" è un libro davvero bello e interessante, ne consiglio la lettura specialmente ai ragazzi/adolescenti che possono trarre qualcosa in più dal libro e dal comportamento di Holden rispetto agli adulti che possono solo ripensare alla propria giovinezza(che intanto è qualcosa XD).
    Ho una domanda da farvi: considerate questo un libro didattico da far leggere a scuola? E perchè?
     
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  11. Crispilla
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    Sì, io lo considero didattico proprio perchè di tutte le "pazzie" che Holden progetta, non ne realizza nemmeno una, e secondo me è un chiaro esempio per tutti (adulti e adolescenti) della differenza che intercorre tra pensiero e azione, della facilità del primo e della complessità della seconda.
     
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  12. contevlad
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    Mi sembra un ottima risposta, effetivamente Holden vuole, per cosi dire, dare l'esempio pensa ma non agisce. Concordo con te ^^
     
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  13. Merope Wood
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    Io invece penso sia un libro "da far leggere a scuola" se...la scuola fosse come dovrebbe, vale a dire un luogo in cui non si acquisiscono nozioni che vanno prese come verità assiomiche, ma nel quale si impara a riflettere per arrivare a una soluzione con la propria testa, che sia una legge matematica, un concetto astratto o, come in questo caso, la serie di riflessioni che sta dietro un libro...
    io non lo considero un libro "didattico" che, al punto di ignoranza dilagante a cui siamo arrivati ora, non può essere fatto leggere a scuola...ma per il semplice fatto che al momento danno libri, anche importanti, da leggere a persone a cui non viene insegnato prima il piacere della lettura...
    o si da da leggere Moccia o nessun libro ormai può essere dato da leggere a scuola...purtroppo...perché...circolo vizioso...senza leggere la gente non impara a riflettere ergo diventa più ignorante...diventando più ignorante legge ancora meno...eccetera eccetera...
    va beh...qui ho un pò generalizzato...il concetto non è leggere o non leggere, ma avere o non avere interessi sani, quelli che ti fanno ragionare...cosa di cui peraltro mi sembra abbiamo già parlato...
     
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  14. Merope Wood
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    Me sbadata...con mille cose da fare ho dimenticato di psicanalizzare questo libro...vlad chiedeva: lo trovate un libro didattico? io sono stata abbastanza sintetica nel dirti che lo sarebbe se i ragazzi nelle scuole imparassero a ragionare anzichè essere riempiti di nozioni idiote...attualmente io credo che su 20 persone di una classe, 2 capirebbero e apprezzerebbero questo libro, 12 penserebbero che Holden è uno "sfigato" e i restanti, tra i quali la maggior parte di quelli che hanno scaricato il riassunto del libro da Wikipedia (o da qualche altro sito perché già Wikipedia si dilunga troppo) lo crederebbero un piantagrane...ecco...forse varrebbe la pena suggerire questa lettura alle 2/3 persone che dimostrano di poterne cogliere il senso e risparmiarsi il tedio di sopportare i commenti beoti di tutti gli altri...ma della scuola riparleremo più tardi nel commento...
    ebbene Holden Caulfield non è affatto un piantagrane, ma piuttosto un ragazzo che si è quasi arreso al fatto che attorno a lui c'è un ambiente mediocre...
    c'è molta psicologia in questo libro...e in alcuni "errori" di Holden mi ritrovo parecchio...
    come dicevo Holden non è il piantagrane menefreghista che cerca di apparire, peraltro con scarsi risultati. Spesso e volentieri emerge la sua natura di bravo ragazzo e chi ha la volontà di notarla la nota, solo che i più sono troppo presi dalle loro "seghe mentali" per potersi preoccupare di lui e volerlo capire, viene molto più comodo credere che sia così come vuole mostrarsi. Holden, che è molto intelligente, capisce che l'anziano insegnante di storia ha capito veramente il suo stato d'animo e quant'altro e infatti scappa adducendo la scusa dell'"odio i malati" perché gli pesa troppo sulla coscienza il fatto di non aver fatto il suo dovere.
    C'è un motivo per cui lui continua a cambiare scuola e costantemente si fa sbattere fuori, in realtà più di uno, ma diciamo pure che molti sono semplicemente la goccia che fa traboccare il vaso. Holden è maturo per la sua età, fin troppo, ha subito esperienze traumatiche che lo hanno fatto crescere in fretta e già di per sè sarebbe stato un ragazzo brilante. Avete mai notato di quanto distacco metta nel parlare del fratello? Come se non gli interessasse affatto, come se quella perdita non lo riguardasse, mentre nel profondo quello che cerca di nascondere a sè stesso è che quella è una ferita aperta. E infatti si porta dietro il guantone con le poesie appartenuto al fratello ovunque e nei momenti di sconforto lo tira fuori.
    Quello che lui fa nelle scuole sarebbe successo ugualmente, ma diciamo che questa ferita ancora sanguinante acuisce il suo malessere. E perché lui fa il diavolo a quattro? Perché attorno a sè è tutta una farsa. Non solo ci sono degli emeriti imbecilli attorno a lui, ma oltretutto gli insegnanti si adeguano alla loro stupidità. E qui ritorniamo a parlare di scuola per come ne parlo di solito anche io. Subito all'inizio del libro Holden dice "parlavano di quel posto come fosse una buona scuola, ma in realtà...". Salinger pone sulle spalle del giovane holden il peso di una riflessione molto dura. Perché Holden, che è così intelligente, legge così tanto e vattelapesca, non si applica? Perché nessuno attorno a lui si applica. Gli insegnanti non svolgono il loro lavoro per passione, ma per la busta paga e automaticamente si passa dalla qualità alla quantità, dal ragionamento alla schematizzazione, dal complesso al facile (senza però poi ritornare al complesso). Un esempio eclatante è la storia. Io avevo un'insegnante a cui importava solo che sapessimo le date. Ma che mi frega delle date se poi non capisco il peso degli eventi che sto studiando? Holden è così. Holden si annoia perché è un ambiente al di sotto delle sue potenzialità quello in cui sta crescendo. E nessuno che si faccia carico del suo talento e cerchi di coltivarlo. Ci prova quello di storia, che infatti gli è simpatico e verso il quale prova un rimpianto perché è come se l'avesse tradito. Quella di inglese io me la figuro come la mia insegnante, una tapina buona buona che tiene ai suoi alunni un pò come una chioccia coi suoi pulcini e che nessuno dei colleghi ascolta, ma che comunque ha il merito di capire che Holden è veramente bravo e infatti emerge dal racconto che lo elogia parecchio. Holden va bene della sua materia perché è la sua passione e perché probabilmente questa poveretta lo intenerisce per cui verso di lei ha un occhio di riguardo (ma soprattutto perché l'inglese gli piace veramente).
    Tagliando la testa al toro, il difetto di Holden è che lui è un sognatore imprigionato in una realtà piuttosto matematica, con l'apparenza che prevale sulla sostanza, i numeri sul ragionamento, la quantità sulla qualità. Lui vive nella consapevolezza che a seguire gli altri non si arriva mai primi, a imitare, ad apprendere informazioni come verità assiomiche senza il diritto di poterle analizzare meglio e magari rifiutare se non le si ritiene valide non si scopre mai nulla di nuovo, si continua a brancolare nel buio, a girare in tondo. Ed è questo quello che è costretto a fare e a cui si ribella.
    Solo che lui ci prova a fare il cattivo ragazzo, a convincersi di esserlo, ma è come se si ponesse un limite oltre il quale non va mai. Tutti gli altri obbediscono, accettano le cose per come stanno e poi fanno come gli pare, comportandosi poi spesso e volentieri come bestie; lui invece si ribella alle regole, ma poi ha una solida morale. Vedi con le ragazze: "eh io sono vergine perché mi dicono fermati e io mi fermo, gli altri invece continuano e chi se ne frega delle ragazze". Vedi la prstituta: "Basta! Non ce la faccio più a stare solo, voglio fare una cavolata - quasi se lo impone di farla finita con la sua bontà d'animo e poi - magari però parliamo un pò eh?". Appunto, vuole solo essere ascoltato. E' un ragazzo che ha molto da dire e che si rassegna a tenerlo per sè perché nessuno ha il tempo di starlo a sentire. E' intelligente, sensibile e altruista e nessuna di queste cose vorrebbe essere perché capisce benissimo che chi è così finirà sempre per essere quello che tutti abbindolano, prendono per uno sprovveduto eccetera.
    E la cosa più straordinaria è che comunque mantiene dentro di sè uno stupore bambinesco. Io non credo come dice cri che sia ancora un bambino, ma piuttosto penso che sia riuscito a conservare il meglio dell'infanzia. Da grandi non ci si stupisce più di niente e quanto è bello vedere un bambino che si stupisce delle cose più banali (Cri lo proverai presto con la tua sorellina e vedrai quanto è strepitoso. Ci si stupisce un pò anche noi a vedere quegli occhi). Lui invece è un adulto che per ora è riuscito a conservare il meglio della sua fanciullezza. Il rifiuto della sua personalità è dovuto al fatto che Holden sa benissimo che questo, per com'è il mondo attorno a lui (tutti che pensano esclusivamente ai propri interessi e non si interrogano su nulla che non sia essenziale "tipo quanto ho guadaganto oggi?"), sarà un punto debole. Eppure non può fare a meno di pensare agli altri, che sia Jane che aveva problemi di famiglia, le anatre nel parco, le due suore e tutti gli sconosciuti che possono cadere in una voragine sul limitare di un campo di segale. E vorrebbe salvarli tutti, ma allo stesso tempo non vorrebbe volere una cosa simile.
     
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  15. Crispilla
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    Sì, forse non mi sono spiegata al meglio prima, quando dico che l'inconscio di Holden è ancora legato all'infanzia, non lo intendo come lato negativo, anzi.
    Il fatto poi che io lo consideri immaturo è legato proprio alla sua smania di negare ciò che è in realtà, di andare contro la sua natura. In un certo senso, è immaturo perchè non accetta di essere maturo.
    Sperimenta molte cose soltanto perchè "si fanno", non perchè lui le voglia fare; per senitrsi più simile agli altri, forse per cercare di capire che gusto ci trovino.
    In questo secondo me sta la sua immaturità, che è comunque molto più lieve di quella degli altri ragazzi, perchè il più grande segno di maturità nell'uomo è riconoscere ed accettare la propria natura. E' una cosa che si ottiene soltanto con il tempo, e forse i sedici anni di Holden sono troppo pochi.
    Anche se mille persone mi dicessero "Dai, prova!" ci sono cose che non proverei per niente al mondo, primo perchè non ne ho bisogno, secondo perchè saprei di andare contro quella che sono, e sarebbe una doppia sconfitta.
    In questo senso, secondo me, Holden non ha ancora compreso che per essere completi non occorre imitare quello che fanno gli altri.

    CITAZIONE
    (Cri lo proverai presto con la tua sorellina e vedrai quanto è strepitoso. Ci si stupisce un pò anche noi a vedere quegli occhi)

    A proposito, come fai a sapere che sarà una femmina? Io l'ho saputo soltanto sabato!^^
     
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16 replies since 12/6/2011, 17:33   285 views
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