Il grande Gatsby

The great Gatsby

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  1. Crispilla
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    IL LIBRO
    Il-grande-gatsby



    Titolo: Il grande Gatsby
    Autore: Francis Scott Fitzgerald
    Genere: romanzo
    Anno: 1925
    Nazione: USA
    Edito da: Mondadori
    Trama: Ambientato a New York e a Long Island durante l'estate del 1922, Il grande Gatsby è il più acuto ritratto dell'anima dell'età del jazz, con le sue contraddizioni, il suo vittimismo e la sua tragicità.
    La storia, che secondo la tecnica di Henry James viene raccontata da uno dei personaggi, narra la tragedia del mito americano che aveva retto il paese dai tempi dello sbarco a Plymouth Rock e può essere considerata l'autobiografia spirituale di Fitzgerald che, ad un certo punto della sua vita, chiuso con l'alcolismo e con la vita da playboy, vuole capire quali erano stati gli ostacoli che avevano inabissato la sua esistenza.
    E' la storia infelice di Gatsby, ex gangster divenuto miliardario, che non riesce a dimenticare Daisy, la ragazza per cui è diventato ricco.


    Libro sottoposto a Lettura collettiva ad Aprile 2013.


    I FILM
    Il+grande+Gatsby



    Titolo: Il grande Gatsby
    Regia: Jack Clayton
    Genere: drammatico
    Anno: 1974
    Nazione: USA
    Sceneggiatura di: Francis Ford Coppola
    Cast:
    Robert Redford: Jay Gatsby
    Mia Farrow: Daisy Fay
    Karen Black: Myrtle Wilson
    Bruce Dern: Tom Buchanan
    Scott Wilson: George B. Wilson
    Sam Waterston: Nick Carraway
    Lois Chiles: Jordan Baker

    Premi:
    1975 - Premio Oscar
    Migliori costumi a Theoni V. Aldredge
    Miglior colonna sonora a Nelson Riddle
    1975 - Golden Globe
    Miglior attrice non protagonista a Karen Black
    Nomination Miglior attore debuttante a Sam Waterston
    Nomination Miglior attore non protagonista a Sam Waterston
    Nomination Miglior attore non protagonista a Bruce Dern
    1975 - Premio BAFTA
    Migliore scenografia a John Box
    Migliore fotografia a Douglas Slocombe
    Migliori costumi a Theoni V. Aldredge



    Titolo: Il grande Gatsby
    Regia: Baz Luhrmann
    Genere: drammatico
    Anno: 2013
    Nazione: USA/AUSTRALIA
    Cast:
    Leonardo DiCaprio: Jay Gatsby
    Tobey Maguire: Nick Carraway
    Carey Mulligan: Daisy Buchanan
    Joel Edgerton: Tom Buchanan
    Isla Fisher: Myrtle Wilson
    Jason Clarke: George Wilson
    Elizabeth Debicki: Jordan Baker
    Callan McAuliffe: Jay Gatsby da giovane
    Gemma Ward: Catherine

    Uscita italiana: 16 Maggio 2013

    Trailer italiano ufficiale:
    Video

    Tratto da wikipedia


    Edited by Crispilla - 17/4/2013, 19:25
     
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    L'hai poi iniziato a leggere, Cri?
     
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  3. Crispilla
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    No, perchè per esigenze cinematografiche mi sono ritrovata a dover affrontare prima I Miserabili (finito) e Anna Karenina (di cui ho superato la metà ormai). Comunque lo leggerò sicuramente, anche perchè per combinazione ho registrato su Sky il film con Redford e la Farrow e vorrei vedere anche quello prima. Se vuoi che lo proponga ancora per le letture collettive dimmelo, magari non questo mese perchè ho già trovato due titoli... comunque prima di Maggio facciamo ampiamente in tempo!^^
     
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  4. Crispilla
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    Bene, ora che è iniziata la lettura collettiva posso commentarlo; vi avverto che come sempre io spoilero anche senza mettere lo spoiler, perciò leggete a vostro rischio e pericolo!
    Tante volte ho sentito definire Il grande Gatsby come il ritratto del crollo del sogno americano, una frase che ritengo piuttosto banale (non si dice più o meno di qualsiasi romanzo pessimista ambientato in America??) e anche pretestuosa. Un sogno distrutto c'è sicuramente, ma non è quello americano, basato sulla scalata sociale e la ricchezza, bensì un sogno d'amore. Gatsby riesce benissimo (anche se con metodi illeciti) ad elevarsi allo status di miliardario e in questo incarna la realizzazione del sogno americano più puro e semplice, il mito del self made man, ma fallisce nel suo proposito di conquistare l'amore di Daisy. Quindi se proprio Fitzgerald ci vuole dimostrare qualcosa a proposito del sogno americano è quanto sia vacuo quando è fine a se stesso e non è questo il caso.
    Comunque allontaniamoci da questo cliché critico e parliamo invece di quello che veramente il libro incarna (sempre secondo me, almeno): è una finestra spalancata sulla società benestante degli anni '20 che ci viene presentata senza pietà, senza veli in tutta la sua pochezza, nella smania di apparire e nel gusto per la frivolezza applicata ad ogni campo della vita, dalla moda, alla conversazione, ai sentimenti.
    I personaggi sono così disgustosamente vuoti e banali che si finisce inevitabilmente per odiarli tutti, da quello che viene menzionato soltanto come ospite ad una festa di Gatsby, ai protagonisti. Vedi Jordan e vorresti usarla per scartavetrare dei mobili, leggi i dialoghi di Daisy e vorresti spaccarle in due la testa come una noce per controllare che abbia un cervello. Per non parlare di Tom il Macho...quello sì che è un prototipo di americano modello e il suo ruolo dovrebbe essere sufficiente a spostare l'attenzione dei critici/lettori da questa tanto decantata distruzione del sogno americano alla ben più evidente ed interessante analisi spietata della società prima della Grande depressione.
    Ad ogni modo, è un libro dall'inizio molto lento e il primo impatto con lo stile non è semplicissimo, stracolmo di difetti, che ad un certo punto tenta con scarso successo di diventare un thriller (le dinamiche della morte di Myrtle e tutto ciò che ne segue sono piuttosto imbarazzanti dal punto di vista della messa in scena; se fosse un giallo di Agatha Christie verrebbe da buttarlo dalla finestra) , che tenta prepotentemente di farci appassionare alle vite di personaggi orribili e privi di ogni attrattiva, ma che sorprendentemente si salva e piace (parlo sempre per me) grazie a Jay Gatsby.
    Gatsby è il salvagente del libro, è il perno del libro, senza Gatsby il libro sarebbe carta straccia. E' l'unica figura veramente interessante proprio perchè è la mosca bianca in quel mondo sfarzoso e vuoto.
    E' l'esatto opposto di tutti gli altri personaggi, in ogni senso. Tutti gli altri sono sempre alla ricerca di feste, mentre lui le organizza ma non vi partecipa mai; tutti gli altri vivono solo per il presente, oppure invocando il futuro (d'estate non vedono l'ora che arrivi l'autunno e che il caldo passi, e probabilmente in autunno non vedranno l'ora che arrivi l'estate per poter far festa all'aperto), mentre lui vive imprigionato nel passato e vuole a tutti i costi farlo rivivere. Tutti gli altri si accontentano di matrimoni di facciata, di fingere l'amore e la felicità, mentre lui si nutre della speranza di un amore che gli salvi la vita, ma non un amore passeggero, un amore eterno che deve essere esclusivo e totalizzante (non per niente vuole che Daisy ammetta apertamente di non aver mai amato il marito, ma lei è così cretina che l'unica volta che poteva mentire per far piacere a qualcuno se ne esce con "No, io ho amato anche mio marito... per dieci minuti circa quando ho accettato di sposarlo, poi piuttosto di andare all'altare mi sarei ammazzata e ora lo disprezzo come pochi, però per quei dieci minuti l'ho amato!" Oca giuliva dei miei stivali!).
    E' un eroe romantico (da Romanticismo in quanto genere) catapultato in un mondo dove i sentimenti non hanno valore, dove si può fingere tutto ed essere infelici senza per questo provare l'impulso di migliorare la propria condizione. Pensare a questo povero uomo che fissa l'altra sponda dell'isola, guardando questo faro verde e ripensando al suo amore di gioventù, non è una cosa che fa stringere il cuore? Non verrebbe voglia anche a voi di abbracciare Gatsby e dirgli "Puoi avere di meglio"?. La cosa fantastica è che è una figura talmente tragica e sensibile che il lettore dimentica completamente i suoi lati oscuri, ovvero ciò che ha fatto per diventare ricco; di certo si sa che trucca scommesse, ma probabilmente ha fatto anche di peggio come gangster e spacciatore di alcolici, ma non ce ne frega proprio niente. Per noi Gatsby è soltanto il baluardo dell'amore puro e ingenuo, dell'amore fedele (non viene nemmeno un briciolo di sospetto che possa aver avuto altre donne all'infuori di Daisy), dell'amore cieco di fronte all'evidenza e impossibile, ma non per questo (o forse proprio per questo) di un lirismo sconvolgente.
     
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  5. *sway*
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    Ho faticato a terminare questo libro, se non fosse stato per Jay Gatsby l'avrei piantato li dopo i primi due capitoli!
    Ma poi attacca a parlare di lui ed allora ti invoglia ad andare avanti per sapere sempre di più su questo misterioso personaggio. L'unico che sia ben descritto e che ti faccia appassionare alle vicende raccontate. Lui così diverso da tutti gli altri che sono solo scarne figure di contorno che nessun valore aggiungono. Mette tenerezza pensare a come abbia sempre vissuto in funzione di ritrovare il suo amore giovanile e di come poi si sia frantumata la speranza di rimettersi con lei. Lei che tra l'altro trovo essere la più odiosa di tutti, Daisy, assai irritante in quei suoi sciocchi modi di fare e di esprimersi; mette una gran voglia di prenderla e scaraventarla giù da un balcone!
    Riguardo al periodo di ambientazione, appare un mondo frivolo, senza pensieri che non siano quelli di divertirsi e trovare degli inutili modi per passare il tempo nelle calde giornate estive come rinchiudersi da qualche parte a bere liquori. Eppure sono contrastata su questo pensiero avendo visto qualche giorno fa Midnight in Paris; in quel film il protagonista è talmente appassionato agli anni venti da trasmetterne il suo entusiasmo e quindi ad offuscare questa immagine data da Il grande Gatsby. Oppure è solamente un altro aspetto di quegli anni, viene tutto condito dal lato artistico cambiando quindi il modo di vedere le cose... e qui direi che mi sono un po' persa in quel che volevo dire XD
     
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  6. Silk.
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    Diciamo che questo libro mi ha emozionato, ma perchè mi sono emozionata per Gatsby, non per altro!
    Alla fine lascia un po' l'amaro in bocca, lo devo ammettere!
    Mi è piaciuto a tratti, non c'è stato l'amore a prima vista tra me e il libro.
    Queste mega feste non fanno altro che sottolineare la società frivola di cui fanno parte i personaggi principali.
    E' un libro a tratti veramente dolci e a tratti anche fin troppo amaro.
    Il punto di vista del protagonista mi è piaciuto, lo devo ammettere! Il guardare la vita di Gatsby da un punto di vista che non sia il suo l'ho trovato veramente geniale!
    Alla fine il lettore non piò far altro che amare Gatsby con le sue debolezze e il suo sogno infranto!
    Secondo me per apprezzare molto di più questo libro si deve un po' rifletterci sopra, riflettere su questa storia di una società che troviamo spesso incomprensibile a noi che viviamo quasi 100 anni dopo di loro.
    L'unica cosa che mi ha fatto venire voglia questo libro è di fare un bel viaggio a New York, non so perchè!
    Concludo dicendo che, a parte i personaggi odiosi, l'ho trovato un bel libro :)
     
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    Condivido così tanto la tua recensione Cri, che mi verrebbe da quotarla tutta!
    Solo che io non l'ho trovato così lento e stracolmo di difetti (e se c'era un giallo io non l'ho semplicemente colto! :lol: ), anzi, l'ho divorato a cavallo di una sera e la mattina del giorno dopo senza nessuna fatica... a volte c'erano delle frasi senza senso... non capisco se fossero dovute a
    A. Fitzgerald che ogni tanto si perdeva per strada
    B. La discutibile traduzione del mio Grande Gatsby a 0,99 euro
    C. L'imbecillità dei personaggi e di Daisy in particolare
    (io opto per C)
    Comunque la staticità della trama e la pochezza dei personaggi e della storia d'amore, cose che non rendono il Grande Gatsby il mio romanzo preferito, sono tuttavia funzionali allo scopo di mostrare una società frivola e vuota e ritrarre con malinconica ironia gli slanci romantici del grande (e purtroppo fallito...) Gatsby.
    Lo stile non mi è dispiaciuto affatto... ho trovato le descrizioni semplicemente evocative, spesso eleganti e preziose come l'ambiente a cui si riferiscono.

    Ho visto al cinema la trasposizione di Baz Luhrmann e mi è piaciuta parecchio.
    Fedelissima al romanzo e soprattutto al suo spirito e al suo messaggio, ma anche personalissima, erede dello stile inconfondibile di Moulin Rouge e Romeo+ Giulietta.
    A molti non è piaciuto, ma ho constatato che alla maggior parte lo stile estroso, sopra le righe di Luhrmann risulta indigesto, ed è del tutto comprensibile.
    Secondo me l'eccentricità di certe scelte registiche, montaggio, inquadrature, scenografie, costumi, musiche si adattava benissimo agli sfarzosi e superficiali personaggi del libro. L'utilizzo di musica moderna, giù sperimentato nei due film sopra citati, funziona perfettamente e fa associare non senza motivo l'America degli anni '20 alla società contemporanea.
    DiCaprio perfetto... già quel suo viso da bambolotto, con tanto di occhioni romantici e sorriso furbetto, lo rendevano un potenziale ottimo candidato per il ruolo... comunque ha svolto un ottimo lavoro. Brava la Mulligan, anche se non particolarmente incisiva.
    Totalmente inadatto Tobey McGuire, con quel suo sorriso ebete e sempre la solita espressione stordita... perché?? Lo scrittore dev'essere un personaggio lucido, distaccato, forte. E qui non capisco neppure la scelta di far iniziare il film con lui in una casa di cura, con la barba non fatta, dopo un periodo di alcolismo. Una parte che proprio non aveva senso, in quanto Carraway non è un personaggio romantico e non si è mai fatto coinvolgere troppo dagli eventi, anzi, ha sempre preso un po' le distante (motivo della mia leggera insofferenza nei suoi confronti).
    Un'altra cosa su cui avrei da ridire è
    il funerale di Gatsby. Il film è stato fedelissimo al libro, tranne per l'aggiunta di cui parlavo sopra, perché eliminare la presenza delle sole 2 persone al funerale?? (di cui una, Occhi-di-gufo, pronuncia una commento, "Povero bastardo", che io avrei indubbiamente lasciato)

    Comunque bilancio positivo!
     
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  8. Crispilla
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    CITAZIONE
    B. La discutibile traduzione del mio Grande Gatsby a 0,99 euro

    Orrenda e imbarazzante, però quando compri un libro per 99 cents non puoi pretendere chissà cosa :lol:

    CITAZIONE
    Fedelissima al romanzo e soprattutto al suo spirito e al suo messaggio, ma anche personalissima, erede dello stile inconfondibile di Moulin Rouge e Romeo+ Giulietta.
    A molti non è piaciuto, ma ho constatato che alla maggior parte lo stile estroso, sopra le righe di Luhrmann risulta indigesto, ed è del tutto comprensibile.

    Mah, io con Luhrmann ho un rapporto un po' altalenante: Moulin Rouge! è uno dei miei film preferiti, Romeo+Juliet mi è piaciuto anche se per me la combinazione Shakespeare e pistole è un po' un sacrilegio... mentre se ripenso ad Australia ancora mi viene il vomito! :sick:
     
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    Orrenda e imbarazzante, però quando compri un libro per 99 cents non puoi pretendere chissà cosa

    Ero fiduciosa!!! quindi anche tu l'hai comprata? ^^

    CITAZIONE
    Mah, io con Luhrmann ho un rapporto un po' altalenante: Moulin Rouge! è uno dei miei film preferiti, Romeo+Juliet mi è piaciuto anche se per me la combinazione Shakespeare e pistole è un po' un sacrilegio... mentre se ripenso ad Australia ancora mi viene il vomito!

    Moulin Rouge idem
    Romeo e Juliet, è vero, però l'idea della trasposizione moderna è stata sviluppata benissimo
    Australia... da dimenticare!
     
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  10. Crispilla
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    CITAZIONE
    Ero fiduciosa!!! quindi anche tu l'hai comprata? ^^

    Ma sì, l'ho visto lì e guardacaso avevo in mente di leggerlo perchè stava uscendo il film... poi ho notato il prezzo, e cosa fai? Non approfitti? Ovviamente non mi aspettavo una traduzione di Primo Levi, ma come si suol dire, chi è causa del suo mal pianga se stesso! :rolleyes:
     
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  11. Birket
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    Libro molto particolare.. Sinceramente l'ho trovato molto volentieri, e non mi è mai pesato, l'ho amato nella sua interezza. Il linguaggio secondo me è quello che dà valore al libro, così prezioso e meticoloso, che fa che le grandi feste, la descrizione dettagliata della casa e dei suoi dintorni, diventino una sorta di contraltare a quanto di sfumato e oscuro rappresentano tanto Gatsby quanto in misura maggiore gli altri personaggi.
    CITAZIONE
    E' un eroe romantico (da Romanticismo in quanto genere) catapultato in un mondo dove i sentimenti non hanno valore, dove si può fingere tutto ed essere infelici senza per questo provare l'impulso di migliorare la propria condizione.

    Concordo.. secondo me anche se l'amore è l'unico sentimento totalizzante che sia viene messo in crisi (i numerosi tradimenti sparsi un pò ovunque) sia viene ricercato (vedi Gatsby) alla fine risulta il più labile di tutti.. Gatsby è un inetto sveviano sui generis, che, nonostante avesse avuto le possibilità, si dimostra un instancabile sognatore fallito.
    CITAZIONE
    La cosa fantastica è che è una figura talmente tragica e sensibile che il lettore dimentica completamente i suoi lati oscuri, ovvero ciò che ha fatto per diventare ricco; di certo si sa che trucca scommesse, ma probabilmente ha fatto anche di peggio come gangster e spacciatore di alcolici, ma non ce ne frega proprio niente.

    E' la cosa più strabiliante di tutte.. chi è che in fondo al libro odia Gatsby? Nessuno, egli rimane una figura memorabile, monolitica, come se si tendesse a giustificare ogni sua azione o comportamento, come se avessimo una sorta di compassione profonda.. in fondo nessuno va al suo funerale, spia di una vita quasi inesistente, quasi non vissuta, come se il mito americano della ricchezza materiale e del benessere si frantumasse all'istante davanti all'importanza di relazioni vere, sincere, al di fuori dal puro legame familiare.. relazioni che mai si instaurano in tutto il libro, in cui i personaggi non sono che fantocci, mossi da bisogni sensibili da consumarsi all'istante..
    CITAZIONE
    Il punto di vista del protagonista mi è piaciuto, lo devo ammettere! Il guardare la vita di Gatsby da un punto di vista che non sia il suo l'ho trovato veramente geniale!

    Concordo con silk, l'ho trovato molto ben riuscito anch'io^^
    Il libro a me è piaciuto molto, è stato una piacevole sorpresa, e devo dire che certe allusioni non l'ho ancora capite, restano ancora sospese.. dovrei rileggerlo una seconda volta :P
     
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  12. Crispilla
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    CITAZIONE
    Totalmente inadatto Tobey McGuire, con quel suo sorriso ebete e sempre la solita espressione stordita... perché?? Lo scrittore dev'essere un personaggio lucido, distaccato, forte. E qui non capisco neppure la scelta di far iniziare il film con lui in una casa di cura, con la barba non fatta, dopo un periodo di alcolismo.

    Sai aly? Penso che sia proprio questo che "frega" il film di Luhrmann (insieme ad un altra cosa), perchè la sua interpretazione di Carraway è praticamente la copia di Christian in Moulin Rouge! Lo scrittore squattrinato che perde una figura importante della sua vita (se Christian perdeva l'amore, con Gatsby Carraway comunque perde una persona che stimava, che idealizzava e nel modo in cui lo perde si esaurisce anche la sua fiducia nel genere umano, per usare una frase fatta) e che ripercorre le vicende passate attraverso la scrittura, che diventa quasi terapeutica. Anche il modo in cui Carraway viene presentato (l'arrivo a Long Island, l'impatto con il mondo festoso della casa accanto, l'essere coinvolto nella dissolutezza di Tom) in una lunghissima parte iniziale che personalmente avrei sintetizzato, ricorda moltissimo quel che succede a Christian prima di incontrare Satine.
    Continuando a parlare di Moulin Rouge... l'ho rivisto la settimana scorsa e non ho potuto fare a meno di pensare: "Cavoli, ce ne sono di cose esagerate qui..." però funziona tutto a meraviglia, creando una sorta di magia che secondo me in Gatsby non si ripete. Non parlo tanto delle feste scatenate, quanto semmai delle scelte registiche: nella prima parte si fa un largo uso di effetti speciali, carrellate velocissime in avanti per simboleggiare il passaggio da una sponda all'altra di Long Island che di nuovo ricordano i voli di macchina sopra i tetti di Parigi per arrivare al Moulin Rouge. Tutti i movimenti di camera sono frenetici nella prima parte (sempre come in Moulin Rouge...) e l'effetto che producono è soprattutto un gran mal di testa; si addolciscono ovviamente quando si passa a raccontare di Gatsby e Daisy. Per quel che riguarda le musiche, invece, a volte funzionano splendidamente (ad esempio il bellissimo brano struggente di Lana del Rey), però continuo a pensare che il rap sia un po' troppo.

    Tra l'altro, ho visto anche il film con Redford e nemmeno quello mi ha convinto al 100%... forse è impossibile trasporre Il grande Gatsby al cinema senza sbagliare qualcosa. Se Clayton si bea della sua eleganza, della sua pulizia, dello stile minimale ma lussuoso, Luhrmann si bea della sua stravaganza... c'è sempre qualcuno troppo concentrato su un aspetto specifico e che si dimentica del nocciolo della questione.
    Quel che Luhrmann ha dimenticato, probabilmente, è che il cinema (così come la letteratura) è anche interpretazione personale, e sembra terrorizzato dalla possibilità che gli spettatori non colgano tutte le sfaccettature del carattere o dei sentimenti dei protagonisti. Così infila la voce fuori campo di Carraway ovunque, per evitare incomprensioni.... però certe cose sarebbe anche bello intuirle da soli. Anche il continuo riferimento alla luce verde del molo... ok, dopo una volta l'abbiamo capito tutti perchè Gatsby pasa ore a fissarla e cosa rappresenta, non c'è bisogno di tornarci sopra tre, quattro volte nel corso del film!
    Probabilmente, Luhrmann avrebbe fatto bene a riprendere una scena del film di Clayton che nel romanzo non è presente, ma che fa comprendere più di mille parole quel che è appunto il nocciolo della questione. In questa scena Daisy trova in uno degli armadi di Gatsby la sua vecchia uniforme da ufficiale, gliela fa indossare e ballano, come durante il loro primo incontro. E una scena all'apparenza così semplice è perfetta per far capire quello che entrambi cercano in quel rapporto: Daisy un uomo galante che la adori e la faccia sentire il centro dell'universo, e Gatsby l'opportunità di tornare indietro nel tempo e cogliere le occasioni perdute.

    CITAZIONE
    il funerale di Gatsby. Il film è stato fedelissimo al libro, tranne per l'aggiunta di cui parlavo sopra, perché eliminare la presenza delle sole 2 persone al funerale?? (di cui una, Occhi-di-gufo, pronuncia una commento, "Povero bastardo", che io avrei indubbiamente lasciato)

    Anche io sono rimasta molto delusa dall'esclusione del padre di Gatsby; secondo me si è persa un'occasione per dare più spessore al finale. E' quasi scomparsa anche la figlia di Daisy, ma in questo senso Luhrmann fa un favore al personaggio in quanto non la fa sembrare una pessima madre, oltre che una stupida oca.


    Ironicamente, il personaggio di Gatsby alla fine salva il film proprio come salva il romanzo. Di Caprio è fantastico, una delle sue intepretazioni migliori... è poi è adorabile, soprattutto nella scena del primo incontro con Daisy, la parte che ho preferito di tutto il film. Risulta poco convincente solo quando gli fanno fare cose che non libro non compaiono.
     
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11 replies since 21/1/2013, 17:46   1085 views
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