007 Spectre

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    Titolo: Spectre
    Regia: Sam Mendes
    Genere: azione, spionaggio
    Nazione: UK/USA
    Anno: 2015
    Cast:
    Daniel Craig: James Bond
    Christoph Waltz: Oberhauser
    Ralph Fiennes: M
    Léa Seydoux: Madeleine Swann
    Monica Bellucci: Lucia Sciarra
    Dave Bautista: Mr. Hinx
    Ben Whishaw: Q
    Naomie Harris: Eve Moneypenny
    Andrew Scott: Denbigh
    Rory Kinnear: Bill Tanner
    Jesper Christensen: Mr. White
    Trama: Un messaggio criptico dal passato di Bond porta l'agente 007 a seguire una pista per smascherare una minacciosa organizzazione. Mentre M lotta contro le forze politiche per tenere in vita i servizi segreti, Bond tenterà di aggirare numerosi inganni e svelare la terribile verità che si cela dietro SPECTRE.

    Video

    Tratto da wikipedia e comingsoon.it
     
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  2. Crispilla
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    Era difficile superare Skyfall, persino eguagliarlo... e infatti Spectre non ci riesce, ma diciamo che ci va vicino.
    Lo stile autoriale di Mendes c'è e si vede, ma in questo capitolo in particolare è forte la volontà di tornare alla classica formula del film di 007, un sentimento che si concretizza non soltanto nel Bond che spara in camera all'inizio, come da manuale, e nemmeno nella ricomparsa delle donnine nei titoli di testa, quanto piuttosto nella varietà delle location (nemmeno in Quantum of Solace ce n'erano così tante), nelle sequenze di combattimenti, inseguimenti o, più in generale, d'azione molto più frequenti e spettacolarizzate, nei dialoghi più brevi e, salvo alcune eccezioni, meno significativi. Una scelta quindi che sembra voler uniformare il Bond di Daniel Craig (il più anticonvenzionale di tutti) alle interpretazioni dei suoi predecessori e che, se da un lato rende il film un perfetto strumento di puro entertainment, scorrevole, lineare e avvincente, dall'altro fa rimpiangere l'introspezione psicologica e il lato quasi intimista di Skyfall.
    A livello estetico, ci sono delle scene molto molto pregevoli, ad esempio la sequenza d'apertura, il Giorno dei Morti, realizzata in gran parte con un unico movimento di macchina da presa, che segue Bond dalle strade di Città del Messico, dentro l'ascensore di un albergo, fino ad una passeggiatina sui tetti dei palazzi che ricorda quasi un videogioco. Molto ben studiata anche la scena della riunione della Spectre, giocata sull'alternanza di luci e ombre, e tutta la parte finale all'interno dell'edificio abbandonato dell'MI6.
    A livello di trama, invece, ho apprezzato il fatto che Mendes e gli sceneggiatori abbiano voluto richiamare tutti i precedenti episodi di Bond/Craig, per collegarli, fornire delle spiegazioni in più e operare una sorta di chiusura del cerchio
    con Bond che sceglie di cambiare vita, abbandonando i servizi segreti. Visto che Craig ha dichiarato che non farà altri film nei panni dell'agente, mi sembra una conclusione direi conciliante. Un po' scontata forse, ma accettabile.

    Cast convincente, la Seydoux se la cava, anche se non raggiunge i livelli di intensità di Eva Green (che per me resterà la migliore Bond girl di sempre), la Bellucci occupa lo schermo per un tempo complessivo che supera a stento i 5 minuti e ciò è bene, mentre Waltz è come sempre perfetto.
    Che in realtà fosse Blofeld l'avevamo capito tutti, però ho trovato molto fine il modo in cui da una parte si è voluto richiamare il personaggio nella sua versione "storica" (il gatto bianco, la scena della tortura, la cicatrice, il fatto che faccia una quasi brutta fine per colpa di un elicottero, mi pare di ricordare che nel film con Connery sia morto volando fuori dal portellone di un aereo) ma approfondendone la psicologia, attribuendogli questa semi parentela con Bond... che però poteva essere sfruttata meglio. E' quasi un peccato che si sia visto in un solo film e per poco, perché le potenzialità da super cattivo le ha tutte.

    Per quel che riguarda le dolenti note... stranamente credo che il punto debole del film sia proprio Bond. Per esigenze di trama o di tempistiche, non saprei, il personaggio è stato appiattito ai limiti del banale; è un Bond che parla pochissimo e quando lo fa raramente sforna battute memorabili o pensieri profondi, che agisce molto ma riflette poco e che, spiace dirlo, anche a livello di espressività comunica pochino, persino nelle scene chiave. Per contro, praticamente tutti gli altri protagonisti lo surclassano, dalla Seydoux, che pure ha i suoi difetti, a Waltz che non ha rivali, ma persino i comprimari risultano più incisivi, basti pensare a M, a Moneypenny e a Q, il vero eroe del film. Non vorrei malignare, ma sembra quasi che Craig fosse già stufo del ruolo ancor prima di iniziare le riprese, quindi non stupisce che abbia detto no ad altri sequel.
    Una cosa che boccio totalmente, invece, sono i titoli di testa... con sta piovra, che ansia! Sembrava un hentai! No, distrae troppo...
     
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1 replies since 14/5/2015, 15:11   57 views
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