Lolita

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  1. Crispilla
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    Il libro
    9788845912542g



    Titolo: Lolita
    Autore: Vladimir Nabokov
    Genere: romanzo
    Anno: 1955
    Nazione: RUSSIA
    Lingua originale: Inglese
    Edito da: Adelphi
    Trama: Il Professore Humbert Humbert, voce narrante del racconto, annoiato insegnante quarantenne di letteratura francese, per circostanze fortuite e inaspettate fa la conoscenza di Dolores Haze, dodicenne ribelle e maliziosamente spregiudicata che gli richiama in mente Annabelle, il suo primo amore da tredicenne. Nonostante la differenza di età, egli perde completamente le testa per la ninfetta tanto da sposarne la madre Charlotte per rimanere al suo fianco.

    Libro sottoposto a Lettura collettiva ad Ottobre 2011.

    Il film
    lolita_kubrick_film_cover



    Titolo: Lolita
    Regia: Stanley Kubrick
    Genere: drammatico
    Anno: 1962
    Nazione: GB
    Sceneggiatura: Vladimir Nabokov
    Cast:
    James Mason: Humbert Humbert
    Shelley Winters: Charlotte Haze
    Sue Lyon: Dolores Haze detta "Lolita"
    Peter Sellers: Clare Quilty
    Diana Decker: Jean Farlow
    Jerry Stovin: John Farlow
    Suzanne Gibbs: Mona Farlow
    Gary Cockrell: Dick Schiller
    Marianne Stone: Vivian Darkbloom

    Il termine lolita, complice probabilmente la trasposizione cinematografica di Stanley Kubrick, è entrato nella cultura popolare e nel linguaggio ad indicare una giovanissima sessualmente precoce o comunque attraente.

    CITAZIONE
    « ragazza adolescente di aspetto provocante, che suscita desideri sessuali anche in uomini maturi »

    (De Mauro, il dizionario della lingua italiana, Paravia)

    Nel 1997 venne realizzato un remake del film di Kubrick, per la regia di Adrian Lyne, con protagonista Jeremy Irons.

    Tratto da Wikipedia.


    Edited by Birket - 3/9/2012, 13:38
     
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  2. Crispilla
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    Lolita è un libro pericoloso.
    Non certo nel senso più puritano e bigotto del termine, non credete che io stia dalla parte della censura. Un libro con una sua voce, con un suo messaggio, con un suo stile, con una sua anima, un libro che, per dirla con una frase fatta, ha il suo "perché" può trattare qualsiasi argomento, finanche quello più scabroso o disturbante.
    Quando l'erotismo e gli espliciti riferimenti sessuali (così come la violenza o il macabro) sono, invece, prettamente gratuiti, allora è tutta un'altra storia.
    In fin dei conti, è il sesso il tema portante del romanzo, quello che guida e condiziona tutti i personaggi. Il desiderio, l'attuazione, la ricerca, l'ossessione. Però, sia che si pensi ad esso come alla storia di un quarantenne pedofilo, oppure a quella di una ragazzina dalla vita sessuale promiscua, la cosa sorprendente è che non c'è volgarità in Lolita. Sfido chiunque a trovarne anche solo una traccia.

    Ciò che rende il romanzo pericoloso è lo stile, il modo in cui è scritto.
    Impeccabile è un termine riduttivo. Poetico, troppo abusato. Il problema sta nel fatto che il testo si presenta sotto forma di memoriale, raccontato in prima persona, e che dunque quello stile sublime che scaturisce nella realtà dalla mano di Nabokov, nella finzione letteraria si assimila al personaggio Humbert Humbert. Caratteristica di un grande romanzo, leggendo non si percepisce l'impronta dell'autore, bensì quella del suo personaggio principale e voce narrante.
    Qui sta il pericolo, poichè si corre il rischio di dimenticarsi che quelli narrati sono eventi terribili. Non occorre essere dei moralisti per essere disgustati o quantomeno turbati dal fatto che un uomo adulto abbia rapporti sessuali con una ragazzina di 12 anni. (a me personalmente turba già il fatto che la stessa ragazzina possa averli con dei coetanei, ma lasciamo stare...)
    Ma Humbert Humbert non è sempre perverso, o almeno, non porta i segni della sua ossessione impressi sui lineamenti del volto, né impressi nell'anima o nell'intelletto: non è né grezzo, né volgare, né stupido, né maleducato, non è un sociopatico (come se tutti i pedofili o comunque i maniaci dovessero esserlo).
    Quindi il lettore si lascia trasportare dalla sua narrazione melliflua, onirica, estatica, finendo alle volte per parteggiare per lui.
    Anche quando Lolita scappa, persino io sono stata mossa a pietà per un attimo nel leggere la descrizione di questo uomo che come un disperato ripercorre tutte le tappe del loro viaggio insieme, ricordandola e insieme cercandone traccia.
    L'unico frangente in cui ritengo sia giustificabile parteggiare per Humbert è l'omicidio di Clare Quilty, se possibile l'unico personaggio ancor più abietto di lui.

    Ma l'autore è molto abile, e protegge tutti noi lettori da un'ammirazione che potrebbe risultare ambigua o farci dubitare dei nostri principi morali, seminando qua e là, quasi sempre al termine di bellissimi paragrafi, un pensiero morboso su Lolita o la descrizione di fantasie erotiche.

    Ah già, ultima notazione per il film capolavoro di Kubrick, che a confronto con la sfrontatezza del romanzo appare estremamente morigerato. In pellicola risalta ancora di più come Lolita sappia approfittare dell'ossessione di Humbert nei suoi confronti. La scena della pedicure ne è l'emblema lampante. Nonostante la differenza d'età e l'evidente abuso che subisce, è lei che domina nella coppia, lei che tiene in pugno Humbert; ecco, forse questo si nota maggiormente nel film e meno nel libro.
     
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  3. >Midnight
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    Allora come ho scritto per Orgoglio e pregiudizio il libro non l'ho ancora finito ma intanto lo commento avend già un'idea :)
    Lolita per quanto possa sembrare una ragazzina di dodici anni molto ingenua all'inizio non lo è affatto... Tutt'altro!
    Comunque anche nella "relazione" con Humbert il suo lato infantile rimane eccome!

    Lo stile del libro mi è piaciuto un sacco e anche il libro devo dire che appassiona. Ogni parola che usa l'autore sembra frutto di una ricerca approfondita e questo dà una certa eleganza al libro che scorre moltissimo.
    La storia è un po' fuori dal comune in quanto non credo che sia mai stata trattata in letteratura prima una vicenda del genere. L'unica pecca che ho trovato è stato quando il narratore descrive il suo viaggio. In quel punto l'ho trovato un po' lento (quando descrive tutti i posti che hanno visitato).

    Non posso far altro che quotare una frase di Cri perchè la trovo molto significativa.
    CITAZIONE
    Qui sta il pericolo, poichè si corre il rischio di dimenticarsi che quelli narrati sono eventi terribili.

    In effetti a causa della bellezza della scrittura il lettore non può fare a meno di dimenticarsi che quella che sta leggendo tratta di eventi raccapriccianti.
     
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  4. Lily Hume
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    Si può “odiare” un libro nonostante sia scritto in modo così avvolgente, riuscendo a rendere poetici persino dei semplici idranti sulla strada o le fantasie morbose di un personaggio torbido come Humbert?
    Per me è stato così. Irritazione e antipatia da subito per il protagonista, penso che sia veramente difficile provare empatia per un personaggio come Humb, almeno per me è stato così: il libro è raccontato dal suo punto di vista, che giganteggia e lascia poco spazio ad altro.
    La sua non è una narrazione “corretta”, oggettiva, anzi spesso il protagonista cerca di rendere meno gravi le sue responsabilità rivolgendosi direttamente al suo pubblico ideale o ai giurati di una ipotetica giuria, cercando di catturare la loro simpatia e pietà (in questo mi ha ricordato uno dei romanzi di Svevo dove il protagonista cerca di imbrogliare chi legge e forse anche se stesso, manifestando una certa irritazione fra l’altro anche verso gli psichiatri, altro tratto comune con questo libro). E qui Nabokov riesce, come diceva Crispilla, a non far sentire la mano dello scrittore e a rendere più realistico il tocco autobiografico dell’opera, che in realtà è un’un autografia solo nella funzione letteraria. Però c’è sempre un rischio nella narrazione in prima persona, cioè quella di appiattire la narrazione, dare un solo punto di vista trascurando dei risvolti altrettanto interessanti.
    Mi riferisco soprattutto al personaggio di Lolita, che visto il significato del termine che oggi ha assunto nel modo di parlare quotidiano mi aspettavo totalmente diversa: non ho visto tutta questa malizia e intraprendenza, più vittima che altro, una bambina di 12 anni (che per me rimangono pur sempre 12! a quanto ne dica il protagonista sulle ninfette) che si è trovata in una situazione più grande di lei, adattandosi e non avendo il coraggio di ribellarsi subito alle avances di un uomo più grande di lei. L’amore, per quanto egoista e perverso, è tutto da parte di Humbert, da parte di Lolita invece emerge solo indifferenza se non aperta ostilità in diverse occasioni; per questo ho trovato deludente soprattutto l’ultima parte del libro, dove Lolita finalmente libera e in qualche modo felice nel suo ruolo futuro di giovane madre rincontra il suo “carnefice” e non sembra turbarsi più di tanto, nonostante ammette che lui l’abbia “spezzata” non resa felice come lui ha sempre creduto e continua a credere, illudendosi: così tutti i personaggi, ad eccezione di Humbert, risultano appiattiti e poco realistici.
    Ed è un vero peccato.
     
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3 replies since 18/10/2011, 12:22   103 views
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