Macbeth

The Tragedy of Macbeth

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  1. Crispilla
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    L'OPERA

    9788854120655g



    Titolo: Macbeth
    Titolo originale: The Tragedy of Macbeth
    Autore: William Shakespeare
    Genere: opera teatrale, tragedia
    Anno: 1605-1608
    Nazione: INGHILTERRA
    Trama: Macbeth è tra i più conosciuti drammi di Shakespeare, nonché la tragedia più breve. Frequentemente rappresentata e riadattata nel corso dei secoli, è divenuta archetipo della brama di potere e dei suoi pericoli. Per la trama Shakespeare si ispirò liberamente al resoconto storico del re Macbeth di Scozia di Raphael Holinshed e quello del filosofo scozzese Hector Boece.
    La tragedia si apre in un'atmosfera di lampi e tuoni; tre Streghe (Le Sorelle Fatali, le Norne) decidono che il loro prossimo incontro dovrà avvenire in presenza di Macbeth. Nella scena seguente, un ufficiale ferito riporta al re Duncan di Scozia che i suoi generali, Macbeth, barone di Glamis, e Banquo, hanno appena sconfitto le forze congiunte di Norvegia e Irlanda, guidate dal ribelle Macdonald. Macbeth, congiunto al re, viene lodato per il suo coraggio e prodezza in battaglia.
    La scena cambia: Macbeth e Banquo stanno facendo considerazioni sul tempo e sulla loro vittoria. Mentre passeggiano nella brughiera, le tre streghe, che li stavano aspettando, compaiono a loro e pronunciano profezie. Anche se Banquo per primo le sfida, esse si rivolgono a Macbeth. La prima lo saluta come Barone di Glamis, la seconda come Barone di Cawdor, e la terza gli preannuncia che diverrà re in futuro. Macbeth sembra basito nel suo silenzio, così Banquo ancora una volta le sfida. Le streghe lo informano che Banquo, d'altra parte, sarà il capostipite di una dinastia di re. Mentre i due uomini si stupiscono delle parole delle tre streghe, queste svaniscono e un altro barone, Ross, un messaggero del re, subito arriva e informa Macbeth del titolo che questi ha appena acquisito: Barone di Cawdor. La prima profezia è così realizzata. Immediatamente Macbeth incomincia a nutrire l'ambizione di diventare re.

    Macbeth scrive alla moglie delle profezie delle tre streghe. Quando Duncan decide di soggiornare al castello di Macbeth a Inverness, Lady Macbeth escogita un piano per ucciderlo e assicurare il trono di Scozia al marito. Anche se Macbeth mostra preoccupazione all’idea di un regicidio, Lady Macbeth alla fine lo persuade a seguire il suo piano.

    Nella notte della visita, Macbeth uccide Duncan. Macbeth non viene scoperto da nessuno, ma rimane talmente scosso che Lady Macbeth deve assumere il comando del tutto. Secondo il suo piano, dirotta i sospetti sulle guardie del re addormentate davanti alla porta della stanza di Duncan, facendo trovare i pugnali insanguinati in mano loro. Il mattino dopo arrivano Lennox, un nobile scozzese, e MacDuff, il leale barone di Fife. Il portiere apre il portone e Macbeth li conduce nella stanza del re dove MacDuff scopre il cadavere di Duncan. In un simulato attacco di rabbia, Macbeth uccide le tre guardie prima che queste possano reclamare la propria innocenza.

    MacDuff è subito dubbioso riguardo alla condotta di Macbeth, ma non rivela i propri sospetti pubblicamente. Temendo per la propria vita, i figli di Duncan scappano: Malcolm in Inghilterra e Donalbain in Irlanda. La fuga dei legittimi eredi li rende però dei sospetti e Macbeth sale al trono di Scozia in qualità di congiunto dell'ex re defunto.

    A dispetto del suo successo, Macbeth non è a suo agio circa la profezia per cui Banquo sarebbe diventato il capostipite di una dinastia di re. Così invita Banquo a un banchetto reale e viene a sapere che Banquo e il suo giovane figlio, Fleance, sarebbero usciti per una cavalcata quella sera stessa. Macbeth ingaggia due sicari per uccidere Banquo e Fleance (un terzo sicario compare misteriosamente nel parco prima dell'omicidio). Mentre gli assassini uccidono Banquo, Fleance riesce a fuggire. Al banchetto si presenta il fantasma di Banquo che siede al posto riservato a Macbeth ma solo Macbeth può vederlo. Il resto dei convitati è spaventato dalla furia di Macbeth verso un seggio vuoto finché una disperata Lady Macbeth ordina a tutti di andare via.

    Macbeth, sconvolto, si reca dalle streghe ancora una volta. Queste evocano tre spiriti latori di ulteriori profezie e avvertimenti:

    « Guardati da MacDuff! »
    (Prima apparizione: Una testa armata, Atto IV, scena I)
    « Nessuno nato da donna potrà far danno a Macbeth »
    (Seconda Apparizione: Un bambino insanguinato, Atto IV, scena I)
    « Macbeth non verrà mai sconfitto finché il grande bosco di Birnan non avanzi verso l'alto colle di Dunsinane contro di lui »
    (Terza Apparizione: Un bambino incoronato con un ramo d'albero nella mano, Atto IV, scena I)

    Dal momento che MacDuff è in esilio in Inghilterra, Macbeth crede di essere al sicuro. La famiglia di MacDuff cade però preda della follia omicida di Macbeth che manda dei sicari al castello dei MacDuff, con l'incarico di ucciderne la moglie e i giovani figli.

    Lady Macbeth incomincia ad essere tormentata dal peso degli omicidi ordinati, che grava sul suo subconscio. In una famosa scena, Lady Macbeth cammina nel sonno e prova a lavare via l'immaginaria macchia di sangue dalle sue mani confessando tutti i misfatti, tra la paura e il piacere, senza l'ombra del minimo pentimento anche nelle ore estreme della sua esistenza.

    In Inghilterra MacDuff e Malcolm pianificano l'invasione della Scozia. Macbeth, adesso identificato come un tiranno, vede che molti baroni disertano. Malcolm guida un esercito con MacDuff e Siward, conte di Northumbria, contro il castello di Dunsinane. Ai soldati, accampati nel bosco di Birnan, viene ordinato di tagliare i rami degli alberi per mascherare il loro numero. Con ciò si realizza la terza profezia delle streghe: reggendo i rami degli alberi, innumerevoli soldati rassomigliano al bosco di Birnan che avanza verso Dunsinane. Nel frattempo Macbeth pronuncia il famoso soliloquio ("Domani e domani e domani") alla notizia della morte di Lady Macbeth (la causa non è chiara; si presume che ella si sia suicidata).

    La battaglia culmina con l'uccisione del giovane Siward e col confronto finale tra Macbeth e MacDuff. Macbeth pensa con arroganza che non ha alcun motivo di temere MacDuff perché non può essere ferito o ucciso da "nessuno nato da donna". MacDuff però dichiara di "essere stato strappato prima del tempo dal ventre di sua madre" e che quindi non era propriamente "nato" da donna. Macbeth capisce troppo tardi che le streghe lo avevano fuorviato. I due combattono e MacDuff decapita Macbeth, realizzando così l'ultima delle profezie.


    Ci sono molte superstizioni fondate sulla credenza che il dramma sia in qualche modo "maledetto" e molti attori non vogliono menzionarne ad alta voce il titolo, riferendosi ad esso come "Il dramma scozzese". Pronunciare il suo nome dentro un teatro è considerato un atto capace di trasformare qualsiasi spettacolo in un fiasco.
    Il dramma è stato trasposto per il cinema varie volte; molto popolare è anche la versione operistica di questa tragedia, musicata da Verdi su libretto di Francesco Maria Piave e considerata, se possibile, ancora più malaugurante del dramma shakespeariano.


    Macbeth è stato Libro del mese ad Aprile 2012.

    I FILM

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    Titolo: Macbeth
    Regia: Orson Welles
    Genere: drammatico
    Anno: 1948
    Nazione: USA
    Cast:
    Orson Welles: Macbeth
    Jeanette Nolan: Lady Macbeth
    Dan O'Herlihy: Macduff
    Roddy McDowall: Malcolm
    Edgar Barrier: Banquo

    trono-di-sangue



    Titolo: Trono di sangue ( o Il Trono di sangue)
    Regia: Akira Kurosawa
    Genere: drammatico
    Anno: 1957
    Nazione: GIAPPONE
    Cast:
    Toshiro Mifune Taketoki Washizu
    Minoru Chiaki Miki Yoshiaki
    Akira Kubo Yoshiteru, figlio di Miki
    Chieko Naniwa lo Spirito della foresta
    Takamaru Sasaki Kuniharu Tsuzuki
    Takashi Shimura Noriyasu Odagura
    Trama: Taketoki Washizu è un nobile a cui viene profetizzata l'ascesa al potere e l'invincibilità fino a quando la foresta non si muoverà verso il suo castello. La profezia si avvera: Washizu, consigliato dalla moglie Asaji, uccide il re ed usurpa il trono, mentre l'amico Miki si impadronisce di un castello. Durante i funerali del re, i guerrieri vengono a conoscenza del delitto e Washizu e Asaji vengono assaliti dai sensi di colpa. Istigato ancora dalla moglie, Washizu esercita ancora di più il suo dispotico potere combattendo contro tutti coloro che lo ostacolano ma, durante un banchetto, l'ombra dell'assassinato gli appare davanti. Intanto una parte del paese si ribella e un esercito marcia contro il castello. Alla fine, Washizu si trova di fronte l'esercito nemico che avanza proteggendosi con i rami degli alberi.

    Film sottoposto a Visione collettiva ad Agosto 2013.

    locandina



    Titolo: Macbeth
    Regia: Roman Polanski
    Genere: drammatico
    Anno: 1971
    Nazione: USA, UK
    Cast:
    Jon Finch: Macbeth
    Francesca Annis: Lady Macbeth
    Martin Shaw: Banquo
    Terence Bayler: Macduff
    John Stride: Ross
    Nicholas Selby: Duncan
    Stephen Chase: Malcolm
    Premi:
    National Board of Review Awards 1971: miglior film
    BAFTA: migliori costumi

    Macbeth_2015_poster



    Titolo: Macbeth
    Regia: Justin Kurzel
    Genere: drammatico
    Anno: 2015
    Nazione: GB/FRANCIA/USA
    Cast:
    Michael Fassbender: Macbeth
    Marion Cotillard: Lady Macbeth
    Sean Harris: Macduff
    Elizabeth Debicki: Lady Macduff
    Paddy Considine: Banquo
    Jack Reynor: Malcolm
    David Thewlis: Duncan
    David Hayman: Lennox

    Tratto da Wikipedia.


    Edited by Crispilla - 3/1/2016, 15:54
     
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  2. Crispilla
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    Ho visto a distanza di una settimana sia la versione di Orson Welles che quella di Kurosawa e devo dire che, sebbene siano molto diverse, ho preferito la seconda.
    Welles è estremamente fedele alla tragedia, non soltanto perchè i dialoghi (o monologhi) rispecchiano fedelmente il testo teatrale, ma soprattutto perchè il fatto che le ambientazioni (specialmente il castello di Inverness) siano più scenografiche che funzionali e verosimili rimanda proprio al concetto di messa in scena. Lo stesso Welles poi è molto teatrale nella recitazione, forse un po' troppo impostato. Comunque è un bel film, anche se non ho apprezzato molto l'attrice che interpreta Lady Macbeth.

    Quello di Kurosawa invece si discosta in alcuni punti dalla storia originale (introducendo per esempio la gravidanza di Asaji e quella straordinaria scena della stanza dalle pareti imbrattate di sangue che non si cancella), ma è fedele nello spirito forse molto più della versione un po' troppo rigida di Welles. Anche Kurosawa si ispira al teatro, che ovviamente però non può essere quello di Shakespeare, e attinge alla tradizione del suo paese, impostando molte inquadrature come tipiche rappresentazioni del teatro No (che, per chi non lo sapesse, era il teatro nobile, contrapposto al Kabuki che era popolare). Questa tecnica si nota soprattutto nelle scene in interni, come i dialoghi tra Washizu e la moglie.
    A livello visivo il film ha sicuramente un impatto fortissimo e riesce anche qui meglio di quello di Welles (a cui comunque va dato il merito di aver inserito alcuni effetti interessanti, come la scena onirica del monologo finale di Macbeth). Fantastica ed ipnotica la scena dell'incontro dei due amici con lo spirito che incarna le tre streghe del testo, con questa ruota che continua a girare e la voce che pare provenire da un altro mondo.
    A proposito di voci... io ho l'abitudine di vedere i film di Kurosawa in originale con i sottotitoli, perchè essendo versioni restaurate il doppiaggio di solito è stato rifatto di recente e non si integra bene con la "maturità" della pellicola, ma anche perchè ritengo che le sfumature e le sonorità del giapponese siano difficili da rendere in altre lingue. Chiusa parentesi.
    Un'altra vittoria per Kurosawa è la scena della foresta che avanza verso il castello, un po' banale nel film di Welles, assolutamente strepitosa in questo; Kurosawa è riuscito a rendere l'idea di una foresta viva, che si muove lenta ma inesorabile, usando le fronde come grinfie, quasi fosse veramente controllata da dei demoni. Forse è la sequenza più impressionante del film, seconda solo alla scena di Asaji che, dopo aver discusso con il marito, esce dalla stanza fluttuando come un fantasma, poi scompare nel buio e riappare qualche secondo dopo, ancora più inquietante.
    Che dire... amo questo regista e amo Toshiro Mifune.
    Se anche a voi è piaciuta questa rivisitazione di Shakespeare in salsa orientale, vi consiglio anche l'altro film shakespeariano di Kurosawa: Ran, che sarebbe una trasposizione del Re Lear.
     
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  3. Silk.
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    Io lessi qualche brano di Macbeth a scuola durante le ore di inglese. Se non sbaglio lessi la scena in cui Lady Macbeth si aggira per il castello di notte cercando di lavarsi via il sanggue dalle mani.
    Il film di Kurosawa mi è piaciuto moltissimo, così come la storia di Macbeth in generale.
    Shakaspeare in questa sua opera ha voluto parlare della sete di potere, dell'ambizione e dell'esaltazione che sono alcuni tratti molto profondi dell'animo umano, e devo dire che è riuscito a pieno nel suo intento. Così come Kurosawa è riuscito a rendere quest'opera a livello scenico quasi impeccabile.
    Mi è piaciuta moltissimo la scena dello spirito nella foresta, rendeva moltissimo quell'atmosfera lugubre che c'è alla vista di un fantasma.
    Mi è piaciuto anche il fatto che Kurosawa fa vedere i fatti, senza doverli far spiegare o raccontare dai personaggi, spesso con inquadrature statiche, ma molto efficenti!
    Che dire? Adesso cercherò un modo per leggermi anche l'opera di Shakespeare :)
     
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  4. Crispilla
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    CITAZIONE
    Mi è piaciuto anche il fatto che Kurosawa fa vedere i fatti, senza doverli far spiegare o raccontare dai personaggi, spesso con inquadrature statiche, ma molto efficenti!

    In poche parole ha eliminato i monologhi, affidando la descrizione delle emozioni dei personaggi soltanto all'espressione dei volti o ai gesti. E forse è proprio questo che fa della versione di Welles una rappresentazione teatrale su pellicola, mentre questo è vero cinema.
     
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  5. Silk.
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    Guarderò la versione di Welles al più presto così da poter fare un paragone tra le due versioni :) Per adesso quella di Kurosawa mi ha soddisfatto moltisimo!
     
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    Interessante questo connubio tra Shakespeare e mondo giapponese! Ho apprezzato molto la versione di Kurosawa... in realtà non ho presente altre versioni (se non il monologo di Lady Macbeth interpretato da Lucilla Giagnoni, che a teatro mi aveva fatto un'impressione pazzesca!) del testo di Shakespeare, che ho letto diversi anni fa...
    Kurosawa è riuscito a farne una trasposizione efficacissima dal punto di vista, come dici tu Cri, dello spirito del testo... per quanto mi ricordi, mi pare che il tema del vortice di avidità di potere, di angoscia che degenera in follia sia ben rappresentato nel film di Kurosawa, senza il prezioso supporto del testo di Shakespeare, ma con i mezzi cinematografici... e qua entra in gioco la potenza evocativa di alcune scenografie (la foresta durante gli incontri con lo spirito, la foresta in marcia verso il castello), degli sguardi dei personaggi, sia quello iperespressivo di Macbeth sia quello impassibile della moglie, e di alcune scene chiave... quella della stanza da cui non si riesce a lavare il sangue, quella di Lady Macbeth, pazza, che cerca di lavare del sangue immaginario dalle sue mani bianche, o la morte di Macbeth, travolto da scariche di frecce tra cui si dimena disperatamente...
    Molto intense anche senza testo originale! Però mi è sembrato giustissimo comunque aprire e chiudere il film con i versi di Shakespeare in sovrimpressione sul nebbioso scenario del film!
    Interessante poi la presenza di elementi del teatro giapponese, che si sposano molto artisticamente con il dramma rappresentato... quasi ipnotici i dialoghi tra Macbeth e la moglie per la loro staticità e l'impassibilità della moglie, il cui viso ricorda letteralmente una maschera...
    Un ottimo film, credo che presto mi butterò su un opera con soggetto originale!
     
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  7. Crispilla
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    CITAZIONE
    Un ottimo film, credo che presto mi butterò su un opera con soggetto originale!

    Vabbè, io sono di parte, perchè Kurosawa è nella mia triade di registi preferiti insieme a Fellini e Bergman (mica pizza e fichi!); comunque io ho visto tutti i suoi film sul periodo feudale e li consiglierei tutti dal primo all'ultimo: Kagemusha, Rashomon, Ran, I sette samurai, tutti capolavori! Forse La sfida del samurai non è proprio il migliore, ma è fantastico rendersi conto di quanto un film giapponese abbia influenzato il western americano!
    Mi mancano ancora i suoi primi film, quelli ambientati nel Giappone degli anni '50, come Vivere.
     
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    Seguirò i tuoi consigli! Da tempo comunque avevo in mente di vedere I sette samurai e Rashomon
     
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  9. Crispilla
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    Ottimo, avevo già commentato anche il film di Welles, così almeno non devo ripetermi e posso solo citare cose già dette. Perché per parlare del Macbeth 2015 è inevitabile (almeno per me) il confronto con le precedenti trasposizioni firmate Welles e Kurosawa.
    Il film di Justin Kurzel è quasi un compromesso tra le due visioni, quella fin troppo fedele alla tragedia teatrale (dai dialoghi alla messa in scena) e quella che prende in prestito solo il tema e lo declina in tutt'altro modo. Kurzel abbandona fin da subito l'idea della rappresentazione teatrale, offrendoci numerosi cambi di scenario e location, discostandosi anche dalle direttive di Shakespeare (addirittura Inverness non è nemmeno una fortezza, è un insieme di capanne) e operando, in generale, una sorta di rimodernamento dell'opera nella parte stilistica (con queste scene al rallentatore che richiamano un certo tipo di cinema action nato dopo "300", luci innaturali, fumo e la presenza costante del colore rosso), ma anche emotiva; i personaggi diventano molto più umani, disperati, folli; le passioni e la violenza non hanno quel sentore di distacco e artificio che spesso è legata alle performance teatrali e sullo schermo ci viene mostrato anche ciò che dal testo non viene specificato (ma che non è inverosimile), come la tensione erotica tra Macbeth e sua moglie e la disperazione di Macduff. Siamo lontanissimi dalla recitazione impostata e dalle scenografie statiche di Welles.
    Però non siamo nemmeno vicini a Kurosawa. Infatti, credo che il motivo per cui il film non mi ha convinta fino in fondo sia l'eccessiva aderenza al testo per dialoghi e monologhi. Vediamo se riesco a spiegarmi: ho avuto l'impressione che il regista facesse di tutto per farmi arrivare i personaggi come dei veri esseri umani, salvo poi farli parlare come se fossero attori sulla scena. Gli scambi di battute sono meravigliosi, non siamo certo qui per criticare Shakespeare (il Macbeth, poi, è infuso di una tale forza... ogni parola è una coltellata, un'esplosione, è semplicemente stupendo), ma credo che una rilettura in chiave semplificata, più discorsiva, che mantenesse inalterate soltanto le battute più conosciute, sarebbe stata più saggia e adatta all'atmosfera del film. Anche l'Amleto di Zeffirelli è quasi ansiosamente legato al testo teatrale, però lì le scenografie aiutano, essendo ambienti chiusi e cupi. Detto in parole povere, mi è sembrato che Kurzel abbia voluto fare una cosa tanto moderna e "cool" senza però toccare il testo. Cosa di cui invece Kurosawa non ha avuto paura: infatti, è riuscito a inserire la tragedia shakesperiana in un contesto totalmente nuovo ed estraneo, modificando anche il testo per far sì che si adattasse alla sua visione, ma senza tradirne il messaggio e la potenza espressiva. Il film di Kurzel è talmente impostato su un'alternanza di scene in esterni, non dialogate, solo con colonna sonora d'accompagnamento, e scene in interni, con dialoghi o monologhi, che nella maggior parte dei casi la potenza si perde, viene meno perché deve combattere con la monotonia che, ahimé, dopo un po' fa vacillare l'attenzione anche del più sfegatato fan di Shakespeare. Mio papà ha dormito spudoratamente, ma lui non fa testo... però, per dire.

    Quindi, almeno secondo me, è un film che non riesce a comunicare, a convincere, ma che però va sicuramente visto per godere di prove attoriali davvero intense e sentite (in primis Fassbender e Cotillard, ma anche altri ruoli... ho adorato Macduff, per esempio), di una fotografia raffinata, di paesaggi spettacolari, e anche di elementi e scene che, sullo schermo, rendono benissimo: esempi, le Sorelle Fatali e la scena del banchetto in cui Macbeth è tormentato dal fantasma di Banquo.
     
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8 replies since 27/3/2012, 12:23   245 views
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