Ave, Cesare!

Hail, Ceasar!

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    Titolo: Ave, Cesare!
    Regia: Joel e Ethan Coen
    Genere: commedia
    Anno: 2016
    Nazione: USA, UK
    Cast:
    Josh Brolin: Eddie Mannix
    George Clooney: Baird Whitlock
    Alden Ehrenreich: Tobey
    Ralph Fiennes: Laurence Lorenz
    Jonah Hill: Joseph Silverman
    Scarlett Johansson:
    Frances McDormand:
    Tilda Swinton: Hedda Hopper
    Channing Tatum: Burt
    Christopher Lambert: Arne Slessum
    David Krumholtz: sceneggiatore comunista
    Fisher Stevens: sceneggiatore comunista
    Clancy Brown: attore di Ave, Cesare!
    Trama: La storia è incentrata su Eddie Mannix, un fixer nella Hollywood degli anni cinquanta (ovvero una persona incaricata di risolvere i numerosi problemi che sorgono durante le riprese di un film) che cerca di scoprire cosa è accaduto a un attore scomparso nel bel mezzo delle riprese.

    Uscita italiana: 10 Marzo 2016

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    Potrebbe essere addirittura un 9/10! Questo film è tutto XD
    poi i Cohen mi piacciono sempre di più ad ogni film che vedo, speriamo che mantengano questa linea
    (guardate A proposito di Davis se non l'avete fatto <3 )
     
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  3. Crispilla
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    Sì sì, assolutamente un 9/10! A me poi, personalmente (con tutto il rispetto per capolavori come L'uomo che non c'era e Crocevia della morte) i Coen piacciono così: ironici, graffianti, assurdi, con numeri musicali random. Poi qui non so perché il film così trash su Cesare fa venire in mente "Primavera per Hitler" in The producers... un film che mi ha fatto morire dal ridere. Quindi sì, yeah, 10 marzo, me lo segno!
     
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  4. Crispilla
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    Ahimè, com'ero giovane e piena di belle speranze... meno di due mesi fa. :(
    La dura verità a proposito di questo film è che, guardandolo, continuavo a ripetermi "Ma sì è bello, non vedi com'è fatto bene? Fa ridere! Stai ridendo, non far finta di niente!", però purtroppo mi ha lasciato l'amaro in bocca, non so bene perché.
    Ho apprezzato tutti i riferimenti alla Hollywood degli anni '50, specialmente la ricostruzione degli studios. Essenzialmente questo film è un tributo ad un vecchio modo di fare cinema, che ormai ci sembra antiquato, sorpassato, ma che inevitabilmente risveglia sentimenti di nostalgia per un tempo in cui era più facile credere a quello che si vedeva. Paradossalmente, il pubblico credeva di più ai fondali dipinti e ai trucchi maldestri negli anni '50 di quanto non faccia il pubblico odierno di fronte agli effetti speciali di ultimissima generazione, dove il pericolo del "troppo finto" è sempre in agguato.
    E' una carrellata di omaggi a generi ormai scomparsi: i film acquatici di Esther Williams, i film cantati e ballati di Gene Kelly, i kolossal biblici alla Ben Hur, i western sempliciotti col fondale dipinto (lontani sia dallo stile di Ford che di Leone), le commedie argute di Frank Capra. Ed è anche un faro puntato su un modo diverso di concepire lo star system. Mannix, in buona sostanza, è la balia degli attori, li va a ripescare quando spariscono, salvandoli da situazioni compromettenti, è il mediatore con la stampa, evita gli scandali, ad ogni costo. Tutto questo ci ricorda di un tempo in cui la figura del divo del cinema era un qualcosa di intoccabile, di troppo perfetto per essere umano. Pensi a Fred Astaire e pensi ad un angelo in smoking che balla; pensi a Rita Hayworth e pensi ad una dea sensuale e misteriosa. I divi erano quasi confusi con i loro ruoli tipici e la loro immagine doveva restare immacolata, refrattaria ad ogni macchia. Oggi invece l'umanità dell'attore, la sua normalità, anzi, è proprio il tratto che lo fa apprezzare di più. Che poi questa cosa sia portata all'eccesso è vero: in certi casi sembra quasi che più uno è dannato, più faccia presa sul pubblico e quindi lavori.

    Vabbè, detto questo, c'è poi il sottotesto politico/etico/ideologico.
    Il rapimento di Clooney alla fin fine è un pretesto un po' deboluccio per inserire tutte queste considerazioni sullo sfruttamento degli sceneggiatori da parte degli studios, che riflette l'ideologia comunista del lavoratore sfruttato dal padrone. Non mi aspettavo certo che i Coen confezionassero una commedia nostalgica sul cinema retrò senza inserire un livello di interpretazione più profondo, e il gruppo dei comunisti è veramente esilarante. Però è un risvolto che lascia un po' il tempo che trova... non riesco a capire se sia stato sviluppato in maniera troppo superficiale o se dipenda invece dalla struttura frammentaria del film.


    Struttura frammentaria del film, appunto. Perché credo che il principale difetto di Ave, Cesare! sia la scarsa coesione d'insieme. Specialmente nella prima ora, è in buona sostanza un collage di bellissime scene slegate tra loro; o meglio, sono legate soltanto dagli spostamenti di Mannix da un set all'altro. Però ammetterete anche voi che assistere al rapimento di un attore e poi essere distratti per 5 minuti da una scena di nuoto coreografato non è proprio il massimo a livello di tensione.
    Non so, mi è sembrato quasi più un film a episodi che si intrecciano; e anche il fatto che compaiano così tanti attori conosciuti, a volte soltanto per una scena brevissima, non aiuta. Esempio, vedi Frances McDormand, l'attrice simbolo dei Coen, che appare finalmente dopo 40 minuti e pensi che il suo sarà un ruolo chiave... invece si strozza con la sciarpa e il suo contributo al film finisce lì. Invece il bovaro/attore cane acquista sempre più importanza. E' straniante come cosa.
    La scena migliore comunque rimane il confronto tra i 4 capi religiosi all'inizio.

    Nota che non c'entra nulla: mentre spiegavano la trama di Ave, Cesare! avevo un sentore di dèjà vu che non riuscivo a spiegarmi. Poi mi è venuto in mente che prima del film hanno fatto vedere il trailer di una vaccata con il fratello meno dotato di Ralph Fiennes, la resurrezione di Gesù vista in chiave thriller :ph34r: attraverso gli occhi di un soldato romano. La stessa cosa praticamente! xD Non so se l'hanno fatto di proposito o meno, ma mandare quel trailer prima del film è stato geniale!
     
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3 replies since 24/1/2016, 12:45   82 views
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