Zootropolis

Zootopia

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    Titolo: Zootropolis
    Regia: Byron Howard, Rich Moore
    Genere: animazione
    Nazione: USA
    Anno: 2016
    Cast di voci originale:
    Jason Bateman: Nick Wilde
    Ginnifer Goodwin: Judy Hopps
    Shakira: Gazelle
    Idris Elba: Direttore Bogo
    Octavia Spencer: Signora Otterson
    J.K. Simmons: Sindaco Leodore Lionheart
    Tommy Chong: Yax
    Nate Torrence: Benjamin Clawhauser
    Jenny Slate: Bellwether
    Alan Tudyk: Duke Weaselton
    Raymond Persi: Flash
    Tommy Lister: Finnick
    Bonnie Hunt: Bonnie Hopps
    Don Lake: Stu Hopps
    John DiMaggio: Jerry Jumbeaux Jr.
    Trama: La moderna Zootropolis non è un posto come tutti gli altri, composto da quartieri realizzati come veri e propri habitat per i cittadini mammiferi che li abitano. Ma quando un'intrepida coniglietta, l'ufficiale di polizia Judy Hopps, arriva in città, scopre che essere un coniglio tra grossi animali non è così semplice. Determinata a dimostrare se stessa, decide di assumere per sé la risoluzione di un caso, anche se questo vorrebbe dire collaborare con Nick Wilde, una volpe astuta e dalla parlantina veloce. L'improbabile duo avrà a disposizione meno di 48 ore per risolvere il mistero.

    Uscita italiana: 18 Febbraio

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  2. Crispilla
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    Sono sconvolta da questa cosa che da noi è uscito giovedì e in America esce il 4 marzo... da qualche anno la maggior parte dei blockbuster viene distribuita prima in Europa, ma di solito lo scarto è di due, tre giorni... mah.

    Altra considerazione sporadica: visto che il titolo non è stato propriamente italianizzato, c'era davvero bisogno di modificarlo? La parola Zootopia ha un senso ben preciso: è l'utopia degli animali, un progetto di convivenza tra tutte le specie, anche tra quelle che in natura dovrebbero essere nemiche, con strutture e ambienti che si adattano alle esigenze di tutti, a prescindere dall'habitat di appartenenza o dalla stazza. E' l'idea che sta alla base del film riassunta in una parola. Zootropolis vuol dire solo la metropoli degli animali. E comunque, per un bambino è molto più difficile da pronunciare di Zootopia.
    Ok, ho finito di fare la film-nazi.

    Zootropolis è un cartoon simpatico e ben riuscito, che conferma la nuova rotta tracciata dalla Disney (non Disney Pixar, perché quella procede su binari tutti suoi). Se togliamo il classicissimo Frozen dall'equazione, è evidente la volontà della casa di produzione di distanziarsi da una struttura narrativa basata sostanzialmente sulle fiabe e dal copione che ha reso grandi i classici degli anni '90 (visto che siamo anche in tema). Per quanto i film realizzati in quella decade (e aggiungiamo anche La Sirenetta dell'89) siano dei capolavori sotto molti punti di vista, la loro struttura è molto simile: abbiamo una protagonista o un protagonista che devono affrontare difficoltà e alla fine immancabilmente trionfano; accanto a loro ci sono SEMPRE un villain memorabile, delle spalle comiche irresistibili e, ovviamente, l'innamorato o l'innamorata. L'amore è l'elemento chiave di ogni classico Disney, sentimento che solo di recente è stato declinato in altre derivazioni (che possono essere l'amore fraterno, l'amicizia o l'attaccamento ad una figura guida), perché prima coincideva sempre con la formazione di una coppia e con l'immancabile "E vissero felici e contenti". Pocahontas ha scombinato le carte in tavola, col suo finale amaro, ma è stata solo una breve parentesi, poi l'amore con la A maiuscola è stato infilato di prepotenza anche in storie in cui non sarebbe stato necessario (vedi Mulan).
    Negli anni Duemila ci sono stati altri tentativi di modernizzare e in qualche modo svecchiare le trame Disney, con risultati notevoli ma sottovalutati (come Atlantis e Il pianeta del tesoro) e altri di cui è meglio non parlare proprio. Non a caso, dopo qualche annetto, la rinascita della Disney è stata segnata dal ritorno ad un'atmosfera fiabesca e romantica come quella di Rapunzel.
    Tutto questo excursus per dire che, ultimamente, la Disney sembra aver trovato il giusto equilibrio per sperimentare sia con le trame che con i generi, senza però indispettire il pubblico degli affezionati. E per farlo c'è da dire che stanno sfruttando in maniera abbastanza intelligente i trend del momento. Siamo partiti da Ralph Spaccatutto, un viaggio coloratissimo e divertente nel mondo dei videogiochi, passando per Big Hero 6, figlio naturale della mania per i cinecomic e l'universo nerd. Non ho un'opinione su Il viaggio di Arlo perché devo ancora vederlo. E infine arriviamo a Zootropolis che, più che un film creato appositamente per il furry fandom (non voglio crederci perché sarebbe troppo inquietante come cosa), si rivolge espressamente al pubblico che ama la contaminazione della vita di tutti i giorni in universi "paralleli" come quelli dei cartoons. Per capirci, stiamo parlando di animali antropomorfi che vivono praticamente come esseri umani, hanno i nostri stessi problemi e sono, quindi, molto più vicini a noi, solo per fare un esempio, degli animali dell'Era Glaciale.
    Ciò che accomuna tutti questi film è la varietà delle trame, una nuova predilezione per l'azione, il rifiuto delle canzoni (escluso un tema ricorrente o una canzone creata appositamente per il film da un artista famoso), la sparizione della love story (che, nei rari casi in cui persiste, non è mai comunque il fulcro della storia) e una nuova caratterizzazione dei personaggi che prende ampiamente spunto dalle nuove tendenze della cinematografia, della televisione e della cultura popolare in genere. I personaggi di queste storie potrebbero tranquillamente comparire in un film in live action e, molto spesso, la loro comicità e la loro psicologia arriva soltanto agli adulti, non certo ai bambini di 5, 6 anni. E' una cosa che la Pixar fa da sempre e che adesso la Disney ha deciso di fare propria.

    Vabbé, tutta sta tesi per dire che Zootropolis mi è piaciuto e quel che mi è piaciuto è proprio la caratterizzazione dei due personaggi principali, che sembrano usciti direttamente da una sit com. A livello di trama, anche qui, come in Big Hero 6, abbiamo due fasi: la prima, ovvero quella legata al percorso di Judy Hopps per diventare poliziotta e lo scontro con la vita di città, che poi scivola in quella che è la trama vera e propria, ovvero il giallo degli animali scomparsi. Esattamente come nel film precedente la centralità del film (ovvero la creazione della squadra di supereroi e la lotta contro il cattivo) arrivava solo dopo una quarantina di minuti buoni. C'è da dire però che in Zootropolis questo passaggio risulta molto più fluido e naturale. Il film regge bene in tutta la sua lunghezza (e stiamo parlando di uno dei film più lunghi della Disney, 108 minuti), la prima parte intrattiene bene, anche se non è particolarmente veloce, un problema che sparisce dalla metà in poi, quando il ritmo accelera.
    Altra cosa che mi è piaciuta molto è proprio il concetto di Zootopia. La città, oltre ad essere esteticamente perfetta, è stata concepita in maniera intelligente. Facile creare una città e riempirla di tutti gli animali del mondo, la finezza sta nell'immaginare come si potrebbe attrezzare questa città per adattarla a tutte le specie differenti. Il chiosco delle bibite che dispone di vari livelli in modo che anche le giraffe possano prendere il bicchiere senza piegarsi; i tunnel nella città dei roditori fatti con i tubi che metti nelle gabbiette dei criceti; il treno con scompartimenti diversi in base alla stazza dei passeggeri; e sicuramente ci saranno un sacco di altri elementi che sfuggono ad una prima visione.
    Sono gli elementi che testimoniano non solo la cura di chi si occupa di realizzare questi film, ma sono anche funzionali alla storia; come ho già scritto, Zootopia nasce dal desiderio di far convivere tutte le specie animali e il primo passo per instaurare una convivenza pacifica è occuparsi delle esigenze di tutti, dal più grande al più piccolo. Ma le utopie sono ardue da concretizzare, e infatti anche in questa società animale apparentemente perfetta persistono paure ancestrali (come la diffidenza della preda nei confronti del predatore) e pregiudizi legati ai luoghi comuni, come che i tutti i conigli siano dei codardi o che tutte le volpi siano meschine. Ed è proprio questo elemento che accomuna il mondo di Zootropolis alla nostra società multietnica e multiculturale, dove, nonostante tutto, regnano ancora i pregiudizi e la diffidenza.

    Non ero partita con l'idea di farne una questione sociale... però oh, o dico questo oppure mi fermo al fatto che Nick e Judy siano tanto simpatici. E lo sono! Questo film è pieno di elementi accattivanti... ho la canzone di Shakira in testa da ieri pomeriggio! Però secondo me c'è anche un messaggio più profondo, come in quasi tutti i film ben riusciti della Disney.
     
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1 replies since 10/1/2016, 14:36   103 views
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