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Crispilla.
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Titolo: Big Eyes
Regia: Tim Burton
Genere: biopic
Anno: 2014
Nazione: USA
Cast:
Amy Adams: Margaret Keane
Christoph Waltz: Walter Keane
Krysten Ritter: DeeAnn
Jason Schwartzman: Ruben
Danny Huston: Dick Nolan
Terence Stamp: John Canaday
Trama: E' la storia del pittore Walter Keane che negli anni Sessanta stupì l'America con i suoi quadri raffiguranti ragazzini dai "grandi occhi". Anni dopo, sua moglie Margaret lo trascinò dopo il divorzio in una disputa, sostenendo di essere stata lei a inventare quel segno distintivo.
Uscita italiana: 1° Gennaio 2015
VideoSPOILER (clicca per visualizzare)Tratto da wikipedia e Comingsoon.it. -
Merope Wood.
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Altro film per cui nutro un'attesa piuttosto marcata. Già mi immagino le atmosfere, le caratterizzazioni e tutto quanto. Mi farò un martedì o un mercoledì a Bellinzago e sfruttando la promozione dei 10€ per 2 film mi vedrò questo e American Sniper.
Attesa: 9.5/10. -
Crispilla.
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Oh meno male che qualcuno si ricorda del nostro giochino anche senza che lo ripeta sempre! Potremmo chiamarlo "l'attesometro"??
Io voto 9/10 e spero di poterlo andare a vedere già settimana prossima. Lunedì vado a vedere American Sniper con mio papà... è da Ottobre che ogni due giorni mi chiede "Ma quando esce? Quando esce?!". -
Merope Wood.
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Sì, sono tanto brava e me ne ricordo U.U
E sono doppiamente brava perché mi ci sono applicata ancor prima che lo ricordassi
Comunque questa grafica mi ha fatto venire ancor più voglia di vederlo. -
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Il mio attesometro è 8.5/10, ma più che altro perché prima voglio vedere American Sniper e The Imitation Game. Mi attira quasi di più il nome di Christoph Waltz, che quello di Tim Burton in questo caso... . -
Crispilla.
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Sono proprio contenta di averlo visto, perché in qualche modo mi ha riconciliato con Tim Burton, che devo ancora perdonare per la disfatta di Dark Shadows (ok, c'è stato Frankenweenie in mezzo, ma quello è giocare facile per uno come Burton, quindi non vale).
Molti critici accusano "Big Eyes" di essere poco burtoniano, ed è ovvio che codesti geni non riescano a vedere oltre le apparenze, oltre il lato puramente estetico del film, che comunque ha moltissimi elementi tipici del cinema di Burton... non è che adesso se qualcuno non è vestito a righe bianche e nere non è più un suo film!
Se tralasciamo il fatto che i titoli di testa scorrono sulle immagini di una macchina che stampa poster, quindi di un qualcosa che viene prodotto in serie, esattamente come ne La fabbrica di cioccolato e Edward mani di forbice e che le primissime immagini del quartiere in cui vive la protagonista sono praticamente identiche a quelle sempre di Edward, l'unico film al quale Big Eyes può essere giustamente paragonato è l'unico altro biopic diretto da Burton, ovvero il mitico Ed Wood. Se lì vedevamo rivalutati i B movies di quello che a lungo era stato definito il peggior regista della storia del cinema, qui scopriamo la storia dietro questi quadri molto particolari, che io non ho nessun problema a definire Arte, se non altro per rispetto nei confronti dell'autrice e di tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare, ma che rimane pur sempre una produzione artistica pericolosamente in bilico tra buon gusto e kitsch. Questi bambini con gli occhi sgranati e piangenti... devo confessare che a me fanno impazzire, in particolare alcuni quadri, ma credo debbano comunque essere presi a piccole dosi. Tutto il merchandising che è stato organizzato (probabilmente in una delle sue prime forme) ha trasformato lo stile della Keane prima in una moda, poi in una mania e si sa che le mode prima o dopo stancano. La sovraesposizione e, soprattutto, la commercializzazione esasperata di queste opere sono stati anche gli elementi che con ogni probabilità hanno aizzato la comunità dei critici contro chi li ha realizzati. In un periodo in cui l'arte stava cercando di spogliarsi di qualsiasi orpello inutile, per arrivare al "concetto" (in maniere più o meno discutibili, a volte), questi trovatelli dovevano apparire come un qualcosa di troppo semplice, poco raffinato. Non a caso, più tardi, la Keane ha cercato anche di produrre qualcosa di più sofisticato, esponendolo tra l'altro a suo nome: parlo dei quadri MDH, molto belli, per carità, ma che a mio parere sfoggiano in maniera troppo evidente l'influenza di Modigliani. Tra i due "periodi", preferisco di gran lunga la spontaneità degli "occhioni".
Al di là del grande merito del film di presentare e far conoscere queste opere a chi non le avesse mai viste, c'è poi da considerare tutta la questione della truffa operata dal marito della Keane, con la complicità della Keane stessa. Una storia che ha davvero dell'incredibile. E' assurdo pensare che questa donna abbia avuto il coraggio di lasciare il primo marito negli anni '50, solo per impelagarsi subito dopo in una relazione decisamente opprimente e degradante, con un individuo che conosceva appena. In questo senso, la sceneggiatura esalta magnificamente il personaggio di Keane, alternando momenti in cui, onestamente, non si può non ammirarlo per le sue doti imprenditoriali, mentre in altri si vorrebbe semplicemente strozzarlo. Waltz era l'attore più indicato per la parte e non vedo l'ora di poter vedere il film in versione originale, perché il doppiaggio non mi ha convinta del tutto. La scena del processo finale è fantastica, sia per la prova da istrione di Waltz, sia perché, per tutto il tempo che è durata la disputa tra i due coniugi sull'attribuzione delle opere, io continuavo a ripetermi ossessivamente "Ma fateli dipingere no?! E' così ovvio!!" e quando finalmente il giudice mi ha ascoltata ho tirato un sospiro di sollievo!. -
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Il film è piuttosto ordinario nella trattazione del soggetto, anche se è sempre un piacere per me vedere un film così ben fatto e riuscito in tutto e per tutto: ritmo, sceneggiatura, fotografia, musica, costumi, scelta del cast e diretto da una regia sicura e pulita.
Tim Burton se l'è cavata egregiamente con questo film biografico sorprendentemente classico ed elegante senza quegli elementi fantasy, barocchi, surreali che lo contraddistinguono. Forse il suo film meno personale, anche se la scelta di girare (o di accettare di girare) un film su una pittrice così particolare, creatrice di un'arte così malinconica e stravagante, un po' outsider ma anche commerciale al tempo stesso, mi pare rientri molto nel suo gusto e nella sua poetica. Giustamente la Keane è abbastanza assimilabile come personaggio burtoniano a Ed Wood, che tra l'altro penso sia finora il mio film preferito di Burton. Poi va bè, lui stesso, ho letto, è un grande estimatore di questa pittrice, ma proprio per quanto detto sopra, la cosa non mi sorprende^^
Amy Adams strepitosa... aveva una grazia dolcissima nell'interpretare questa pittrice timida e ingenua e sinceramente non mi sarebbe dispiaciuto se avesse vinto l'Oscar. Non ho visto le altre performance per dirlo in tutta sicurezza, ma secondo me una candidatura se la sarebbe meritata.
Per quanto riguarda Christoph Waltz, che ho amato alla follia in Bastardi senza gloria e Django Unchained, in questa parte mi è sembrato eccessivamente caricaturale e sopra le righe. Un po' mi sembrava una versione grottesca di Hans Landa (e m'aspettavo che gridasse "Shoshanna" da un momento all'altro xD), un po' può essere stato il doppiaggio italiano a esasperare una recitazione già abbastanza carica. Anche la mia amica ha espresso questo dubbio, vedendo che lo esprimi anche tu Cri, mi sa che non abbiamo tutti i torti a pensarlo. Non mi resta che riguardarlo in lingua originale.
Quindi Waltz non mi è piaciuto moltissimo, anche se è stato molto bravo e mi ha divertita... sono un po' critica, ma anche perché Waltz con quel ruolo giocava in casa.
Per quanto riguarda il contenuto del film sono un po' rimasta male per quanto siano stati decisivi i testimoni di Geova XD
Sinceramente, per quanto la Adams sia stata brava, non ho provato una particolare empatia per questo personaggio così debole... dal film sembra che Margaret abbia fatto tutto da sola... non ci sono state minacce fisiche (una vaga, ma dopo anni di relazione), Walter non ha neanche dovuto essere subdolo per ingannarla, non c'era neanche un rapporto morboso di amore-odio... dopo un tiepido corteggiamento, Walter si è comportato da bugiardo opportunista fin da subito e anch'io francamente non riesco a capire come sia stato possibile nella realtà che lei abbia assecondato il marito per 10 anni, specie vedendo che lei si era dimostrata una donna coraggiosa e intrapendente abbandonando di punto in bianco il primo marito e cercando lavoro in una nuova città, quando rarissime donne a quell'epoca l'avrebbero fatto. Nelle prime scene del film tra l'altro la questione viene sottolineata anche dalla voce narrante.
Insomma mi ha molto stupito il comportamento di questa donna, per la quale ho provato pena, ma anche un po' di spazientimento per la sua irrazionale passività. Burton comunque è stato molto bravo a immergerci nella sua arte... non è difficile immaginare che sia emotivamente coinvolto dai dipinti di questa pittrice, una presenza quasi viva nel film, a cui è stato dato meritevole spazio.CITAZIONELa scena del processo finale è fantastica, sia per la prova da istrione di Waltz, sia perché, per tutto il tempo che è durata la disputa tra i due coniugi sull'attribuzione delle opere, io continuavo a ripetermi ossessivamente "Ma fateli dipingere no?! E' così ovvio!!" e quando finalmente il giudice mi ha ascoltata ho tirato un sospiro di sollievo!
io ho trovato spassosissimo il giudice. lui sapeva che li avrebbe messi di fronte a quella prova, ma voleva far illudere (con lo scopo di smerdarlo poi) Walter e c'è riuscito alla grande.