Il signore delle mosche

Lord of the flies

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    Il libro

    Titolo: Il signore delle mosche (Lord of the Flies)
    Autore: William Golding
    Edito da: Mondadori
    Genere: romanzo (realistico)
    Anno: 1954
    Trama:
    Un gruppo di ragazzi inglesi, di non più di 12 anni, di ceto sociale elevato, sono gli unici sopravvissuti a un incidente aereo occorso mentre erano in volo di evacuazione durante un imminente conflitto planetario. Naufraghi su un'isola del Pacifico, i ragazzi si mettono subito all'opera per organizzarsi, ma, tentando di imitare le regole del mondo degli adulti, finiranno per trasformare quello che poteva essere definito come un paradiso terrestre in un vero inferno, dove emergono paure irrazionali e comportamenti selvaggi.

    Libro sottoposto a Lettura collettiva a Novembre 2013.

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    Il film

    Titolo: Il signore delle mosche
    Regia: Peter Brook
    Genere: avventura, drammatico
    Nazione: Gran Bretagna
    Anno: 1963
    Cast:
    James Aubrey: Ralph
    Tom Chapin: Jack
    Hugh Edwards: Piggy
    Trama:
    Il film è ambientato nel 1984 (anno futuristico dell'epoca), durante il quale è in corso una guerra nucleare.
    Durante una tempesta, un areo che trasporta alcuni ragazzi inglesi, messi in salvo dalla città in guerra, precipita nei pressi di un'isola deserta.
    Due ragazzi, Ralph e "Il Bombolo" (Piggy nella versione originale) i quali sembrano gli unici sopravvissuti alla tragedia, trovano sull'isola una conchiglia che, utilizzata come "tromba" richiama altri ragazzi sopravvissuti al disastro e giunti sull'isola, tra cui Jack, Simon e i gemelli Sam e Eric.
    I ragazzi si rendono conto del fatto che, trovandosi in un'isola deserta, sono fuori dal controllo dei genitori e altri adulti e che occorre organizzarsi per sopravvivere in quel luogo isolato dal mondo: per prima cosa eleggono Ralph come capo e si organizzano in due gruppi: il primo è capeggiato da Ralph, il secondo da Jack e costituito dai ragazzi del coro, che si occuperà di cacciare e procurarsi il cibo.
    La maturità dei ragazzi viene messa a prova a causa di alcuni fatti che turbano i naufraghi: uno di loro, Simon, chiede agli altri come fare per sopravvivere alla "bestia che striscia", che inizialmente i ragazzi non considerano (a causa delle continue allucinazioni di Simon), ma che viene presa con serietà quando uno di loro, Percival Wemys Madison, afferma di aver visto la Bestia venir fuori dal mare; il gruppo si divide definitivamente quando, dopo il passaggio di un aereo che avrebbe potuto portarli in salvo, Ralph accusa Jack e i cacciatori di aver lasciato spegnere un fuoco precedentemente acceso in modo che qualcuno li potesse individuare.


    Questo lungometraggio è sicuramente più fedele al romanzo di Golding del remake del 1990, tranne per alcune discordanze:
    - Il ragazzo grasso con gli occhiali, in inglese era chiamato "Piggy" come nel libro, mentre nel film tradotto in italiano viene chiamato "Il Bombolo".
    - Nel romanzo, non è un aereo a passare vicino all'isola (e ad allontanarsi senza averli notati), ma una nave.
    - I tempi di svolgimento sono, nel romanzo, assai più dilatati, e l'azione si protrae per assai più giorni di quanto appaia nel film: anche il corpo dei ragazzi subisce questa permanenza, cosa che non si nota nel film (i protagonisti sono definiti nel libro come sporchissimi, pieni di ferite e cicatrici ed hanno capelli lunghissimi che formano chiome informi, tanto da coprir loro la faccia e da dargli difficoltà visive).
    - Nel film la testa di maiale non "parla" a Simon, cosa che invece fa nel romanzo.


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    Il remake

    Titolo: Il signore delle mosche
    Regia: Harry Hook
    Genere: avventura, drammatico
    Nazione: USA
    Anno: 1990
    Cast:
    Balthazar Getty: Ralph
    Chris Furrh: Jack
    Danuel Pipoly: Piggy
    Badgett Dale: Simon
    Andrew Taft: Sam
    Edward Taft: Eric
    Gary Rule: Roger

    La trama dell'opera è in parte uguale a quella del libro e del precedente film, differendone nei seguenti particolari:
    - La pellicola è ambientata in epoca contemporanea alla lavorazione, ovvero all'inizio degli anni '90 (lo si capisce perché i ragazzi parlano di televisione e cartoni animati, in particolare Alf).
    - Il gruppo fa parte di una accademia militare (all'inizio infatti hanno tutti indosso delle uniformi) invece nel libro alcuni (tra cui Jack) fanno parte di un gruppo corale
    - Ralph nel libro viene nominato capo a seguito di una votazione perché risulta il più adatto, nel film invece viene nominato capo perché è il più alto in grado (un bambino dice "Ralph è Colonnello")
    - Il film si apre con il pilota dell'aereo che cola sanguinante in fondo al mare, ma viene prontamente salvato da Ralph. L'inquadratura si sposta poi in superficie, dove i ragazzi immersi nell'acqua, riescono a salvarsi a bordo di un canotto e giungono sull'isola deserta tutti insieme. Nel libro invece giungono Ralph e Piggy per primi e vengono raggiunti in seguito dagli altri naufraghi.
    - Insieme ai ragazzi vi è anche il pilota dell'aereo precipitato, che resta insieme a loro, ma incapace di muoversi. Una notte, in preda al delirio, si allontana dall'accampamento e giunge tra gli scogli, dove vengono ritrovati i suoi vestiti. Prima di essere ucciso, Simon giunge in una grotta e scopre che l'uomo è ormai morto (come il paracadutista considerato "la bestia")
    - Durante la fuga finale di Ralph da Jack e compagni Sam ed Eric mentono, dicendo di non aver visto Ralph, mentre nel romanzo, al contrario, lo tradiscono rivelando la sua presenza a Jack.


    Tratto da Wikipedia


    Edited by Crispilla - 21/11/2013, 15:07
     
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  2. Crispilla
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    Lessi il libro da adolescente e ricordo che mi colpì moltissimo...era forse uno dei primi testi così impregnati di violenza e crudezza che incontravo. Vorrei recuperare il film del '63.
     
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  3. Crispilla
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    Riletto volentieri e gustato allo stesso modo, a riprova del fatto che non è soltanto un libro per ragazzi.
    L'aspetto più sensazionale di questo romanzo secondo me, tralasciando il fatto che le personalità, gli atteggiamenti, i dialoghi e le reazioni dei bambini protagonisti sono estremamente realistiche, è l'angoscia che riesce a trasmettere; c'è un alone di malvagità e catastrofe che aleggia sull'isola e sui naufraghi, anche all'inizio, quando l'entusiasmo prevale su ogni altro sentimento... è come il sentore di qualcosa di irreparabile e tragico che sta per accadere.
    Già questa atmosfera da sola sarebbe insolita in un romanzo per ragazzi, ma oltre a questa troviamo immagini e concetti molto forti, a tratti anche disturbanti.
    Il concetto stesso che la Bestia da cui i ragazzini dovrebbero guardarsi sia in realtà dentro di loro, il famoso lato oscuro che ogni uomo ha in sè e che in determinate situazioni riesce ad uscire e prendere il sopravvento (qui ovviamente favorito da una regressione del concetto di società civilizzata a favore di un inselvatichimento non solo esteriore, ma anche interiore) è estremamente profondo e complesso. Così come complessa e spaventosa è l'immagine della testa di maiale conficcata sul palo, il Signore delle mosche che addirittura parla al ragazzo più impressionabile (o forse al più acuto), che può simboleggiare innanzitutto il diavolo, ma anche secondo me la personificazione di quel lato selvaggio e spietato che sta riuscendo a conquistare l'animo di parecchi altri sopravvissuti.


    Devo recuperare il film del '63.
     
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    A me non è piaciuto moltissimo, nel senso che non l'ho molto "sentito", per quanto pensi che la storia sia valida e ben raccontata. Probabilmente perchè sul tema del "famoso lato oscuro" dell'animo umano che emerge in un contesto di ritorno allo stato selvaggio, ho trovato molto più suggestivo "Cuore di tenebra" di J. Conrad.
    Inoltre ho trovato questo libro un po' lento e pesantuccio... ci ho messo più di due settimane a leggerlo, e in pillole. Non mi sono affezionata a nessun personaggio e devo ammettere che non ho neanche trovato la naturalezza tra i rapporti dei bambini di cui tu parli. Anzi, li ho trovati un po' stereotipati e appena abbozzati. Per questo, per quanto sia ben sviluppata la regressione allo stato selvaggio di alcuni bambini, il senso di tragedia che aleggia sull'isola e che mi ha suscitato una sensazione di angoscia e malessere durante la lettura, questo libro non mi ha appassionato o coinvolto più di tanto. Rimaneva sempre un certo distacco, come se guardassi delle formiche muoversi sotto una lente d'ingrandimento.
    Mi è piaciuto però lo stile di questo scrittore: molto bravo con le parole innanzitutto, e poi bravo a dare questa sensazione di malessere descrivendo la spiaggia illuminata da un sole accecante; questo spazio senz'ombre, che sembra il paradiso terrestre, con l'acqua splendida, gli alberi carichi di frutti, una luce costante, una conchiglia (emblema della fragilità delle leggi e di ciò che tiene insieme la società), l'ho trovato bellissimo e inquietante al tempo stesso.
    Ho trovato strepitosa la descrizione dell'uomo che non riesce a liberarsi dal paracadute. Era molto cinematografica... riuscivo a immaginarmi benissimo la scena, ad essere travolta dall'angoscia.
    Strepitosa anche la descrizione della
    morte di Simon e della scomparsa del suo corpo tra le onde... che freddezza, che parole taglienti, splendide, che situazione angosciante.

    La cosa che penso mi rimarrà maggiormente impressa è il Signore delle mosche, che giustamente dà il titolo all'intera opera. Ho trovato geniale l'inserimento di questo "personaggio".
    trovo che sia una geniale metafora per rappresentare la morte... il signore delle mosche... non solo la testa del maiale conficcata nel terreno, ma anche il "signore" che porta le mosche a posarsi sui corpi putridi e che continua ad angosciare i bambini sopravvissuti, ad aleggiare come una bestia nera nell'isola misteriosa. Infatti nei bambini soli in quel territorio disabitato si risvegliano paure ancestrali, paure che sono generate dall'istinto di sopravvivenza, paure che spingono l'uomo a compiere le azioni più selvagge, paure che potrebbero essere riassunte con una sola parola: la paura della MORTE.
    La bestia misteriosa non ha forma, può essere qualunque cosa, ma di una sola cosa si è certi: è portatrice di morte.
    Ma questa è una mia interpretazione: molto più probabilmente, come dici tu Cri, il signore delle mosche è la personificazione del lato oscuro che si risveglia nei bambini, i bambini che si mettono a fare danzi tribali, a ricoprirsi di tatuaggi, a piantare teste sui pali... è la testa che guarda Simon e gli dice "Che idea, pensare che la bestia sia qualcosa da poter uccidere! Non lo sai vero, che la bestia è una parte di te?" Insomma proprio la parte più selvaggia, più animalesca, più barbara dell'uomo, quella che proviene dal nostro essere fondamentalmente animali evoluti che possono anche regredire e fare qualsiasi cosa per spirito di sopravvivenza. La bestia è un incubo da scacciare, qualcosa che sta dentro la nostra testa, qualcosa che ci mette in lotta con noi stessi, ma paranoicamente anche l'uno contro l'altro.In qualche modo è comunque collegata la mia teoria sulla morte, ma con un percorso un po' più contorto e meno immediato^^

    Un romanzo che comunque mi ha fatto piacere leggere, perchè è un classico, ma che appunto, non ho particolarmente amato.
     
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3 replies since 7/4/2012, 17:30   209 views
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