Whiplash

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    Titolo: Whiplash
    Regia: Damien Chazelle
    Genere: drammatico
    Nazione: USA
    Anno: 2014
    Cast:
    Miles Teller: Andrew Neiman
    J. K. Simmons: Terence Fletcher
    Melissa Benoist: Nicole
    Austin Stowell: Ryan
    Paul Reiser: Jim Neiman
    Jayson Blair: Travis
    Nate Lang: Carl Tanner
    Trama: Andrew sogna di diventare uno dei migliori batteristi jazz della sua generazione. Ma la concorrenza è feroce al conservatorio di Manhattan, lo Shaffer, dove si esercita con accanimento. L'obiettivo di Andrew è quello di entrare in una delle migliori orchestre del conservatorio, diretta dall'inflessibile e feroce Terence Fletcher

    Premi e nomination:
    2015 - Premio Oscar
    Miglior attore non protagonista a J. K. Simmons
    Miglior montaggio a Tom Cross
    Miglior sonoro a Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley
    Candidato per il miglior film a Jason Blum, Helen Estabrook e David Lancaster
    Candidato per la migliore sceneggiatura non originale a Damien Chazelle
    2015 - Golden Globes
    Miglior attore non protagonista a J. K. Simmons
    2015 - British Academy Film Awards
    Miglior attore non protagonista a J. K. Simmons
    Miglior sonoro a Thomas Curley, Ben Wilkins e Craig Mann
    Miglior montaggio a Tom Cross
    Candidato per il miglior regista a Damien Chazelle
    Candidato per la migliore sceneggiatura originale a Damien Chazelle
    2015 - Satellite Award
    Miglior attore non protagonista a J. K. Simmons
    Miglior suono a Thomas Curley, Ben Wilkins e Craig Mann
    Candidato per il miglior film
    Candidato per il miglior regista a Damien Chazelle
    Candidato per il miglior attore a Miles Teller
    2015 - Independent Spirit Award
    Miglior attore non protagonista a J. K. Simmons
    Miglior montaggio a Tom Cross
    Candidato per il miglior film
    Candidato per il miglior regista a Damien Chazelle
    2015 - Screen Actors Guild Award
    Miglior attore non protagonista a J. K. Simmons
    2015 - MTV Movie Awards
    Candidato per il miglior film
    Candidato per la miglior performance maschile a Miles Teller
    Candidato per il miglior cattivo a J. K. Simmons
    Candidato per il miglior momento "Ma che ca...!" a Miles Teller
    Candidato per il miglior momento musicale a Miles Teller
    2015 - Writers Guild of America Award
    Candidato per il miglior sceneggiatura originale a Damien Chazelle
    2015 - Saturn Award
    Candidato per il miglior attore non protagonista a J. K. Simmons
    Candidato per la miglior sceneggiatura a Damien Chazelle
    2014 - Critics' Choice Movie Award
    Miglior attore non protagonista a J. K. Simmons
    Candidato per il miglior film
    Candidato per la miglior sceneggiatura originale a Damien Chazelle
    Candidato per il miglior montaggio a Tom Cross
    2014 - Sundance Film Festival
    Gran premio della giuria: U.S. Dramatic
    Premio del pubblico: U. S. Dramatic

    Film sottoposto a Visione collettiva a Settembre 2015.

    Tratto da wikipedia
     
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  2. Crispilla
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    Beh che dire di questo film, se non che d'ora in poi ogni volta che sentirò una batteria mi salirà un'ansia pazzesca?
    Scherzi a parte, l'ho trovato un film stupendo nella sua semplicità e trasparenza. Non so perché, ma mi viene da paragonarlo a Birdman (forse perché ha vinto l'Oscar, non so), che pure ho amato, per far notare quanto quel film fosse più complesso, strutturato, anche aperto a varie interpretazioni, mentre questo è decisamente più diretto e immediato. Abbiamo una trama molto semplice e lineare, che si regge interamente sui due ottimi protagonisti, impacchettata in una confezione estremamente elegante e accattivante (un fantastico connubio di fotografia, montaggio, illuminazione, sonoro, tutti impeccabili). E' tutto lì, sullo schermo, chiaro e pulito, colpisce lo spettatore rapido e spietato, proprio come una frustata. Non c'è sotto testo, nessuno avrà bisogno di vederlo più volte per capirne il significato, addirittura il riflettore non si sposta mai dai due protagonisti (rendendo di fatto gli altri personaggi un contorno appena accennato). Per questo dico che, rispetto a Birdman, mi è sembrato un film meno complesso; giudizio che comunque non vuole essere negativo, è una semplice constatazione.
    La scelta di dare rilievo unicamente alla coppia allievo-maestro, ad esempio, a discapito di tutte le figure di secondo piano, risulta vincente proprio perché permette allo spettatore di concentrarsi totalmente sul loro rapporto, che sta alla base della storia; è un duello talmente serrato (specialmente nella parte centrale del film, proprio perché mancano quasi del tutto scene di stacco) che toglie quasi il respiro a chi lo segue. E' allucinante, quasi estenuante.
    L'escalation dell'"ossessione" di Andrew è gestita magistralmente, tanto da creare uno stato di simbiosi tra il ragazzo e lo spettatore, in virtù del quale, prima che si schianti con la macchina contro un tir ponendo momentaneamente fine alla sua carriera di batterista, è proprio lo spettatore a sentirsi al limite, a dire "basta, così non posso continuare". Non so se anche voi eravate così tesi a quel punto. Io sì.

    E pur proponendo un tema che Hollywood e company hanno già ampiamente sfruttato negli anni (ci abbiamo fatto pure il Focus On sui maestri memorabili del cinema), il film presenta qualche variante nuova ed interessante, prima tra tutte l'atteggiamento del giovane protagonista.
    Senza starci a pensare troppo, così su due piedi, mi vengono in mente due, anzi tre tipologie di allievi da film: c'è il prodigio incompreso, quello timido, introverso, che non crede in se stesso e che nessuno considera, fino all'arrivo del maestro lungimirante; il sognatore, quello dall'animo puro e nobile, determinato a raggiungere i propri elevati obiettivi e che trova nel maestro un'amico, un consigliere, quasi una figura paterna; e poi c'è il ribelle, quello che, come direbbero a scuola, è intelligente ma non si applica, che se ne frega, e che il maestro riesce in qualche modo a redimere.
    Io un allievo come Andrew Neiman non l'avevo mai visto (questo non vuol dire che non ci sia mai stato, eh); sicuramente è un prodigio, sicuramente è un sognatore, ma questi due aspetti sono estremizzati: la sua fiducia si trasforma spesso e volentieri in supponenza e arroganza, mentre quella della batteria, più che una passione, in molti casi sembra più un'ossessione. Quindi il fatto di essere sgradevole da un lato e autolesionista e malato dall'altro, fa di lui un personaggio molto più interessante di quanto mi aspettassi; non meno interessante del maestro. Sì, perché io, dopo aver sentito tante lodi sperticate su Simmons (tutte più che meritate, s'intende), ero pronta a godermi una storia in cui lui fosse l'indiscusso pilastro portante, il vero protagonista che si impone sulla sua controparte e la surclassa. Invece il bello di Whiplash sta proprio nel fatto che i due combattono alla pari, e più il maestro sbraita, tira oggetti, insulta e mortifica, più l'allievo si intestardisce, risponde, rischia... fino alla ricompensa finale.
    E proprio qui, sulla lunga scena finale (che ho trovato fantastica), si potrebbe aprire un dibattito infinito. Io dirò solo la mia, senza star tanto a ragionare, poi chi vuole ribatta.
    Sì, il metodo "tough love" funziona. Funziona qui, però. Funziona in un film. Funziona per un ragazzo. Non vuol dire che funzioni sempre o che sia giusto o etico adoperarlo. A parte il fatto che quello rappresentato nel film è un metodo veramente molto tough e non so fino a che punto love (per chi non lo sapesse, in poche parole il termine "tough love" indica un sistema di insegnamento che prevede disciplina, severità e molte critiche, che dovrebbero stimolare l'allievo e spingerlo a dare il massimo e migliorarsi), in generale io non sono una sostenitrice di questa concezione dell'insegnamento. Primo perché non funziona con tutti i soggetti; con me, ad esempio, non funziona. Se mi sento continuamente criticata io, pur avendo tutte le risorse per fare bene, vado nel panico; lo recepisco come un attacco personale, non rivolto all'attività che sto svolgendo (e mi viene in mente la scuola guida, forse perché è l'ultima cosa che ho fatto in ordine di tempo dove avevo a fianco un maestro) e quindi mi ferisce. Per non parlare poi della mortificazione o della violenza fisica. Se uno mi tira dietro una sedia o mi prende a schiaffi ha finito di vivere... gli scateno contro la terza guerra mondiale! Comunque sia, è un metodo, esiste e si usa (specialmente in ambienti militari da quanto ne so), e i risultati possono essere due: o trovi l'alunno che si demoralizza o molla, oppure quello che si ostina a provare perché vuole fare buona impressione sul maestro, o sfidarlo, e alla fine ha successo; come in questo caso. Il problema è, come fa notare lo stesso Andrew, stabilire dove stia il confine tra "sono bastardo perché voglio spronarti, tu capirai, reagirai e diventerai qualcuno" e "sono bastardo perché c'ho preso gusto, tu non capirai, fallirai e magari ti ammalerai e finirai appeso per il collo a una trave". Ci vuole equilibrio, come in tutte le cose, e a me sinceramente non è parso che Terence Fletcher fosse un insegnante dotato di equilibrio. Certo, alla fine tutto il suo accanirsi contro Andrew ha portato a dei risultati, ma io la vedo più come una fortunata coincidenza che come un piano prestabilito. Se Andrew ad un certo punto fosse crollato, avesse smesso di reagire, Fletcher si sarebbe fermato o avrebbe passato il confine, continuando a tormentarlo per il puro gusto di farlo?
    Certo, ha ragione quando dice "Le parole più pericolose del vocabolario sono "bel lavoro"." ma l'alternativa per essere un buon insegnante non è non dire mai "bel lavoro", almeno secondo me. Si può tranquillamente dire "bel lavoro, ma...".
     
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    Mi fa piacere vedere che ti abbia entusiasmato quanto me! :D
    Non mi dilungo su quanto fosse efficace e perfetto dal punto di vista tecnico, visceralmente coinvolgente (certo, anch'io sono entrata in empatia profondissima con il protagonista, ma non solo per l'arrivo al limite della sopportazione, ma anche per il dolore fisico, la violenta ambizione, la cattiveria addirittura che mi prendeva!) e diretto come una frustata perché hai già detto tutto tu!
    Mi soffermo un attimo su due riflessioni che hai fatto, la prima su quanto il film fosse fondamentalmente molto semplice e lineare nella trama, immediato.... e la seconda sul dibattito riguardo al tipo di insegnamento proposto nel film.

    Io credo di aver tanto amato questo film, perché nella sua estrema immediatezza, trasparenza e pulizia (apprezzabilissime, perché ogni tanto hai bisogno di film così), riesce comunque ad essere ambiguo e a "disturbare" o a far riflettere lo spettatore, proprio come ha fatto con te!
    È bellissimo secondo me il fatto che si mostri un tipo d'insegnamento estremo quasi con freddezza clinica, lasciandoti dubitare del fatto che il regista lo approvi o meno, portandoti in una zona incerta di confine tra metodo d'insegnamento sano e vincente o distruttivo (oltre che facendoti sfiorare il confine tra passione e ossessione, genialità e squilibrio mentale...)
    Non sono molto sicura che il regista celebri il metodo del film, ma sono più dell'idea che lo mostri in tutta le sue potenzialità e pericolosità per permettere allo spettatore di trarne le sue conclusioni...
    Era proprio necessario un atteggiamento del genere? Andrew sarebbe diventato un grande comunque? Quali sono i limiti a cui è giusto spingere un allievo e quali sono i limiti a cui è giusto spingersi per conquistare un obiettivo?
    E ancora: questo film celebra i vincenti, coloro che con il massimo impegno e determinazione superano tutti gli ostacoli e non si lasciano affossare (non come il ragazzo che non ha retto e s'è impiccato) o mostra la pericolosità di questo atteggiamento?
    Anche se io direi che Chazelle appoggia con tutto se stesso Andrew e il suo sogno, in realtà egli abilmente mostra (ad es. i personaggi in tutta la loro complessità e gamma di emozioni e turbamenti) e si defila.
    Io personalmente la penso come te, Cri. Non è un metodo che funziona sempre e io non lo giustifico. A piccole dosi serve, ma in questo caso viene portato ad un tale parossismo da farti quasi star male!
    Originale poi come hai detto sia la rappresentazione di questo rapporto morboso allievo-maestro, forse un unicum nel cinema, ma anche la rappresentazione dell'alienazione massima ed estrema a cui è portato un artista per raggiungere i massimi risultati nel suo campo, dove non basta essere bravi, ma bisogna eccellere.
    Finale strepitoso. Il fatto che lo spettatore non si meritasse di vedere quel tanto atteso sorriso di soddisfazione l’ho trovato crudele e geniale al tempo stesso.
     
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  4. Crispilla
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    CITAZIONE
    Non sono molto sicura che il regista celebri il metodo del film, ma sono più dell'idea che lo mostri in tutta le sue potenzialità e pericolosità per permettere allo spettatore di trarne le sue conclusioni...

    Concordo, anzi secondo me Chazelle non si pone proprio il problema. Non vuole fare propaganda, semplicemente farti conoscere la storia. Non c'è stato nessun momento in cui mi sono fermata a pensare "Ma il regista cosa pensa? Approva o no?" perché sei semplicemente troppo coinvolto. E, tra l'altro, anche volendo fare un'analisi, Chazelle è molto astuto sotto questo punto di vista, perché riesce a farti credere una cosa per poi trovare il modo per farti cambiare totalmente idea.
    Come all'inizio, quando sembra che Fletcher straveda per Andrew, tu pensi "No, non è giusto che gliela faccia così semplice. E' solo un principiante e si sta già montando la testa." Poi gli tira una sedia addosso e tu reagisci con "Ok, però forse così è troppo." E via così. Fino a quando Andrew si schianta contro il camion e, nonostante questo, si presenta lo stesso sul palco: "Il maestro sarà anche un sadico, ma tu ragazzo mio sei completamente fuori di testa!" Poi c'è quell'incontro al bar in cui Fletcher spiega le sue motivazioni, che non sono sbagliate! Certo, rimane sempre il dubbio se il metodo si possa applicare a tutti i soggetti e se esista veramente la famosa linea che non va oltrepassata. Ma la base delle motivazioni (chi ci tiene veramente non mollerà) è valida. Quindi è un continuo prendere posizione per poi interrogarsi di nuovo.


    CITAZIONE
    E ancora: questo film celebra i vincenti, coloro che con il massimo impegno e determinazione superano tutti gli ostacoli e non si lasciano affossare (non come il ragazzo che non ha retto e s'è impiccato) o mostra la pericolosità di questo atteggiamento?

    Secondo me la cosa più interessante è che sì, sicuramente è una celebrazione dei vincenti, di quelli che lottano per i propri sogni, ma non è detto che questi vincenti siano degli eroi positivi al 100%.
    Mi spiego meglio: solitamente, il prototipo del giovane sognatore è completamente "bianco", non ha ombre: è sincero, leale, buono, corretto, onesto, puro. E per questo si contrappone al maestro-bruto (o a qualsiasi altra figura negativa, a volte l'intero sistema). Invece Andrew è pieno di ombre: come ho già detto è spesso sgradevole e i suoi comportamenti sono più che discutibili. Anche il modo in cui tratta la ragazza è emblematico: la invita a uscire subito dopo essere stato scelto da Fletcher per entrare nell'orchestra, in un momento in cui si sente un dio in terra, quindi è una mossa che va letta come "Sono figo, sono forte, adesso mi faccio anche la ragazza". Non è vero interesse quello che prova, vuole semplicemente soddisfare il proprio orgoglio. E altrettanto rapidamente la scarica quando "non ha più tempo per lei", traduzione: "Sto per diventare una star della musica e non me ne faccio niente di una sfigatella che lavora alla cassa del cinema".
    Sarò ripetitiva, ma per me il fatto che Andrew sia irritante tanto quanto Fletcher è veramente la trovata geniale del film.
     
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3 replies since 9/9/2015, 14:16   90 views
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