Ivanhoe

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    Il libro
    Ivanhoe



    Titolo: Ivanhoe
    Autore: Walter Scott
    Genere: romanzo storico
    Nazione: GB
    Anno: 1819
    Trama: La vicenda si svolge nell'Inghilterra del 1194, al tempo dell'opposizione tra Sassoni e Normanni, rispettivamente i vinti e i vincitori della battaglia di Hastings. Wilfred di Ivanhoe è un giovane cavaliere bandito dal padre Cedric perchè innamorato della sua pupilla, la bellissima Rowena. Cedric intende invece darla in sposa ad Athelstane, un nobile sassone, per restaurare l'egemonia dei Sassoni sul territorio. Ivanhoe parte così per la Terza Crociata al seguito di Riccardo Cuor di Leone, diventando il suo più devoto cavaliere. Al suo ritorno in patria (governata ora dal Principe Giovanni, fratello di Riccardo) egli partecipa, sotto mentite spoglie, al torneo di Ashby-de-la-Zouche dove incontra quello che diventerà il suo più acerrimo nemico, il templare Brian De Bois-Guilbert. Nell'aiutare il giovane al suo rientro dalla guerra giocano un ruolo fondamentale l'ebreo Isaac di York e sua figlia Rebecca, al tempo perseguitati per la loro religione.

    Il film
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    Titolo: Ivanhoe
    Regia: Richard Thorpe
    Genere: storico
    Nazione: UK/USA
    Anno: 1952
    Cast:
    Robert Taylor: Sir Wilfred of Ivanhoe
    Elizabeth Taylor: Rebecca
    Joan Fontaine: Lady Rowena
    George Sanders: Sir Brian de Bois-Guilbert
    Emlyn Williams: Wamba, scudiero di Ivanhoe
    Robert Douglas: Sir Hugh De Bracy
    Finlay Currie: Sir Cedric
    Felix Aylmer: Isaac di York
    Francis De Wolff: Sir Front De Boeuf
    Norman Wooland: Re Riccardo Cuor di Leone

    Tratto da Wikipedia. La trama è un mio riassunto, visto che nessuno di quelli trovati mi soddisfava.


    Edited by Merope Wood - 26/2/2012, 19:44
     
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  2. Crispilla
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    Non so perchè non ho mai commentato questo libro, che potrei senza dubbio definire il mio preferito, dopo Il Signore degli Anelli e Il ritratto di Dorian Gray. Io voglio bene a questo libro e voglio bene a Sir Walter Scott per averlo scritto.
    E' tutto quello che chiedo ad un romanzo storico: ambientazione medievale inglese, una bella guerra, un re spodestato, castelli, cavalieri, tornei, dame, banditi, rapimenti, assedi, descrizioni lunghe e particolareggiate, amori osteggiati, cattivi senza scrupoli, eroi inaspettati.
    Per quel che riguarda la ricerca storica, credo di non aver ancora mai trovato un libro più accurato, soltanto nella parte iniziale si riscontrano 3 differenti scene, tutte perfettamente verosimili, quasi che Scott in una vita precedente sia stato un antico sassone. Il romanzo, dopo essersi aperto con uno scorcio sulla situazione storica del tempo e la rivalità tra Sassoni e Normanni, continua con una descrizione minuziosa dell'abbigliamento e delle cavalcature di Brian de Bois-Guilbert e del suo seguito; ogni tanto me la rileggo, tanto è spettacolare.
    Poi si assiste alla scena del banchetto nel castello di Cedric, il padre di Ivanhoe, anche questo reso con una vivacità impressionante. Dopodiché tutti i personaggi partono per il torneo di Ashby-de-la-Zouche, descritto con un'accuratezza e un'enfasi da lasciare senza parole. Una (ennesima) nota di merito per Scott, è il fatto di aver rappresentato un torneo nel vero senso che anticamente veniva attribuito al termine, ovvero uno scontro tra due o più fazioni di cavalieri, svolto sul terreno aperto e non in una lizza delimitata, che solitamente terminava con un vincitore stabilito da una classifica di punteggi oppure rappresentato dall''ultimo sfidante ancora in piedi. Questo mi ha sorpreso, perchè cinema e leggende arturiane ci hanno abituati a identificare il torneo come lo scontro diretto tra due cavalieri, che invece si chiamerebbe più propriamente "giostra". La verità storica è che, con il passare del tempo, la definizione torneo è stata ampliata a designare anche questo tipo di combattimenti, percui non è sbagliato parlare di torneo con i classici due cavalieri che galoppano l'uno contro l'altro, lance in resta (che infatti è quanto avviene tra Ivanhoe e De Bois-Guilbert), però la forma "a squadre" era effettivamente più in voga.
    Ok, lezione di storia finita.
    La forza del romanzo risiede senz'altro nei personaggi; è uno dei rari casi in cui li ricordi tutti, anche quelli minori, perchè tutti in un modo o nell'altro contribuiscono alla grandezza della storia, oppure rimangono impressi per il semplice modo di Scott di descriverli. Credo che su tutti, il personaggio migliore sia Rebecca, che, se analizzata in tutto il corso dell'opera, ricopre un ruolo di importanza straordinaria per essere una donna. Per questo mi sono risentita che il personaggio di Lucia ne La sposa di Lammermoor sia così piatto, perchè so che cosa Scott può far fare ad una figura femminile. Anche Rowena è interessante, anche se non regge proprio il confronto con Rebecca, però ha una dignità nel parlare con l'uomo che l'ha rapita, De Bracy, davvero notevole. Poi di queste due figure amo il finale, credo di averlo già detto parlando de La freccia nera; due donne che amano lo stesso uomo riescono a relazionarsi senza astio, né falsa tolleranza...e non è cosa da poco, così come altrettanto straordinario è il legame che viene ad instaurarsi tra Ivanhoe e la giovane ebrea.
    Un altro personaggio che mi ha sempre fatto ridere è Athelstane...non ha particolare spessore ed è anche un po' inetto, però come si rivolge anche lui, ai carcerieri!XD E' prigioniero dei nemici e tutto ciò a cui riesce a pensare è mangiare!
    Altri personaggi fantastici: Cedric, questo vecchio brontolone, il Cavaliere Nero, la quint'essenza del cattivo-non troppo cattivo da romanzo, De Bois-Guilbert con la sua passione smodata per Rebecca, lui che in quanto Templare dovrebbe contenersi, i leggendari Robin di Locksley, Riccardo Cuor di Leone e Principe Giovanni... e poi c'è Ivanhoe. Lui è il classico personaggio da innamoramento, secondo me, tanto riuscito sulla carta, quanto inverosimile. Se analizzato con un occhio più critico ed imparziale, risulta veramente unidimensionale, specie in confronto con altri ben più sviluppati. Però è proprio così che deve essere e non c'è alternativa, il libro non funzionerebbe se lui non fosse onesto, leale, eroico, giovane, bello, tormentato, forte, sempre nel giusto... l'unico tratto di umanità che Scott gli attribuisce è proprio l'innamorarsi un po' anche di Rebecca, senza per questo smettere di amare Rowena. Rebecca è quello che salva il protagonista dalla banalità e questo fa di lei la colonna portante del libro a tutti gli effetti.
     
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1 replies since 17/5/2011, 12:30   607 views
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