La macchina del tempo

The time machine

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    Il libro

    copj170.asp


    Titolo originale The time machine
    Autore Herbert George Wells
    1ª ed. originale 1895
    Genere Romanzo
    Sottogenere fantascienza, viaggio nel tempo

    Trama
    Nell’Inghilterra di fine ’800 uno scienziato conoscitore di fisica e meccanica racconta ai suoi più stretti amici di aver trovato il modo di viaggiare nel tempo ma il suo racconto non viene creduto.
    Egli racconta di aver costruito una macchina che puo viaggiare avanti e indietro nel tempo.

    Libro sottoposto a Lettura collettiva a Gennaio 2014.


    I film

    uf



    Titolo originale The Time Machine
    Titolo italiano: L'uomo che visse nel futuro
    Paese di produzione Gran Bretagna, Stati Uniti
    Anno 1960
    Durata 103 min
    Genere avventura, fantascienza
    Regia George Pal
    Soggetto H.G. Wells, La macchina del tempo
    Sceneggiatura David Duncan
    Produttore George Pal
    Fotografia Paul Vogel
    Montaggio George Tomasini
    Effetti speciali Whan Chang, Van Allen James
    Musiche Russell Garcia

    Interpreti e personaggi
    Rod Taylor: George (H. G. Wells)
    Alan Young: David Filby/James Filby
    Yvette Mimieux: Weena
    Sebastian Cabot: Dr. Philip Hillyer
    Tom Helmore: Anthony Brindwell
    Whit Bissell: Walter Kemp
    Doris Lloyd: Mrs. Watchett

    Trama
    Capodanno 1899. Scienziato britannico s'imbarca da solo nella macchina del tempo che ha inventato per un favoloso viaggio avveniristico: 1917, 1940, 1966 e, con un balzo, nell'802701 dove esistono gli Eloi apatici e i Morlocks cannibali aggressivi e mutanti. Che paura. Vivace e divertente riduzione del famoso romanzo (1895) di H.G. Wells La macchina del tempo.

    Premi vinti
    Premi Oscar 1961: Oscar per i migliori effetti speciali


    Time-After-Time-1979



    Titolo originale Time After Time
    Titolo italiano: L'uomo venuto dall'impossibile
    Paese di produzione Stati Uniti
    Anno 1979
    Durata 112 min
    Genere fantascienza, thriller
    Regia Nicholas Meyer
    Soggetto Karl Alexander, Steve Hayes
    Sceneggiatura Karl Alexander, Steve Hayes
    Produttore Steve Hayes
    Fotografia Paul Lohmann
    Montaggio Donn Cambern
    Musiche Miklós Rózsa

    Interpreti e personaggi
    Malcolm McDowell: H. G. Wells
    David Warner: Leslie John Stevenson (Jack lo squartatore)
    Mary Steenburgen: Amy Robbins
    Charles Cioffi: Police Lt. Mitchell
    Kent Williams: Assistente
    Andonia Katsaros: Mrs. Turner
    Patti D'Arbanville: Shirley

    Trama
    L'uomo venuto dall'impossibile (Time After Time) è un film di fantascienza del 1979 diretto dal regista Nicholas Meyer.
    Il film prende spunto dal romanzo La macchina del tempo (1895) di Herbert George Wells per elaborare una trama completamente originale. Il soggetto del film fu ispirato alla prima parte del romanzo in fase di scrittura Time After Time di Karl Alexander, che fu pubblicato più o meno nello stesso periodo della distribuzione del film.
    Protagonista del film è lo stesso Wells, che realizza alla fine dell'Ottocento una vera macchina del tempo. La macchina viene però utilizzata da un altolocato medico psicopatico, responsabile dei delitti di Jack lo Squartatore, che la usa per fuggire nel futuro, sottraendosi così alla caccia di Scotland Yard.
    Wells, sentendosi responsabile di una potenziale tragedia (che il Jack possa "inquinare" un futuro che lo stesso Wells immagina utopisticamente libero dalla violenza e dalla malvagità) parte all'inseguimento del pericoloso assassino. Si trova così nel 1979, cioè il "presente".
    Con l'aiuto di un'impiegata di banca riuscirà a fermare lo Squartatore, ma non prima di essersi reso conto che il futuro non è come lo aveva immaginato (significativa la scena in cui Jack lo Squartatore, mostrando ad H.G. Wells la violenza rappresentata da un qualsiasi telegiornale, sostiene che "La violenza di questo mondo ha superato perfino la mia, ai nostri tempi io sarei stato imprigionato come un mostro, qui, adesso, sono considerato un povero frustrato"). Wells comunque concluderà che "Tutti i tempi sono uguali, solo l'amore li rende un po' sopportabili."


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    Titolo originale The Time Machine
    Titolo italiano: The time machine
    Paese di produzione USA
    Anno 2002
    Durata 96 min
    Genere fantascienza
    Regia Simon Wells
    Soggetto H.G. Wells (romanzo), David Duncan
    Sceneggiatura John Logan
    Fotografia Donald McAlpine
    Montaggio Wayne Wahrman
    Musiche Klaus Badelt
    Scenografia Oliver Scholl

    Interpreti e personaggi
    Guy Pearce: Alexander Hartdegen
    Mark Addy: David Filby
    Samantha Mumba: Mara
    Omero Mumba: Kalen
    Phyllida Law: Mrs. Watchett
    Laura Kirk: Flower Seller
    Josh Stamberg: Motorista
    John W. Momrow: Guidatore Fifth Avenue
    Sienna Guillory: Emma
    Jeremy Irons: Über-Morlock

    Trama
    The Time Machine è un film di fantascienza del 2002 diretto da Simon Wells.
    È ispirato all'omonimo romanzo La macchina del tempo di H.G. Wells e al film del 1960 L'uomo che visse nel futuro, di cui costituisce un remake.
    New York, fine del XIX secolo. Uno scienziato, Alexander Hartdegen, vuole dimostrare che è possibile viaggiare nel tempo. La sua volontà diventa ostinazione dopo una tragedia che gli fa perdere la fidanzata in un tentativo di rapina e che lo spinge definitivamente a costruire una macchina del tempo per tornare al tragico giorno e cambiare il passato.



    Edited by Crispilla - 18/1/2014, 15:21
     
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  2. Crispilla
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    Un racconto più che un romanzo, d'ogni modo mi è abbastanza piaciuto.
    Ho apprezzato il fatto che, a differenza di molti altri libri di fantascienza, che immaginano le civiltà del futuro come tecnologicamente super avanzate, Wells immagini invece un mondo ormai quasi spopolato, che sembra tornato ad un rapporto più stretto con la natura, addirittura regredito a forme più semplici di linguaggio e di pensiero.
    Interessante anche il fatto che poi in realtà i Morlock siano i veri esseri "evoluti", coloro che possiedono il controllo della tecnologia e dei mezzi di produzione, che tiranneggiano sugli Eloi arrivando addirittura a cibarsene. E' come se Wells lanciasse una critica alle società industrializzate e meccanizzate, perchè, nonostante siano più evoluti e forti, i veri selvaggi sono i Morlock, mentre attraverso le parole del protagonista traspare una simpatia verso i più semplici Eloi e anche approvazione per il loro stile di vita bucolico.


    Forse l'unico aspetto poco verosimile della storia è la datazione: credere che la Terra sia ancora abitabile nell'anno 800.000 mi sembra un po' azzardato. Anche se comunque l'autore rimedia in qualche modo con la descrizione del secondo viaggio nel tempo dello scienziato, durante il quale osa spingersi ancor più avanti nel futuro, assistendo al progressivo estinguersi di ogni forma di vita e alla distruzione incombente.
    In sostanza è molto piacevole come racconto, concettualmente forte, forse avrebbe potuto essere sviluppato maggiormente, diventando un vero romanzo. Sarebbe stato interessante conoscere meglio anche il punto di vista degli Eloi o dei Morlock, invece che affidarsi unicamente a quello dello scienziato (che rimane sempre distaccato nelle descrizioni).
     
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    La commento ora solo per non vedere più l'ultimo messaggio in questa sezione XD

    A me questo "racconto lungo" è piaciuto tantissimo, innanzitutto perché m'ha sorpreso (e m'ha anche un po' intenerito^^) la modernità del tema fantascientifico all'interno di un prodotto ottocentesco, che inizia con una cornice placida e sorniona caratterizzata anche da un certo umorismo inglese, con questo personaggio molto eccentrico, "Il viaggiatore nel tempo". Sono rimasta piacevolmente spiazzata sin da subito dal fatto che nella cornice ci vengano date delle spiegazioni pseudoscientifiche piuttosto curate e dettagliate e dal fatto che poi, quello che potrebbe essere l'inizio di un semplice giallo intorno alla macchina del tempo/racconto d'avventura alla Jules Verne si trasforma rapidamente in un racconto distopico, una fiaba-incubo dalle tinte piuttosto cupe e angoscianti, un finale apocalittico per me strepitoso, un ritorno alla realtà tranquilla del salotto con il caminetto acceso per finire con un finale aperto e ammiccante. Insomma una continua piacevole sorpresa, poi se penso che questo romanzo è stato scritto nel 1895, trovo il racconto distopico in anticipo con i tempi e ancora stimolante ai giorni nostri. Certo, si tratta di un racconto molto semplice e quasi naif, però dà spunti interessanti, proprio perché Wells non immagina una realtà supertecnologica e avanzata, piena di fabbriche ecc., ma una terra spopolata, abitata da creaturine fragili, minute, infantili, pacifiche e vegetariane, che sembrano aver raggiunto una pace e un equilibrio con la natura, ma nello stesso tempo hanno dimenticato la civiltà. La sorpresa è che questo popolo "eletto" e spiritualmente avanzato è in realtà sfruttato e manipolato da abitanti del sottosuolo, che letteralmente li allevano come carne da macello
    impressionante quando si scopre che i Morlock si cibano degli Eloi morti!

    insomma sono servi, sono ciechi, sono sottomessi, però sono coloro che in ultima istanza hanno il potere. Questa cosa mi è sembrata molto interessante... è come se Wells mettesse in guardia la sua civiltà dal fatto che, diventare troppo serviti e riveriti, ricchi, consumatori ecc. rende in un certo senso più deboli e rammolliti e favorisce il dominio di un'altra razza, anche meno civilizzata, però più concreta e più forte... insomma questi Eloi non fanno niente, non sanno fare niente, non si curano di imparare niente. L'unico luogo deputato alla cultura che vediamo è il Palazzo di porcellana verde, un museo tutto distrutto...
    In quel museo il nostro protagonista tra i tanti detriti e cose dimenticate troverà i mezzi che gli permetteranno di accendere il fuoco per spaventare i Morlock... se non ricordo male gli Eloi avevano dimenticato anche la capacità di accendere il fuoco, insomma sono tanto progrediti quanto regrediti, hanno dimenticato la loro storia e abbandonato la loro cultura. Questa visione delle cose, per quanto lontana dai giorni nostri, per me ha comunque qualche punto di contatto e può offrire stimoli su cui riflettere, come accade in ogni romanzo di fantascienza che si rispetti.

    Poi mi è sembrato piuttosto appassionante il racconto del Viaggiatore, seppure avesse uno sguardo scientifico e pragmatico molto forte e quindi non un modo di raccontare particolarmente appassionato... ma questa focalizzazione può anche essere un punto di forza del racconto...

    Un'altra cosa che m'è piaciuta tantissimo è stata la descrizione del viaggio attraverso la macchina... avevo la sensazione di far scorrere davanti a me un film in modalità veloce... anche il fatto che questo romanzo sia stato pubblicato nel 1895 e lo scrittore avesse un modo di descrivere così cinematografico m'ha stupita.
    E anche la parte apocalittica, con la descrizione del Sole e la grande creatura marina, mi è sembrata visionaria e suggestiva.
    Insomma questo romanzo m'è sembrato, per quanto abbastanza ingenuo e naif nel suo complesso, sorprendente per l'epoca in cui è stato scritto.
    Certo, sarebbe stato interessante vederlo maggiormente sviluppato, in modo da diventare un romanzo vero e proprio.
     
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2 replies since 18/1/2014, 15:08   190 views
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