Quello che non voglio

Stefano Benni

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    Titolo Quello che non voglio
    Autore Stefano Benni
    Una canzone per Fabrizio De André

    Io non voglio morir cantante
    Se al buon sonno del padrone
    Servirà la mia canzone
    A gola storta voglio cantare
    Ringhio di porco e romanze nere
    Voglio svegliarvi col fiato ansante
    Io non voglio morir cantante

    Io non voglio morire poeta
    Di ogni passione sceglier la dieta
    Gioie, amorini e dolori piccini
    Da imbalsamare dentro il rimario
    Della giuria al valor letterario
    Coda di sangue ha la mia cometa
    Io non voglio morir poeta

    Io non voglio morir artista
    Accucciato come un vecchio cane
    Sotto il trono del re di danari
    Tra leccaculi e cortigiane
    Che alle mie rughe voglion rubare
    Fiori di gelo, dolore e fame
    Li accecchi il fuoco della mia vista
    Io non voglio morire artista

    Io non voglio morire attore
    Dentro allo schermo di un paradiso
    Crocefisso a un finto sorriso
    Di morti in ghingheri e ribelli servili
    Re dello schermo, generale dei vili
    Ti sto davanti e voi belle signore
    Guardate la scena dove gli mangio il cuore
    Perché non voglio morire attore

    E io non voglio morire libero
    Se i begli alberi del mio giardino
    Annaffia il sangue del mio vicino
    Meglio la peste che l’ipocrita danza
    Di vostra santa beneficenza
    Chiudete la cella lasciatemi stare
    Di libertà vostra non voglio morire

    Io non voglio far altro che vivere
    Tra una corda e l’altra saltando
    Dentro la cassa di una viola da gamba
    Voglio ascoltare le voci di fuori
    Ringhio di porco voce di dama
    Tamburo indio amore che chiama
    E voci spezzate di cento popoli
    Che dalla mia terra non voglio scacciare
    Io voglio vivere, non ho altro da fare

    Io non voglio che mi ricordiate
    Nel trionfo, ma nella mia sera
    Nelle cose che dissi tremando
    In ciò che suonai con paura
    Povere genti che ai menestrelli credete
    Dimenticarvi di me non potrete
    E io di voi scordarmi non posso
    Dentro un tramonto feroce e rosso
    Dentro un cielo di sangue e vino
    Ascoltate come sembra il primo
    L’ultimo accordo che io imparai
    Io non voglio, non voglio morire
    E a morire non riuscirò mai



    Questa ballata-poesia compare come conclusione ne Le Beatrici di Stefano Benni.
    Era la famosa poesia scritta per De Andrè di cui parlavo in periodo di lettura collettiva.
    Penso di aver già detto che adoro particolarmente l'ultima parte "Io non voglio che mi ricordiate / Nel trionfo, ma nella mia sera / Nelle cose che dissi tremando / In ciò che suonai con paura ..." eccetera... è qualcosa di molto fine, che mi fa sempre piacere rileggere, soprattutto perché lo trovo assolutamente adatto a De Andrè e a come io l'ho visto e immaginato quando mi ci sono avvicinata per un lavoro grafico... parlo da profana, forse non è così, però questa poesia mi ha molto ricordato alcuni passaggi dei testi di De Andrè, che magari non piace per il suo impeto psichedelico nei suoni (a me ad esempio i suoi esperimenti musicali non sono piaciuti), però a livello di testo è oggettivamente profondo ed efficace... crea delle immagini che talvolta non si trovano così forti nemmeno in un tomo...
     
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0 replies since 24/5/2012, 18:32   83 views
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