Il postino

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    Il libro


    Titolo originale :'Ardiente Paciencia o El cartero de Neruda'
    Autore: Antonio Skármeta
    Ambientazione :Cile, Isla Negra, 1969-1973
    Protagonisti :Mario Jiménez
    Coprotagonisti :Pablo Neruda

    Il postino di Neruda è il titolo di un romanzo di Antonio Skármeta pubblicato nel 1986.
    Il titolo originale è Ardiente Paciencia, sebbene il libro sia più conosciuto nei paesi latino-americani con il titolo El cartero de Neruda (da cui il titolo in lingua italiana).
    Al romanzo è ispirato il film con Massimo Troisi Il postino, del 1994.


    Trama
    Nel giugno del 1969 Mario Jimenez, pescatore, vista la scarsa volontà con cui si dedica al suo lavoro, decide di cambiare mestiere. Avendo già una bicicletta e sapendo leggere, chiede all’ufficio postale di poter essere assunto come postino. Dal momento che sull'Isla Negra l'analfabetismo è pressoché totale, il capoufficio lo avvisa che l’unico cliente sarà nientemeno che il famosissimo poeta Pablo Neruda. Lo mette in guardia: sarà un mestiere misero; la paga gli basterà appena per andare al cinema una volta alla settimana. Nonostante ciò, Mario accetta subito il lavoro. Tra il postino ed il poeta nasce subito uno strano ma forte legame. Nell'amicizia con Neruda, Mario vede realizzarsi il suo sogno di diventare poeta, si invaghisce della sua saggezza e della sua abilità letteraria. Il poeta vede nel postino un'ingenuità che imparerà ad apprezzare e ad amare; è ben disposto ad offrirgli il suo pieno appoggio nell'imparare a far poesia.

    Frequentando l'osteria dell'isola il postino s'invaghisce della figlia della proprietaria, la diciassettenne Beatriz Gonzàles. Raccontando a Neruda del suo sentimento, gli chiede di scrivere una poesia per Beatriz. Il poeta però preferisce recarsi con Mario all'osteria per vedere coi propri occhi la bella.
    La madre della ragazza, la signora Rosa vedova Gonzàles, non è però d'accordo nel rapporto tra la figlia e il postino, che vede come squattrinato interessato soltanto alle metafore ed alla poesia. Chiesto aiuto al poeta per liberarsi del ragazzo, la vedova Gonzàles deve però arrendersi ed acconsentire al matrimonio fra i due.
    Proprio il giorno del matrimonio di Mario e Beatriz, Pablo Neruda deve partire. Con il nuovo governo di Salvador Allende è stato nominato ambasciatore a Parigi e deve lasciare l'Isla Negra. Mario, dal momento che con la partenza di Neruda non ha più lavoro, cedendo alle spinte della neo-suocera accetta di divenire cuoco nella locanda. Dopo pochi mesi diviene padre del piccolo Pablo Neftalì Jimenez Gonzàles.
    Al termine di una giornata di lavoro, giunge da Parigi un pacco per Mario mandato da Neruda. Il poeta gli chiede di incidere su un registratore tutti i suoni del paese e del mare, che gli mancano molto. Saputo che Neruda ha vinto il premio Nobel, Mario organizza una grande festa invitando alla locanda tutti gli abitanti e i pescatori dell'isola.
    Avuta la notizia del ritorno del vate, il postino viene a sapere dalla moglie di Neruda che questi sta molto male. Proprio nel giorno dell'assedio militare in seguito al colpo di stato teso dalle forze oppositrici al capo del governo Allende, Mario riesce a vedere l'amico poeta. Fattagli una veloce e pericolosa visita, lo deve salutare definitivamente. Neruda sarà portato in ambulanza all'ospedale di Santiago, dove morirà qualche giorno più tardi, il 23 settembre 1973.


    Il film


    Titolo originale: Il postino
    Anno: 1994
    Durata: 108 min
    Genere: drammatico
    Regia: Michael Radford
    Interpreti e personaggi

    * Philippe Noiret: Pablo Neruda
    * Massimo Troisi: Mario Ruoppolo, il postino
    * Maria Grazia Cucinotta: Beatrice Russo
    * Linda Moretti: donna Rosa
    * Renato Scarpa: Giorgio Serafini, Capo Telegrafista
    * Mariano Rigillo: Di Cosimo
    * Anna Bonaiuto: Matilde

    Trama
    Nell'estate del 1952, Mario Ruoppolo (Massimo Troisi), un disoccupato figlio di pescatori, vive in un'isola (Capri e poi Sant'Angelo d'Ischia ma solo una, Salina nelle riprese, nel film) che da poco ha dato asilo politico al grande poeta cileno Pablo Neruda (Philippe Noiret). E proprio in occasione di ciò, Mario viene assunto in qualità di postino, proprio per consegnare la posta al poeta. Il resto della popolazione è in gran parte analfabeta, quindi fino ad allora non c'era stato bisogno di postini.
    Così Mario inizia il suo lavoro, consegnando la posta al poeta tutti i giorni, e meravigliandosi del gran numero di donne che gli scrivono e di quanta ammirazione hanno per lui. Giorno dopo giorno, Mario rimane sempre più affascinato dal poeta, tanto da comprare un suo libro di poesie. Poi timidamente se lo fa autografare.
    Un giorno Mario entra in osteria e si innamora di Beatrice (Maria Grazia Cucinotta), nipote della proprietaria. Mario si avvicina, e comincia a giocare a calcio balilla con lei fissandola, senza dire niente. A questo punto corre in fretta da Don Pablo chiedendogli di aiutarlo nella conquista di Beatrice. Così, il giorno dopo, Mario porta la posta a Neruda, e lui gli regala un libro per scrivere le sue poesie e lo accompagna all' osteria, perché il poeta vuole vedere Beatrice da vicino, scrive una frase sul libro di Mario, dimostrando così di essere amici.
    I giorni seguenti Mario inizia a corteggiare Beatrice, con le parole, o meglio, con le poesie di Neruda, e inizia a fare breccia nel suo cuore. La zia di lei, vedendola stranita le chiede spiegazioni, preoccupandosi della nipote. Poi Mario esagera, dando a Beatrice una poesia un po' pesante, dal titolo Nuda.
    La zia gliela prende e la porta subito dal prete per farsela leggere; quando ne sente il contenuto si dirige immediatamente da Neruda, per lamentarsi di tutto ciò, e per far dire a Mario che sarebbe stato lontano dalla nipote, senza più vederla. La sera stessa Beatrice scappa e va a trovare Mario, e sboccia la passione. Così decidono di sposarsi, e Neruda gli fa da testimone. Durante la cerimonia, il poeta riceve una lettera dal Cile, che gli annuncia che il mandato d'arresto nei suoi confronti è stato revocato, e che quindi tornerà a casa.
    Il giorno dopo Mario gli consegna l'ultima posta, Neruda vorrebbe dargli dei soldi ma Mario rifiuta, si abbracciano e si salutano. Da quel giorno Mario inizia a scrivere poesie, e ad interessarsi di comunismo, contribuendo naturalmente al lavoro in osteria. La vita scorre, Neruda viaggia da un capo all'altro del mondo per premi, conferenze ecc. e Mario ne segue tutte le gesta, sperando che passando dall'Italia, possa tornare a trovarlo. Beatrice annuncia che sta aspettando un bambino, e Mario vorrebbe chiamarlo Pablito in onore del poeta, anche se lei non è molto concorde.
    Un giorno riceve posta, che in realtà si rivela essere stata scitta da qualcun altro, per conto del poeta che chiede di spedire degli oggetti personali rimasti nella sua vecchia dimora: Mario ci rimane male. Cosi, gli spedisce la roba, ma decide di registrare tutti i suoni dell'isola, per far rivivere al poeta tutti i momenti vissuti con lui.
    Passa qualche anno, e Neruda e sua moglie tornano nell'isola, entrano nell'osteria e vengono accolti da un bambino che gioca, dall'altra stanza c'è sua madre, Beatrice, che lo chiama: "Pablito". Mario purtroppo non c'è più, è morto prima che suo figlio nascesse, in una manifestazione comunista.
    Ed il poeta, che ora ascolta quella registrazione che non ha mai ricevuto, passeggia sulla spiaggia, ricordando l'amico al quale, pur inconsapevolmente, aveva cambiato la vita.
    « Numero uno: onde alla cala di sotto..Piccole. Numero due: onde grandi. Numero tre: vento della scogliera. Numero quattro: vento dei cespugli. Numero cinque: reti tristi di mio padre. Numero sei: campane dell'Addolorata, con prete. Numero sette: cielo stellato dell'isola. Bello però, non me n'ero mai accorto che era così bello. Numero otto..cuore di Pablito. »
    (Mario Ruoppolo registra i suoni dell'isola per Pablo Neruda)


    Personaggi

    I protagonisti principali sono:

    * Mario Ruoppolo che all’inizio è un umile pescatore che poi cambiando lavoro diventa il postino del famoso poeta Pablo Neruda. È un uomo povero che si innamora di Beatrice che conquisterà scrivendole poesie con l’aiuto di Neruda.

    * Pablo Neruda, un vero personaggio storico, è un famoso poeta comunista di origini ciliane che si trasferisce in Italia per via del suo esilio politico, e qui conosce e diventa amico Mario Ruoppolo.

    * Beatrice, la ragazza di cui si è innamorato Mario, è una persona semplice e servizievole che lavora nella locanda del paese con la zia,

    * La Zia di Beatrice che è la proprietaria dell’osteria e non vede di buon occhio Mario, perciò è contraria al fidanzamento dei due innamorati.

    Citazioni
    CITAZIONE
    « Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla. »

    (Pablo Neruda)

    credits toqui e qui


    Edited by Merope Wood - 24/7/2012, 11:31
     
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    SPOILER (click to view)
    Va benissimo, però sposto nella sezione giusta!xP
     
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    e dire che mi ero scervellata per decidere dove postarlo xD..in altro avevo letto solo film tratti da fumetti...ormai sono arrivata xP
     
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  4. Merope Wood
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    molto molto bello...il film mi era piaciuto anche più del libro...probabilmente perché il libro mi era stato imposto di leggerlo per una gara del libro il cui obiettivo era quello di imparare il libro a memoria...ricordo ancora adesso di averlo "studiato"...un aborto per me che amo leggere...le due poesie, quella sulla neve che "cadi gentile su Neruda a Parigi e vestilo..." eccetera eccetera e quella che fa "nuda sei enorme e gialla come l'estate in una chiesa d'oro"...e poi anche le tre pagine che riguardavano il percorso diell'uovo sul corpo di lei che...definirei...mmmh...poco igienico XD
    a parte questo...grandissimi attori...
     
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  5. Merope Wood
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    Oh ma avevo già fatto un mezzo commento ancor prima che diventasse visione collettiva... come sono brava... Brava Merope! Hai un'aura potentissima!!!
    Dunque andrò più nel dettaglio stavolta...
    Io ho la fortuna di aver anche letto il libro quindi sappiate che approfitterò di questa situazione per fare un commento un po' completo... già che ci sono...
    Innanzitutto gran film, piacevole, interessante, curato, c'è quello stile da film fatto anni '60 e lo si percepisce soprattutto a livello di colore e qualità delle immagini, però, in un'epoca di effetti speciali, tridimensionalità svendute come la frutta che sta marcendo e prodotti che seguono la moda, è stato bellissimo ritrovare un effetto così spartano... è un film che sembra un contadino di inizio '900 visto da noi oggi: la sua vita è aspra, dura, senza i comfort che oggi riteniamo pressoché essenziali, però è comunque un signore perché ha dei valori, dei principi saldi, porta un cappello infeltrito, scarpe bucate e vestiti rattoppati, il suo abito della festa è quello della domenica che mette per andare in chiesa e per i grandi eventi ed è comunque un po' rammendato anche lui, eppure poi l'espressione in volto dell'uomo che lo indossa è quella di un signore per ben, gran lavoratore, con un forte senso della comunità e quindi tutto il resto diventa un'inezia. Chi se ne importa se questo film non è "vestito bene" se ha così tante altre qualità morali?
    Scusate se parlo per metafore, ma mi riesce di commentarlo solo così visto che le metafore sono così importanti per il film ;)
    Nel confronto col libro devo dire che rinnovo il mio stupore ogni volta che vedo il film... Questo film prende tutto quello che odio delle trasposizioni e me lo fa piacere... Perché? Perché cambia l'ambientazione, si fanno dei tagli alla trama, il personaggio è un po' diverso, persino nel cognome, addirittura il finale è diverso e chi doveva morire è vivo e chi doveva vivere è morto eppure il succo resta quello... Il film non perde nulla dell'essenza del libro... Portano la storia dall'altra parte del mondo, ma comunque ne mantengono l'anima... è qualcosa di incredibile e bello da vedersi...
    Menzione d'onore a Troisi che cuce il personaggio addosso a se stesso per poter diventare il personaggio del libro... E' una cosa strana... Mario Jimenez, quello del libro, ha degli atteggiamenti simili a quelli di Mario Ruoppolo, però dalle pagine non traspare, o comunque non così evidentemente, l'imbranataggine di Mario, Mario non balbetta, non fatica a trovare le parole, non così tanto almeno... Troisi sveste Mario Jimenez per rielaborarlo in un modo più "visivo" per così dire... però poi alla fine dei conti, nonostante Mario, il protagonista, non sia perfettamente fedele al libro, sì lo è, però non lo è allo stesso tempo, il concetto che passa, quello che resta di questa storia è esattamente quello che resta del libro... E' quasi magico...
    Poi è bello perché ci mette, nel film dico, delle scene identiche a quelle del libro, ma che brillano di luce propria, di nuova luce, perché cambia di un pizzico il modo di porsi di Mario. Ad esempio la scena del riccone che vuol prendere le telline avendo lo sconto. Poi ci sono le metafore, i suoni, le poesie. Che sono gli stessi del libro.
    Ecco. Io credo che per cogliere tutta la finezza di questo film bisogna aver letto il libro. Perché, senza averlo letto, io direi "Bellissimo" certo, ma forse non darei il giusto valore alle cose. Se si conosce il libro, si capisce che c'è affetto per quello che si sta facendo, perché il libro lo si è letto non per tirare fuori una trama, ma per trasmettere qualcosa, per raccontare il libro con le immagini, ma raccontarlo per davvero. Ad esempio la scena della cipolla di Neruda, quando Mario si fa autografare il libro di poesie, riprende una metafora fatta da Mario nel libro in un paragrafo in cui parlava di metafore alimentari. Non è che non si possa amare questo film senza aver letto il libro, perché questo film vive di vita propria, però quante cose sembrano belle e non si capisce dove sono state prese. Tutto quello che c'è nel film c'è anche nel libro (finale a parte, ma sto parlando più che della trama in sé dei dettagli) a volte è identico, altre è una trasposizione per cui lo si mette dentro come azione, ma senza darle il peso delle parole... E' bellissimo trovare le cose ^^
    Beh... poi a un certo punto la trama del film prende un'altra direzione, diverge da quella del libro...
    Per chi fosse interessato alla poesia che Mario dedica a Neruda, beh, in realtà c'è e in essa Mario dice alla neve se cortesemente può "cadere gentile su Neruda a Parigi" e si chiama Ode alla neve su Neruda a Parigi... ve la scrivo sotto spoiler tanto conosco il libro a memoria, poesie soprattutto...avendolo letto per una gara del libro...

    Blanda compagna dai passi segreti,
    latte abbondante dei cieli,
    grembiule immacolato della mia scuola,
    lenzuolo di viaggiatori silenziosi
    che vanno di pensione in pensione
    con una foto raggrinzita in tasca.
    Leggera e plurale donzella,
    ala di migliaia di colombe,
    fazzoletto che dice addio
    a non so cosa.
    Per favore mia pallida bella,
    cadi gentile su Neruda a Parigi,
    vestilo di gala col tuo candido
    abito da ammiraglio,
    e conducilo sulla tua lieve fregata
    in questo porto dove lo rimpiangiamo tanto

    Beh... che altro? Il tempo scarseggia... di nuovo... quindi passo a parlare del finale che cambia molto da libro a film, non nella sostanza, ma appunto negli eventi...del libro rimane solo la bellissima serie di suoni che Mario registra per Neruda e che si conclude con la poesia per Neruda sopra citata... bellissimo il finale del film, altrettanto bello, per certi aspetti anche di più, quello del libro che si conclude con una scena struggende ed una frase di Mario "Non muoia, poeta" che è la ciliegina sulla torta di un capitolo finale molto più evidentemente politico e molto più legato ai fatti del Cile (si cita anche la morte di Salvador Allende)... e beh... non voglio spolerarvi proprio tutto...

    Edited by Merope Wood - 28/7/2012, 18:27
     
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  6. Crispilla
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    CITAZIONE
    E' una cosa strana... Mario Jimenez, quello del libro, ha degli atteggiamenti simili a quelli di Mario Ruoppolo, però dalle pagine non traspare, o comunque non così evidentemente, l'imbranataggine di Mario, Mario non balbetta, non fatica a trovare le parole, non così tanto almeno... Troisi sveste Mario Jimenez per rielaborarlo in un modo più "visivo" per così dire...

    Ma quello è proprio Troisi, è lui che si inceppa, che per dire una cosa fa mille giri di parole...è l'uomo, non l'attore. La cosa straordinaria di Troisi secondo me è che non capisci, da spettatore, dove stia il confine tra uomo e attore, non sai se siano i personaggi ad assomigliare a lui o lui ad assomigliare ai personaggi. E' una cosa strana, come dici tu, destabilizzante all'inizio, per i primi dieci, quindici minuti, ma poi del tutto naturale.

    Io il libro non l'ho letto e, prima di vedere la trama qui, non sapevo nemmeno che avesse un'ambientazione totalmente diversa...aspetto che non ritengo di primaria importanza, a conti fatti.
    Ciò che fa funzionare il film sono i dialoghi tra il postino e Neruda e devo dire che sono contenta che prevalgano sui momenti più strettamente "politici" della vicenda. Il tema della dittatura è sicuramente importante, ma a mio avviso il messaggio del film è diverso...come dire, certe scene ci sono perchè necessarie ai fini della storia (non per niente Neruda è in esilio sull'isola, mica in vacanza!), ma il film non parla di guerra e politica, bensì di poesia, filosofia, bellezza, amore, vita. Quello che si ricorda più a lungo nel tempo non è la vicenda storica, ma quella umana.
     
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  7. Merope Wood
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    Ma infatti mi sono resa conto della stessa cosa... conosco Troisi anche per altre cose e so che sempre c'è questa cosa per cui tutti gli attori si adattano al personaggio, mentre lui adatta il personaggio a se stesso...

    Per il resto beh... sì... il libro ha un po' più di tempo per parlare anche di politica, ma quello che ti resta dopo tanto tempo sono appunto le storie di vita dei personaggi... e comunque è anche dovuto al fatto che il finale è molto più tragico e legato alla politica... allontanandosi dal Cile con l'ambientazione si sono allontanati anche dalla sua situazione politica quindi hanno avuto più libertà di azione e hanno potuto portare in evidenza l'aspetto umano... ed è una cosa bellissima... perché funziona e perché è quello che speravo e non mi sarei mai aspettata da questo film...
    poi beh... come ho già detto è godibilissimo anche senza aver letto il libro... che va beh... io forse lo odio perché sono stata costretta a studiarlo, però comunque sì bello, ma non è uno di quei libri da spalancare la bocca e dire "Che trauma sarebbe stato se non l'avessi letto"
     
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    Dunque, ci sono cose che mi sono piaciute e altre meno.
    E' un film molto poetico, ha questa scabrezza e povertà di fondo nell'ambientazione, nei dialoghi molto semplici, quasi infantili, con tutti questi balbettamenti del protagonista, e nello svolgimento della trama, che è molto elementare, quasi scontata... però in questo contesto così umile s'insinuano dei passaggi così poetici e delicati da commuovere, gestiti in maniera molto sensibile... alcuni dialoghi tra Neruda e il postino, come quello in cui Mario cerca di esprimere come si sente dopo aver ascoltato la poesia e dice di sentirsi una barca sbattuta in mezzo alle parole del poeta, o quando Mario definisce "tristi" le reti dei pescatori o quando registra i rumori dell'isola, compreso "il cielo stellato", bellissimo, o quando pensa poeticamente anche nel tagliare e nello sbucciare la frutta e la verdura...
    Ci sono delle inquadrature bellissime dell'isola, di Beatrice...
    Ho amato la colonna sonora... meravigliosa!
    Però io non riesco a farmi piacere più di tanto questo film, perché ci sono diverse cose che non mi hanno convinto. In primis riprendo quello che scrivevo sopra... ci sono dei passaggi molto belli ed emozionanti, certamente, però la trama di fondo resta così prevedibile e melodrammatica, con la furbata tragica finale, per me assolutamente gratuita, da fiction italiana, da darmi fastidio...
    perchè cambiare il finale del libro? martirizzare Mario era un modo per strappare lacrime agli spettatori che l'avrebbero sostituito nella loro mente a Troisi? mah... messa alla fine in quel modo, la morte di Mario sembra proprio una trovata strappalacrime, non saprei come altro definirla... riconosco comunque che è gestita molto bene dal punto di vista estetico, fotografia, bianco e nero, intervallata con il presente, è una scena in sé bellissima.

    Anche la storia tra Mario e Beatrice non mi è sembrata ben gestita... lei sensuale e provocante (io avrei scelto un'altra attrice), lui timidissimo, imbranato, le scrive qualche metafora e lei è già ai suoi piedi... e pochissimo tempo dopo sono già sposati... la zia che li vuole ostacolare è una macchietta comica...
    Avrei gestito meglio l'innamoramento, non per il piacere di vedere come si innamorano, ma sempre in funzione dell'esaltazione della poesia, in quel modo secondo me la sua efficacia è così poco credibile e surreale, che viene proprio sminuita... non mi è piaciuta quest'accelerazione dei tempi...
    Su Troisi ho qualche riserva, nel senso che non mi fa impazzire il modo in cui recita, però a volte lo trovo davvero trascinante, bravissimo... una scena che mi ha colpito è quando legge la lettera della segretaria di Neruda e lì con qualche balbettamento trasmette tutto, delusione, tristezza, un senso di abbandono mascherati dalla volontà di farsi forza, di comprendere l'altra persona in vista del grande affetto e della gratitudine che prova, maturità e fermezza...magari non sarà fondamentale nel film, però mi ha commosso...
    Insomma, per concludere, a questo film manca qualcosa nella sceneggiatura che lo potrebbe rendere un capolavoro... ha un'impostazione un po' troppo banale, all'italiana nel senso moderno del termine, ed è una cosa che non riesco mai a mandare giù. Però comunque l'insieme è proprio come aveva ben detto Merope, elegante nella sua umiltà, è un bel film, con una sua unicità, una sua purezza e comunque sono molto contenta di averlo visto.

    CITAZIONE
    Blanda compagna dai passi segreti,latte abbondante dei cieli,grembiule immacolato della mia scuola,lenzuolo di viaggiatori silenziosiche vanno di pensione in pensionecon una foto raggrinzita in tasca.Leggera e plurale donzella,ala di migliaia di colombe,fazzoletto che dice addioa non so cosa.Per favore mia pallida bella,cadi gentile su Neruda a Parigi,vestilo di gala col tuo candidoabito da ammiraglio,e conducilo sulla tua lieve fregatain questo porto dove lo rimpiangiamo tanto

    E' bellissima, non la conoscevo**
     
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  9. Merope Wood
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    beh... le pecche mi sa che sono colpa del libro perlopiù...
    riguardo l'innamoramento, la zia eccetera ti assicuro che capita esattamente quel che hai visto...c'è solo una scena che nel fìlm è stata solo accennata: quella della pallina del calciobalilla infilata nel seno.nel libro corrisponde alla prima volta che fanno l'amore, la pallina è un uovo e beatriz se lo passa letteralmente ovunque...fatto bene a tagliarla...e l'unica altra scena tagliata è una di sesso tra i fornelli dopo il matrimonio a cui tutti fanno applausi una volta che tornano a lavorare, scena abbastanza volgare e del tutto gratuita...

    per quanto invece riguarda il finale...beh...io l'ho trovata una buona rivisitazione alla luce del fatto che han cambiato ambientazione...
    nel libro sono più vicini al Cile e ai fatti politici di quel paese, mario frequenta neruda anche dopo che è tornato da parigi...il finale con "poeta non muoia" è anch'esso drammatico, anche più di quello del libro...
    il finale del film non cambia per fare pena, ma perchè è necessario...il finale del libro qui non avrebbe senso e oltretutto come ci arrivi? fai partire la famiglia di mario per il cile? figuriamoci! il cile è lontano, così come lo è la sua politica...non si può, te lo assicuro, far finire il film con la stessa sequenza di eventi... han fatto un lavoro molto intelligente da questo punto di vista...non è che abbiano riscritto il finale in fin dei conti, l'hanno più che altro adattato...non muore neruda, muore mario, ma l'essenza rimane quella: una morte che non è scritta/filmata direttamente, ma che è chiara, una morte per un ideale, per l'uguaglianza di diritti...anche qui cambiano le circostanze, ma non il cuore della storia

    Edited by Merope Wood - 28/7/2012, 18:25
     
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  10. Crispilla
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    CITAZIONE
    Anche la storia tra Mario e Beatrice non mi è sembrata ben gestita... lei sensuale e provocante (io avrei scelto un'altra attrice), lui timidissimo, imbranato, le scrive qualche metafora e lei è già ai suoi piedi... e pochissimo tempo dopo sono già sposati... la zia che li vuole ostacolare è una macchietta comica...
    Avrei gestito meglio l'innamoramento, non per il piacere di vedere come si innamorano, ma sempre in funzione dell'esaltazione della poesia, in quel modo secondo me la sua efficacia è così poco credibile e surreale, che viene proprio sminuita... non mi è piaciuta quest'accelerazione dei tempi...

    C'è da dire che, prima di tutto, il film non parla di Mario e Beatrice, ma di Mario e Neruda, quindi se ci fosse stata anche solo una scena in più su di loro credo che sarebbe stata di troppo. Poi per la questione del matrimonio "lampo", una volta era così che si faceva, ci si conosceva, due bacetti e via in chiesa...non sarebbe stato realistico fare loro intessere una relazione con un fidanzamento lunghissimo, in un paesino dove le malelingue si sarebbero sprecate.
    Che poi la Cucinotta sia espressiva come un letto sfatto è un altro discorso...
     
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  11. Merope Wood
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    ahahah... un letto sfatto secondo me è molto artistico invece... è più espressivo anche di uno fatto con tutte quelle grinze e pieghe ;)
     
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    CITAZIONE (Merope Wood @ 28/7/2012, 18:24) 
    ahahah... un letto sfatto secondo me è molto artistico invece... è più espressivo anche di uno fatto con tutte quelle grinze e pieghe ;)

    E' vero!! :D

    CITAZIONE
    per quanto invece riguarda il finale...beh...io l'ho trovata una buona rivisitazione alla luce del fatto che han cambiato ambientazione...
    nel libro sono più vicini al Cile e ai fatti politici di quel paese, mario frequenta neruda anche dopo che è tornato da parigi...il finale con "poeta non muoia" è anch'esso drammatico, anche più di quello del libro...
    il finale del film non cambia per fare pena, ma perchè è necessario...il finale del libro qui non avrebbe senso e oltretutto come ci arrivi? fai partire la famiglia di mario per il cile? figuriamoci! il cile è lontano, così come lo è la sua politica...non si può, te lo assicuro, far finire il film con la stessa sequenza di eventi... han fatto un lavoro molto intelligente da questo punto di vista...non è che abbiano riscritto il finale in fin dei conti, l'hanno più che altro adattato...non muore neruda, muore mario, ma l'essenza rimane quella: una morte che non è scritta/filmata direttamente, ma che è chiara, una morte per un ideale, per l'uguaglianza di diritti...anche qui cambiano le circostanze, ma non il cuore della storia

    capisco, in realtà non avevo riflettuto sulla lontananza nel film, con il cambio di ambientazione... in realtà, oddio, non è mai la stessa "essenza" la morte di un personaggio così importante per un altro, anche perché qui Mario è troppo ingenuo per essere definito uno che muore per un ideale, lui è lì per il suo omaggio al poeta, sembra trovarsi a quella manifestazione un po' per caso... come avete detto qui il lato politico è lasciato un po' da parte...
    poi va bè già sono stati fatti grossi cambiamenti rispetto al libro, non era neanche così impossibile girarla in modo tale che fosse ancora Neruda a morire e non Mario...
    alla fine non è che critico comunque la scelta di cambiare il finale, ma il modo in cui ci si arriva che non mi è piaciuto… per me messa così, resta una morte gratuita, ecco.

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    C'è da dire che, prima di tutto, il film non parla di Mario e Beatrice, ma di Mario e Neruda, quindi se ci fosse stata anche solo una scena in più su di loro credo che sarebbe stata di troppo. Poi per la questione del matrimonio "lampo", una volta era così che si faceva, ci si conosceva, due bacetti e via in chiesa...non sarebbe stato realistico fare loro intessere una relazione con un fidanzamento lunghissimo, in un paesino dove le malelingue si sarebbero sprecate.

    Sì so come funzionavano una volta le cose e non mi aspettavo di certo lo sviluppo della storia d'amore, però ho avuto una sensazione di forzatura, di superficialità nel modo in cui è stata affrontata la cosa... anche a ricordarlo, mi sembra un passaggio innaturale...
    Io come protagonista assoluto ci ho visto Mario comunque, la presenza di Neruda è molto più soft, quindi forse è per quello che la storia con Beatrice per me è comunque un passo importante..

    Non è che abbia dei grandi difetti questo film alla fin fine, ci sono delle cose che mi danno un po' fastidio, che non sono state affrontate nel migliore dei modi, che peccano di ingenuità... non le so motivare benissimo in realtà, però a volte mi capita, ci sono dei film con i quali non riesco ad entrare pienamente in sintonia e magari è più una questione istintiva che razionale... restano comunque molte cose assolutamente positive che ho già sottolineato^^
     
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  13. Merope Wood
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    Mario è troppo ingenuo

    Su questo io non sono d'accordo... Da questo punto di vista io credo fermamente che Mario abbia avuto una crescita... Mario è lì per sua volontà, non per omaggiare qualcuno...sì Neruda gli ha dato il la, gli ha insegnato, gli ha parlato... e sì Mario ha vissuto pendendo dalle labbra del poeta... non vive, ma ha vissuto... Non dimentichiamo che Neruda se n'è andato, non lo ha più nominato, non lo ha più cercato, lo ha trattato come uno sconosciuto, Mario è disilluso, crede che lo abbia usato come un giocattolo, un passatempo che lo distogliesse dall'esilio... è importante questo e ci sono 2 scene che lo spiegano... la prima è quella in cui gli arriva la lettera che gli chiede di mandargli le ultime cose che il poeta aveva lasciato sull'isola, è una lettera fredda, nemmeno scritta da Neruda, ma da uno incaricato di recuperare i mobili... e già lì Mario ci resta malissimo, con la faccia di uno che si aspettava una lettera da un amico e riceve un ordine... poi c'è l'altra scena davanti alla tv in cui mostrano l'intervista di Neruda che parla dell'isola e lui ne parla bene, ma non nominandolo... Mario, checché lui dica, vive pensando che Neruda lo abbia abbandonato, dimenticato, usato... sì magari c'è la remota speranza che possa tornare e che sia tutto un malinteso, ma è veramente remota, lui è realmente disilluso... se no perché non manda in Cile l'audiocassetta che aveva registrato per Neruda? La tiene lì nella remota possibilità che lui torni, ma non la spedisce... perché ovviamente ha la speranza sì, ma ha anche la convinzione che lui non sia mai stato considerato veramente un amico da Neruda...
    Alla luce di questo ti faccio una domanda... Tu saresti andata ad una manifestazione che sapevi che sarebbe potuta finire molto male solo per stima profonda verso una persona che credevi tenesse a te e, una volta lontana, non cerca di contattarti, senza condividere veramente l'ideale per cui si combatte in questa manifestazione?
    Io personalmente non lo farei... così come non osannerei ideali che non sento miei: qualcuno può darmi un'idea, ma sono io, essere pensante, a scegliere se questa idea fa per me, e quindi è il caso di lasciarla attecchire e crescere, oppure no...

    Comunque sì il protagonista è chiaramente Mario, ma i problemi che tu hai trovato nel film nascono dal libro che è così in realtà...
     
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  14. Silk.
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    Lo trovo un film commovente e Troisi è veramente un grandissimo artista, la cui anima è rappresentata da un capolavoro come questa pellicola. Mi dispiace moltissimo sapere che comunque non gli è stato riconosciuto il premio oscar. :( Alcuni ritengono che questo sia il capolavoro - testamento di Massimo Troisi che ci ha lasciato prima di morire. Attraverso questo film secondo me si capisce anche l'anima semplice e sensibile di questo grandissimo attore. Infatti ho letto che ha insistito moltissimo affinchè i medici non gli impedissero di continuare a girare nonostante la sua salute molto instabile. Adesso però parlerò del film :)
    Mi è piaciuto moltissimo che il protagonista decida di scegliere un lavoro diverso da quello del padre e prenda la sua strada... Sarà che lo sto facendo anche io a modo mio, quindi mi sento quasi positiva per questo motivo avendo visto che lui addirittura riesce a conoscere Neruda. Riesce a diventare un postino, ma non uno qualsiasi.Il postino personale di Neruda in esilio con la moglie! La scena che mi è piaciuta di più è quando il poeta e il postino stanno passeggiando sulla spiaggia e Neruda spiega a Mario che ha appena creato una metafora. Mario si prende quasi in giro perchè spiega di non averlo fatto volontariamente. L'ho trovata favolosa :)
     
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    Tu saresti andata ad una manifestazione che sapevi che sarebbe potuta finire molto male solo per stima profonda verso una persona che credevi tenesse a te e, una volta lontana, non cerca di contattarti, senza condividere veramente l'ideale per cui si combatte in questa manifestazione?

    certamente in qualche modo condivideva l'ideale comunista, però in maniera molto ingenua, questo è quello che mi ha trasmesso il film...
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    Io personalmente non lo farei... così come non osannerei ideali che non sento miei: qualcuno può darmi un'idea, ma sono io, essere pensante, a scegliere se questa idea fa per me, e quindi è il caso di lasciarla attecchire e crescere, oppure no...

    si pure io! però Mario è bambino, puro ed entusiasta (che non sono qualità negative eh, anzi vanno a braccetto con la poesia... la poesia del fanciullino) a me è rimasta ancora quest'immagine di lui, non di certo quella di un comunista convinto, potrei cambiare idea solo rivedendo il film.
     
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16 replies since 19/4/2010, 10:44   681 views
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