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Crispilla.
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Titolo: The Normal Heart
Regia: Ryan Murphy
Genere: drammatico
Anno: 2014
Nazione: USA
Cast:
Mark Ruffalo: Alexander "Ned" Weeks
Matt Bomer: Felix Turner
Taylor Kitsch: Bruce Niles
Jim Parsons: Tommy Boatwright
Alfred Molina: Ben Weeks
Julia Roberts: Dr. Emma Brookner
Joe Mantello: Michael R. "Mickey" Marcus
BD Wong: Buzzy
Jonathan Groff: Craig Donner
Stephen Spinella: Sanford
Finn Wittrock: Albert
Denis O'Hare: Hiram Keebler
Corey Stoll: John Bruno
Danielle Ferland: Estelle
Trama: 1981. Ned Weeks è uno scrittore ebreo americano gay che, al primo insorgere dell'epidemia dell'AIDS, si impegna perché la malattia non venga trattata con superficialità sia dall'ambiente medico che da quello politico. Fonda così il Gay Men's Health Crisis per sensibilizzare l'opinione pubblica e assistere gli ammalati. La sua attività, in pieno reaganismo, verrà ostacolata sia dagli etero che da una parte dei gay.
Premi e nomination:
2014 - Emmy Awards
Miglior film TV
Nomination Miglior attore protagonista in un film TV o una mini-serie a Mark Ruffalo
Nomination Miglior attore non protagonista in un film TV o una mini-serie a Matt Bomer
Nomination Miglior attore non protagonista in un film TV o una mini-serie a Joe Mantello
Nomination Miglior attore non protagonista in un film TV o una mini-serie a Jim Parsons
Nomination Miglior attore non protagonista in un film TV o una mini-serie a Alfred Molina
Nomination Miglior attrice non protagonista in un film TV o una mini-serie a Julia Roberts
2014 - Critics' Choice Television Awards
Miglior film TV
Miglior attore non protagonista in un film o una mini-serie a Matt Bomer
Nomination Miglior attore non protagonista in un film o una mini-serie a Joe Mantello
Nomination Miglior attore protagonista in un film o una mini-serie a Mark Ruffalo
Nomination Miglior attrice non protagonista in un film o una mini-serie a Julia Roberts
2015 - Golden Globe
Miglior attore non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione a Matt Bomer
Nomination Miglior mini-serie o film per la televisione
Nomination Miglior attore mini-serie o film per la televisione a Mark Ruffalo
2015 - Screen Actors Guild Awards
Miglior attore in un film televisivo o miniserie a Mark Ruffalo
Nomination Miglior attrice in un film televisivo o miniserie a Julia Roberts
2015 - Satellite Awards
Nomination Miglior film per la televisione
Nomination Miglior attore mini-serie o film per la televisione a Mark Ruffalo
Nomination Miglior attore non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione a Matt Bomer
2015 - Directors Guild of America Award
Nomination Miglior regista per film tv o miniserie a Ryan Murphy
Film sottoposto a Visione collettiva a Febbraio 2015.. -
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È bellino, ma mi aspettavo di più. Io ci ho ritrovato un po' di soap opera e di sceneggiatura non particolarmente raffinata, che me lo fa identificare con un prodotto cinematografico non particolarmente brillante o uno televisivo meritevole (visti gli standard italiani). Addirittura mia sorella l'ha mollato perché le sembrava troppo "didascalico" (aggettivo che uso io per riassumere quello che secondo me intendeva e all'inizio a ragione: una serie di scene girate senza troppa arte e un po' troppo macchinose, con il preciso intento di spiegare certe cose, ma in maniera un po' rozza... poi c'è il primo appuntamento tra Ned e Felix che è imbarazzante a mio parere) io l'ho visto tutto e non me ne sono pentita, perché in realtà si evolve sempre meglio...
a sorprendermi maggiormente è stata l'interpretazione di Mark Ruffalo, che ha saputo "femminilizzare" il suo personaggio, con la voce, con i gesti, con i suoi atteggiamenti, ma anche conferirgli una credibilissima caratterizzazione dura, impulsiva e irruenta. Bravo tutto il resto del cast del resto... anche se non riesco a giudicare Jim Parsons perché ci vedo sempre e comunque Sheldon di Big Bang Theory, anche se lui in realtà si impegna tantissimo e il ruolo è completamente diverso xD
Non mi ha soddisfatto molto la trattazione dell'argomento perché alla lunga l'ho trovato un po' ripetitivo e ridondante... non sono riuscita a levarmi questa curiosità: ma è possibile che venissero colpiti SOLO i gay (così viene fatto intendere per tutto il film, anche dopo anni dalla scoperta della malattia, quando Ned va alla Casa Bianca, ammette che le vittime sono SOLO gay) nella prima fase e tutti con questi tumori che si diffondevano a macchia d'olio (quando in realtà i sintomi possono essere anche molto diversi e solo una piccola parte dei malati di AIDS viene colpita da quel tipo di tumore)... da come veniva rappresentata, con gli ospedali gremiti di malati, sembrava avere quei caratteri mitologici delle piaghe d'Egitto che, non so, mi è parso un po' troppo
Però ho trovato interessante, a parte cast e interpretazioni, le dinamiche del GMHC, il modo in cui i singoli membri importanti affrontano l'emergenza cittadina e la malattia dei loro cari, le reazioni umane dei vari personaggi... mi è piaciuta ad es. la caratterizzazione di un personaggio apparentemente marginale, quello della dottoressa interpretata da Julia Roberts. In realtà mi sono commossa anche in alcuni punti, però a film concluso mi sono resa conto che era stato fatto in maniera un po' "facile", non in maniera esageratamente melodrammatica, ma comunque abbastanza esplicita, anche un po' insistita talvolta.SPOILER (clicca per visualizzare)tipo, far vedere Ned alla festa solo indugiando sugli altri ballano, dopo che gli è appena morto il compagno, mi è sembrato un po' infierire
Ciò non toglie che l'amore rappresentato tra i due personaggi fosse qualcosa di così puro, autentico e naturale e così "normale", per citare il titolo, che veramente dovrebbe togliere qualsiasi reticenza, qualsiasi dubbio sul fatto che ci sia un amore normale e un amore innaturale o malato o perverso. Probabilmente una delle coppie più tenere che abbia mai visto sullo schermo!
Sull'AIDS ho visto film migliori, come Philadelphia e Dallas Buyers Club, però anche questo film spiega la tragedia di una fase importante della lotta contro l'AIDS e alla fine un film tecnicamente ben fatto, con un ottimo cast e ottime interpretazioni.. -
Crispilla.
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Sulla macchinosità delle scene nella prima parte ti do ragione, ma secondo me questo deriva dal fatto che il soggetto è tratto da un'opera teatrale: l'errore, se così vogliamo chiamarlo, forse è stato quello di voler tradurre in maniera troppo fedele la costruzione delle scene del copione originale, ottenendo così una sequenza di scene disgiunte che avrebbe avuto bisogno di un filo conduttore più presente. La cosa comunque si risolve da sé col procedere della narrazione, anche se gli elementi teatrali si sentono ancora: ad esempio, è facile notare come i personaggi principali abbiano una o più occasioni per esibirsi in veri e propri monologhi che, pur se inseriti in punti strategici e quindi funzionali alla trama (come l'elogio funebre di Tommy), rimandano sempre all'idea di un attore solo sul palco che, appunto, fa un monologo in puro stile amletico.
Per quanto riguarda invece l'altra critica, quando dici:CITAZIONENon mi ha soddisfatto molto la trattazione dell'argomento perché alla lunga l'ho trovato un po' ripetitivo e ridondante... non sono riuscita a levarmi questa curiosità: ma è possibile che venissero colpiti SOLO i gay (così viene fatto intendere per tutto il film, anche dopo anni dalla scoperta della malattia, quando Ned va alla Casa Bianca, ammette che le vittime sono SOLO gay) nella prima fase e tutti con questi tumori che si diffondevano a macchia d'olio (quando in realtà i sintomi possono essere anche molto diversi e solo una piccola parte dei malati di AIDS viene colpita da quel tipo di tumore)... da come veniva rappresentata, con gli ospedali gremiti di malati, sembrava avere quei caratteri mitologici delle piaghe d'Egitto che, non so, mi è parso un po' troppo
Leggendo l'ultima riga mi è subito tornata in mente una scena di Philadelphia, quando durante la testimonianza in tribunale Tom Hanks dice che tutti chiamavano l'AIDS "la piaga dei gay". Secondo me non è esagerato pensare alla prima diffusione dell'AIDS come ad un'epidemia, per due ragioni in particolare. Prima di tutto, era una malattia nuova, mai diagnosticata prima, e non esistevano cure, se non in via sperimentale e quindi rischiosa e/o illegale (vedi Dallas Buyers Club); e va da sé che la circolazione di un virus incurabile è fonte di panico. Il secondo motivo è puramente sociale: nei primi anni '80, la comunità gay viveva in una sorta di bolla dorata; i loro diritti civili erano appena stati riconosciuti, grazie anche alle lotte di attivisti come Harvey Milk, e in generale tutti si sentivano più liberi di esprimere la propria sessualità, specialmente se in gruppi e associazioni frequentati da soli gay. Forti di questo entusiasmo, vivevano una vita molto promiscua (cosa che viene chiaramente esposta dal film) e questo portava alla diffusione così rapida del virus. Che poi c'è una bella differenza tra HIV e AIDS (per quel che ne sappiamo, Ned e Bruce potrebbero essere entrambi portatori sani di HIV). Quindi da una parte abbiamo una cerchia ristretta di persone che si contagiano tra loro, mentre dall'altra c'è un forte residuo di mentalità chiusa e rifiuto dell'omosessualità, considerata come un peccato mortale, che fa sì che si crei distanza tra chi è colpito dal problema e chi si sente invece protetto ed escluso. Non so se riesco a spiegarmi: io immagino l'uomo medio di quel periodo, magari anche un po' bigotto, che pensa che l'AIDS sia una sorta di punizione divina inflitta solo ai gay, e non gli interessa sapere se si troverà mai una cura, non gli interessa che gli ospedali siano attrezzati o meno, perché a lui non toccherà mai. Da qui le lotte della dottoressa interpretata dalla Roberts.
Per questo dico che a me il film non è sembrato esageratamente "catastrofico", perché credo che il clima di pregiudizio e discriminazione che ancora regnava, a dispetto di tutte le conquiste sociali, nei confronti dei gay abbia favorito un generale disinteresse, quasi un insabbiamento, del problema AIDS.
Non a caso, è stato proprio quando sono venuti alla luce casi di contagio anche in donne o uomini etero che si è cominciato veramente a lottare contro la malattia. C'è stato uno sportivo molto famoso, credo un pugile, che ha fatto addirittura una conferenza stampa per annunciare di aver contratto l'AIDS tramite una trasfusione di sangue.
Al di là di questo, l'ho trovato un film emotivamente molto coinvolgente e a tratti anche sconvolgente. Il regista ha scelto di calcare la mano, di non risparmiare nulla allo spettatore, di mostrare tutta la devastazione che la malattia può produrre in un corpo (che sia il lento calvario di Felix, o una fine rapida e inaspettata come quella del primo fidanzato di Bruce). Frustra e commuove questa sensazione di abbandono provata dai personaggi, questo lottare strenuamente, andando però sempre a sbattere contro un muro fatto di pregiudizi ed ignoranza. Così come commuove la bellissima storia d'amore tra Ned e Felix, e qui ti quoto alla grande!CITAZIONEProbabilmente una delle coppie più tenere che abbia mai visto sullo schermo!. -
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La situazione dei gay e dell'ambiente dell'epoca in realtà è chiara, credo che sia a questo punto più una percezione personale quella del tono un po' catastrofico e ridondante... non in realtà perché inverosimile, ma proprio come scelta di messa in scena, con questa cerchia di persone solo gay che si ammalano praticamente tutte una dopo l'altra, una rappresentazione della malattia simile alla peste, un ambiente ristretto e quasi esclusivo in cui girano sempre le stesse situazioni... in realtà mi hai ricordato che l'opera di partenza è teatrale, cosa di cui mi ero dimenticata, questo spiega un po' di cose...
Probabilmente è anche vero che per anni fossero solo i gay ad essere colpiti e i casi in persone etero fossero più rari e meno evidenti, ma mi è sembrato comunque strano che dopo anni (sembrava che fossero passati degli anni) non fosse ancora stato dimostrato il contrario... e i tossicodipendenti, le prostitute non sono sempre stati vittime dell'AIDS? lasciamo pure stare i casi di trasfusione di sangue, che magari erano molto più rari... ma evidentemente lo scrittore/sceneggiatore avrà avuto i suoi buoni motivi per scrivere quella scena alla Casa Bianca e io comunque ho una cultura limitata in materia... quest'ultima comunque è solo una puntualizzazione su una curiosità personale, non un vero e proprio difetto.