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Birket.
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Il libro
Titolo: Casa di Bambola
Autore: Ibsen Henrik
Edito da: Einaudi
Genere: Teatro
Anno: 1879
Trama:Considerata dal marito, il rispettabile avvocato Torvaldo Helmer, l'immagine del decoro degna di essere esibita in società, nonché la bambola prediletta da guidare ed ammaestrare a proprio piacimento, la giovane Nora vive all'ombra di un matrimonio di cui non ha mai sperimentato l'essenza in otto anni di convivenza. Ignara del proprio ruolo puramente accessorio ed egoisticamente infantile nella casa che lei crede la sua reggia, destinata però a rivelarsi una prigione di ipocrisia, Nora andrà incontro ad una personale epifania a partire da una vigilia di Natale carica di aspettative, in cui un antico prestito contratto con l'oscuro Krogstad illuminerà la natura dell'amore che la lega al marito e l'abisso che li divide. Forte della rinnovata consapevolezza di non essere niente se non un grazioso burattino, Nora si dichiarerà intenzionata a completare il suo personale percorso di affermazione interiore, alla ricerca di nuovo senso o forse, solo, di un altro sostegno su cui plasmare la propria vita.Il film
Titolo: Casa di Bambola
Regia: Patrick Garland
Genere: Drammatico
Nazione: Gran Bretagna
Cast: Claire Bloom, Anthony Hopkins, Ralph Richardson, Denholm Elliott, Dame Edith Evans, Anna Massey
Anno: 1973
Trama: Sul finire dell'800, in una cittadina della Norvegia, Nora e Torvald Helmer vivono apparentemente felici: si amano, sono sposati da 8 anni, hanno tre bei bambini e lui è stato recentemente nominato direttore di una banca importante. Torvald vezzeggia la moglie con graziosi nomignoli, e la giudica incapace di pensieri seri, e lei, per compiacerlo, lo asseconda. La vigilia di Natale arriva di lontano un'antica amica di Nora, Kristine Linde, rimasta vedova, dopo un matrimonio accettato per salvare la propria famiglia. Con l'aiuto di Nora ottiene subito nella banca di Helmer il lavoro che cerca, togliendolo, però, senza saperlo, a Nils Krogstad, vedovo, ex procuratore, rovinatosi per delle firme false, e anche strozzino, che ora, col suo piccolo impiego vorrebbe riacquistare la rispettabilità per amore dei figli. Appreso il proprio licenziamento, Krogstad ricatta Nora, la quale, non solo gli deve ancora molto del denaro ottenuto tempo prima segretamente per salvare la vita di Torvald, gravemente ammalato, ma ha falsificato, per ottenerlo, la firma di suo padre. Sotto la minaccia della denuncia, la donna vive una segreta angoscia, senza avere il coraggio di rivelare tutto al marito, ma certissima che egli, per evitare un rischio a lei, si assumerebbe tutta la responsabilità del falso.. -
*sway*.
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Il titolo si rispecchia chiaramente nella casa di Nora e Torvald, dove lei passa per il giocattolino del marito sempre pronta ad essecondarlo e lui a guidarla nella direzione che vuole.
Ammetto che ho passato quasi l'intero libro pensando a quanto fosse sciocca Nora, timorosa e servizievole in tutto e per tutto al marito, per poi rivalutarla decisamente sul finale quando si scopre forte di una decisione come quella di abbandonare una dimora sicura per ricercare se stessa. Comprensibile che non voglia più rimanere con lui dopo il comportamento avuto alla scoperta del suo segreto; finalmente ha aperto gli occhi per realizzare di essere sempre stata come lui voleva che fosse. E quant'era irritante con tutti quei vezzeggiativi che le dava! Povera donna...meno male che alla fine l'ha capita.. -
Birket.
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Il rapporto stucchevole e forzato tra i due coniugi è il perno e anche la nota teatralmente più interessante del libro.. mentre il marito sembra più pragmatico e furbescamente esperto ad addestrare la moglie come una bambolina con lo scopo di ben figurare nella vita della società ottocentesca, Nora appare sempre divisa tra il gusto piacevole di accettare questa nascosta sottomissione e allo stesso tempo la conseguente pesantezza di reggere ormai un matrimonio puramente di facciata. CITAZIONEAmmetto che ho passato quasi l'intero libro pensando a quanto fosse sciocca Nora, timorosa e servizievole in tutto e per tutto al marito, per poi rivalutarla decisamente sul finale quando si scopre forte di una decisione come quella di abbandonare una dimora sicura per ricercare se stessa.
Anch'io l'ho rivalutata molto alla fine.. per un attimo mi ha fatto ricordare la Medea di Euripide.. in effetti Nora non si discosta molto delle celebrali donne greche, tormentate interiormente ma vincolate esternamente...