Fratelli di Pellicola

31 Film per celebrare il 150° dell'unità d'Italia

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  1. Crispilla
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    Non saprei, non mi dice niente...hai provato a cercare "film italiano scena candela" o cose del genere?
     
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  2. Merope Wood
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    non ho trovato nulla <_<
    devo sperare di trovare presto la mia prof di italiano delle medie...per averne un così buon ricordo era un film valido...infatti ricordo moltissime scene, ma proprio non il titolo né i nomi dei personaggi...
     
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  3. Crispilla
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    Beh se alla fine lo trovi fammi sapere che film è!

    Giorno 7.
    image Ladri di biciclette, di Vittorio De Sica, 1948

    Roma, secondo dopoguerra: Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani), un disoccupato, trova lavoro come attacchino comunale. Per lavorare, però, deve possedere una bicicletta e la sua è impegnata al Monte di pietà, per cui la moglie, Maria deve impegnare le lenzuola per riscattarla. Sfortunatamente, proprio il primo giorno di lavoro, la bicicletta gli viene rubata mentre incolla un manifesto cinematografico. Antonio rincorre il ladro, ma inutilmente. Andato a denunciare il furto alla polizia, comprende che le forze dell'ordine non potranno aiutarlo nel ritrovare la bicicletta. Tornato a casa disperato e amareggiato, coinvolge nella ricerca un suo compagno di partito che mobiliterà i suoi colleghi netturbini che all'alba, insieme a lui ed a suo figlio Bruno, che pure così piccolo lavora ad un distributore di benzina, andranno a cercarla a Piazza Vittorio prima e a Porta Portese poi, dove tradizionalmente allora, e dicono anche oggi, andavano a finire le cose rubate.

    Se Roma città aperta raccontava la lotta della Resistenza italiana all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, il film di De Sica ci porta invece a scoprire una piccola storia di battaglia quotidiana di una famiglia del dopoguerra.
    Il protagonista per fare il suo lavoro di attacchino deve possedere una bicicletta, che però è impegnata al Monte di pietà. Così la moglie deve impegnare le lenzuola per riaverla. Per avere una cosa indispensabile (perchè dà lavoro che dà a sua volta sostentamento), bisogna però rinunciare ad un'altra cosa indispensabile come le lenzuola.
    Colmo delle sfortune, la bicicletta tanto agognata viene rubata il primo giorno di lavoro. La mobilitazione di forze e persone per cercarla, fa assumere alla vicenda quasi un tono epico. Se i cavalieri della Tavola rotonda cercavano disperatamente il Santo Graal, se Giasone e gli Argonauti cercavano il vello d'oro senza sosta, così Antonio Ricci e i suoi improbabili compagni mettono anima e corpo nella ricerca di un oggetto ben banale, una bicicletta, ma che vuol dire tutto per un uomo senza lavoro.
    Emblematica la sequenza al banco dei pegni: De Sica, genialmente si sofferma sia sulla persona che è in fila prima di Antonio, sia su quella dopo, tutti impegnati a dar via oggetti cari e preziosi in cambio di altro.
    Questo dà la misura di come la storia del protagonista sia solo una delle tante, una goccia in un mare di povertà generale.

    Il film vinse l'Oscar e il Golden Globe come miglior film straniero nel 1950 e nel 1958 venne giudicato il terzo miglior film della storia (dopo La corazzata Potemkin e La febbre dell'oro) da una giuria di critici internazionale.
     
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  4. Crispilla
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    Vabbè...qui ormai passa la palla di sterpi dei film western...

    Giorno 8.
    image Riso amaro, di Giuseppe De Santis, 1949

    Film che ho resgistrato su Sky e che guarderò in settimana, intanto vi riporto quello che dice Wikipedia.

    Francesca (Doris Dowling) e Walter (Vittorio Gassman) sono una coppia di giovani delinquenti che hanno appena rubato una preziosa collana in un albergo. Per sfuggire alla cattura da parte della polizia, Walter affida la collana a Francesca e i due si uniscono al treno delle mondine, dirette al lavoro stagionale nelle risaie. Fra queste vi è la giovane Silvana (Silvana Mangano), con cui Walter balla soprattutto per nascondersi alla polizia, per poi essere riconosciuto e scappare.
    In treno, Silvana è incuriosita da Francesca e per aiutarla le fa ottenere un lavoro da mondina "clandestina" (senza contratto).
    Nel dormitorio, Silvana scopre poi la refurtiva di Francesca, la collana, e la prende a sua volta. Per eliminare Francesca, la accusa di crumiraggio. Francesca viene salvata da un probabile linciaggio dal sergente Marco Galli (Raf Vallone), che pacifica i due fronti. Francesca riesce a coinvolgere altre compagne irregolari e alla fine convince tutte le mondine ad una protesta comune, perché siano assunte tutte regolarmente.
    Silvana poi si scusa con Francesca, dicendole di aver agito stanca e nauseata dalla faticosa vita di mondina, e le restituisce la refurtiva. Al fatto assiste Marco, di cui Francesca si innamora, ma che e' a sua volta innamorato di Silvana. (...)

    Tratto da Bibliolab.it:

    Riso amaro è un’interessante fonte storica per capire il periodo precedente il “miracolo economico”.

    La grande fatica fisica domina le giornate dei lavoratori, per lo più impiegati stagionalmente nei lavori agricoli, mentre una grande porzione della popolazione è disoccupata. I comportamenti sono codificati dalla tradizione, ma cominciano a risentire del mito americano, che in quegli anni si stava diffondendo influenzando comportamenti, linguaggi, ed abbigliamenti come si vede nella figura di Walter. Nonostante tutto ciò, tra gli interessi prioritari c’è sempre la famiglia e il suo mantenimento. I salari, per lo più stabili, non permettono un trend di vita soddisfacentemente alto, tale da consentire la fruizione dei servizi terziari, riservati ad una stretta élite. Il livello culturale generale è basso, la cultura è ridotta alle pillole di saggezza popolare (ad es.”le armi rovinano l’arte”) e proverbi tradizionali costituiscono il bagaglio dei protagonisti.

    Sul piano della morale sociale si registra un grande senso di solidarietà tra le mondine; scoppiano proprio a tal riguardo sommosse a difesa del lavoro e dei propri diritti, in quanto la Camera del lavoro e le figure di protezione a percentuale non bastano ad assicurare la tutela necessaria.

    Il titolo del film offre dunque un’indicazione precisa dello spirito che ha portato alla sua realizzazione. De Santis ha voluto raccontare “le parole” del lavoro nei campi, lavoro duro fatto di fatica e sacrificio, ma anche di lealtà e amore per le tradizioni. I canti delle mondine rappresentano la lotta per la conquista delle otto ore, un modo di comunicare, un mezzo per alleviare la fatica. Forme di diffusione culturale come il grammofono, “ La Stampa” e riviste come “Grand Hotel”, o le trasmissioni radiofoniche di Radio Torino, favoriscono l’unificazione linguistica, ricca di sfumature dialettali piemontesi e venete; alimentano inoltre il fervente desiderio di una nuova vita oltre i confini nazionali; anche se molti si accontentano di unirsi alle “carovane” di lavoratori stagionali da una regione all’altra, attraverso mezzi di trasporto meccanici (treni, camion, carri armati).

    Gli interessi della famiglia sono ancora primari. Le donne portano al lavoro con sé i bambini, vivendo in anguste camerate militari ormai abbandonate; queste sono inoltre espressione del consumismo moderno: indossano indumenti lavorati con materie sintetiche (es.: i collant), si trastullano con strumenti di svago come il grammofono, inseguono più dell’altro sesso il sogno di una vita migliore, in molti casi accanto a uomini dal fascino continentale (es. l’amore di Francesca per il fascinoso Walter ). I bassi salari costringono all’uso dei beni fino al loro logoramento, ma ciò non impedisce, in alcuni casi eccezionali per il loro verificarsi, il consumo di beni superflui come “gomme americane” e sigarette; raramente si frequentano sale da ballo, durante la stagione lavorativa, come veniamo a sapere dal sergente Marco; al contrario numerosi sono coloro che preferiscono le tradizionali feste di paese.

    Questo è un film che ricapitola la cultura e la storia dei lavoratori che lottano per la conquista dei diritti sindacali. Dedicato alle mondine vercellesi, che rappresentano per la loro semplicità e i loro sacrificio un esempio di coraggio e di caparbietà, che nelle nostre società moderne è andato in molti casi sfumando sempre di più.
     
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  5. Merope Wood
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    questo film mi ispira...non provo nemmeno a cercarlo in giro perché da queste parti a quanto pare hanno delle serie difficoltà anche solo a reperire dei film di fine anni '80 da affittare...
     
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  6. Lily Hume
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    Bellissimo "Roma città aperta", con una Magnani straordinaria ma anche con un umanissimo Fabrizi nel ruolo di Don Pietro. L'immagine di una Roma in lotta, dove sfilano figure che diverranno poi in qualche modo simbolo di quel particolare periodo italiano.
    Penso che la scena
    SPOILER (click to view)
    della morte del personaggio interpretato dalla Magnani sia una delle più belle del film, come anche quella che vede i bimbi assistere alle esecuzioni, impotenti, la cui "purezza" cozza moltissimo con quello a cui stanno guardando.

    Scene crude, che riescono a creare una forte empatia nello spettatore.
    Non so se anche a voi il volto della Magnani riesca a non farvi rimanere indifferenti, a voler gridare insieme a lei, a chiedersi se veramente c'è speranza nel futuro.
    Nel film c'è un senso di abbandono che pervade un pò tutto, da chi crede a chi no...

    Di "Ladri di biciclette" ricordo soprattutto il figlio del protagonista, nel suo girovagare insieme al padre e nel "salvarlo" nel finale, con una interpretazione che ha molti avrà sicuramente strappato molto lacrime.

    Da quell'Italia sembra essere passato un secolo... :)
     
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  7. Crispilla
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    Concordo, pur avendo anche in questi anni degli sporadici apici di grandezza, l'epoca d'oro del cinema italiano è morta e sepolta da un pezzo ormai...
    In parte anche a causa della scomparsa di personaggi come quello di cui parleremo oggi.

    Giorno 9.
    image La Strada, di Federico Fellini, 1954

    Zampanò (Anthony Quinn) è un rozzo saltimbanco che viaggia attraverso le realtà più sparute dell'Italia ancora contadina ed ingenua degli anni cinquanta, esibendosi in improbabili prove di forza.
    Gelsomina (Giulietta Masina) sostituisce la sorella (morta improvvisamente) come compagna di viaggio e lavoro del rude Zampanò, e si accoda all'artista straccione al fine di imparare un mestiere, trovare "la strada", nella realtà la giovialità e l'ingenuità di Gelsomina non servono a mitigare il terribile carattere di Zampanò nel quale il barbaro istinto di sopravvivenza guida ogni sua azione.
    Gelsomina sarà trascinata dall'uomo alle stregua di un cane fino a quando incontrerà un giovane acrobata (Richard Basehart), che le insegnerà che tutte le cose di questo mondo hanno una loro importanza, e la convincerà a tornare da Zampanò e tentare di intenerire il suo animo burbero.

    Uno dei primi grandi successi di pubblico e critica per Fellini; il film andò fortissimo soprattutto in Francia e fu il primo a vincere l'Oscar al Miglior film straniero nel 1957 (anno in cui fu istituita tale categoria).
    Del film rimane impressa soprattutto la straordinaria interpretazione di Giulietta Masina (moglie tra l'altro di Fellini), che ispirò in larga parte il suo personaggio clownesco.

    Vorrei approfittare del momento per spendere qualche parola sul grande Federico Fellini (anche se questo non è l'unico film che vi verrà proposto).
    Mi sembra doveroso iniziare con una sua massima, che racchiude nella sua semplicità la chiave di lettura di tutto il suo cinema:

    « Il visionario è l'unico realista. »

    Proprio da queste parole si evince il perchè Fellini sia da considerarsi un caso limite nel contesto del neorealismo italiano.
    Egli rappresenta sì la realtà, spesso anche difficile di quegli anni, ma lo fa attraverso dei mezzi e delle scelte narrative che nessun altro adotta.
    I suoi eroi sono dei borderline, degli emarginati, in questo caso i saltimbanchi di un circo, un attore di fotoromanzi ne "Lo sceicco bianco", la prostituta di "Le notti di Cabiria" (secondo Oscar come miglior film straniero su un totale di quattro).
    E il suo realismo viene addirittura definito "magico", perchè è fatto di visioni onoriche, di personaggi fantastici e, nonostante sia sempre presente un velo di malinconia, lo stile è umoristico, estroso e istrionico.
    Questo stile non viene subito capito e apprezzato dal pubblico, che infatti attenderà il film "I vitelloni" e successivamente "La Strada" per tributare a Fellini il riconoscimento che gli spetta.

    Dello sviluppo della sua carriera parleremo in seguito, con un altro film.
     
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  8. Crispilla
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    Giorno 10.
    image I soliti ignoti, di Mario Monicelli, 1958

    Cosimo e "Capannelle" due ladruncoli romani, tentano di rubare un'auto ma, a causa dell'intervento della polizia, il primo viene incarcerato mentre il secondo riesce a darsi alla fuga; durante la detenzione Cosimo viene a sapere da un altro detenuto di passaggio nel carcere di un colpo facile da realizzare dentro il Monte di Pietà, ed allo scopo incarica Capannelle di trovare una pecora, ossia qualcuno che, in cambio di denaro, si autoaccusi del tentato furto dell'automobile e gli permetta di uscire.
    Capannelle si mette alla ricerca ma gli amici Mario, Michele "Ferribotte" e Tiberio per motivi diversi rifiutano ed allora si cerca tra gli incensurati e la scelta cade su Peppe "er Pantera", un pugile che non è mai riuscito a sfondare e questi si presta ma il giudice non si lascia ingannare e lo fa trattenere, insieme a Cosimo, in carcere. Qui Peppe fa credere a Cosimo di essere stato condannato a tre anni di reclusione e si fa spiegare le modalità del colpo ed, una volta ottenuta l'informazione, svela all'amico di avere ricevuto la condizionale e che uscirà il giorno stesso. (...)

    Per prima cosa mi sembra doveroso rivolgere un caro ricordo al grande Mario Monicelli, suicidatosi a Roma il 29 Novembre scorso dopo che i medici gli avevano diagnosticato un tumore alla prostata, in fase terminale.
    Un grande uomo e un grande regista, che ha scelto come morire, così come ha sempre scelto come vivere.

    I soliti ignoti è ritenuto da molti la più riuscita commedia italiana. Strano davvero, pensando che questo è in effetti il primo esempio di tale genere (che era invece molto sviluppato in America) ma che la definizione "commedia all'italiana" fu coniata molto dopo rispetto alla sua uscita nelle sale.
    Insieme allo spaghetti western, al neorealismo e al film in costume, questo diventa il genere più prolifico e più esplorato nel cinema del dopoguerra.
    L'influsso del neorealismo è comunque presente anche in questo film; i protagonisti non seguono certo i canoni classici del "comico" del tempo, nessuna mossetta alla Stanlio e Olio, scompare la mimica facciale esagerata di Chaplin. Qui la comicità nasce dalle situazioni normali, anche se le disavventure di un gruppo di carcerati rappresentano un caso limite.

    Il film si colloca nel genere caper movie, traducibile in italiano come "film del colpo grosso", ovvero quelle pellicole dove una banda di criminali, ladri o quant'altro pianificano e mettono in atto un piano (di solito una rapina) che cambierà le loro vite.
    Il genere sopravvive ancora ai giorni nostri, con grandi esempi come "Le Iene" di Tarantino, "Ocean's Eleven", "Entrapment" o "The Italian Job".

    Nel cast figurano gli straordinari Totò, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e una giovanissima Claudia Cardinale.

    Ora, che devo fare per un commento? Pagarvi??
     
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  9. Merope Wood
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    meraviglioso, strepitoso, sublime! Io trovo che sia uno dei più grandi film di sempre oltre che naturalmente dei più grandi italiani...gli aggettivi positivi si sprecano a parlare di questo film...me ne sono innamorata perdutamente...
     
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  10. Crispilla
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    Oh beh, meno male! :lol:
    Comunque oggi ho visto "Riso amaro"; devo dire che, nonostante le prove attoriali lascino molto a desiderare (ok che è neorealismo e non si prendono attori professionisti, ma la Magnani è lontana anni luce!), il pregio del film è quello di raccontare la durissima vita delle donne nel dopoguerra. Non solo passano 40 giorni ogni anno a piantare e raccogliere riso, con le gambe nell'acqua tutto il tempo e la schiena china che mi è venuto male solo a guardarle, ma la voce del narratore/giornalista è abilissima nel ricordare allo spettatore che quella è solo una tappa. A monda conclusa, dice, alcune ritorneranno alle fabbriche, altre aspetteranno di essere chiamate per la mietitura dei campi e molte torneranno l'anno seguente nelle stesse pianure del riso, come a dire che la vita delle donne si riduceva in quel periodo ad un ciclo continuo di lavoro e sofferenza.
     
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  11. Crispilla
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    Giorno 11.
    image La dolce vita, di Federico Fellini, 1960

    Film che ho cominciato a vedere stamattina, ma essendo lungo tre ore non l'ho ancora finito.
    Sarebbe impossibile riassumerne la trama, tanto è complicata.
    Il film segue la vita di Marcello (Marcello Mastroianni), uno scrittore mancato che si guadagna da vivere con servizi per giornali scandalistici; la trama si divide in sette episodi, che insieme concorrono a formare un ritratto della società del tempo, specialmente di quella borghese e della "dolce vita" che si viveva a Roma tra gli anni '50 e '60.
    Marcello è diviso tra amanti, lavoro e una fidanzata depressa che tenta il suicidio all'inizio della pellicola, Emma. In un altro episodio, quello più famoso, egli è incaricato di accogliere una diva del cinema americano (Anita Ekberg), giunta a Roma per girare un film storico. Proprio durante una notte in cui i due vagano per le vie di Roma, la donna finisce a fare il bagno nella fontana di Trevi, sequenza divenuta ormai leggenda.

    (oh no, non dovevo continuare a leggere la trama su wikipedia, ho scoperto una cosa tristissima!! :cry: )

    Come promesso, ritorniamo a parlare di Fellini e dell'evoluzione della sua carriera:
    La dolce vita segna secondo molti il passaggio della produzione neorealista ad uno stile più artistico; i protagonisti non sono più gli emarginati (i circensi, la prostituta) dei primi film, ma appartengono alle classi sociali più agiate, e quello che il regista vuol comunicare è il profondo senso di decadenza morale e spirituale in cui versano questi personaggi.
    Lo stesso Marcello è un insoddisfatto, non sorride mai se ci fate caso, pur avendo soldi, donne, auto e vestiti di lusso, un grande appartamento, amici e un'infinità di conoscenze.
    Personaggio speculare è Guido Anselmi, protagonista dell'altro capolavoro di Fellini di quegli anni, , un regista che attraversa mille difficoltà legate alla produzione del suo nuovo film e nel frattempo affronta una profonda crisi esistenziale.

    Questi film suscitarono grande scalpore all'epoca, in quanto proponevano situazioni erotiche piuttosto esplicite e, appunto, mettevano lo spettatore di fronte ai problemi e alla mancanza di valori di una società che non voleva vedere.
     
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  12. Crispilla
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    Ho finito di vederlo e devo dire che nel complesso l'ho trovato un film molto profondo e malinconico. Fossi stata una dei borghesi o aristocratici descritti da Fellini a quei tempi, mi sarei fatta un bell'esame di coscienza!

    Giorno 12.
    image Il sorpasso, di Dino Risi, 1962

    Roma, Ferragosto, la città è deserta. Bruno Cortona (Vittorio Gassman), quarantenne vigoroso ma inconcludente e cialtrone, amante della guida sportiva e delle belle donne, vaga alla ricerca di un pacchetto di sigarette e di un telefono pubblico. Lo accoglie in casa lo studente di legge Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), rimasto in città per preparare gli esami. I due, sulla spinta dell'esuberanza e invadenza del Cortona, intraprendono un viaggio in auto che li porterà verso mete occasionali sempre più distanti.

    Film che sfugge alla definizione di commedia all'italiana, non fosse altro per il finale (che non vi svelo di certo), ma anche per la complessità psicologica dei due protagonisti. Uno è un quarantenne fallito, eppure spaccone, piacione si potrebbe dire, che non si arrende di fronte all'evidenza della vacuità della propria esistenza effimera, o che forse non vuole prenderne atto.
    L'altro è un giovane studente, maturo molto più del primo, ma forse anche troppo riflessivo, introverso, cupo e malinconico. Egli in un certo senso invidia Cortona, vorrebbe essere come lui, ma allo stesso tempo ha timore di assomigliargli.
    Altro elemento caratteristico del film è la presenza quasi fisica all'interno della pellicola del regista Dino Risi. Siamo di fronte per la prima volta a scelte registiche in termini di inquadrature e movimenti di macchina molto innovative.
    Basti pensare che la grande maggioranza delle scene segue la macchina di Cortona lanciata a velocità sfrenata sulle strade di Roma e dintorni.
    Qualcuno lo definisce addirittura il primo road movie della storia del cinema, genere che farà la sua fortuna in America negli anni '70.

    Curiosità: Originariamente il soggetto era stato scritto per Alberto Sordi nel ruolo di Bruno Cortona e doveva avere come titolo Il giretto.
    Il film uscì negli Stati Uniti con il titolo The Easy Life. Dennis Hopper, il regista del cult movie Easy Rider si è ispirato a Il sorpasso per scrivere il suo soggetto considerato il capolavoro (nonché il capostipite) dei road movie.
     
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  13. Crispilla
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    Giorno 13.
    image Il Gattopardo, di Luchino Visconti, 1963

    Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

    La figura del protagonista del film, il Gattopardo, si ispira a quella del bisnonno dell'autore del libro, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, che fu un importante astronomo e che nella finzione letteraria diventa il Principe Fabrizio Salina, e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910, in Sicilia (a Palermo e nel feudo agrigentino di Donnafugata = Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento).
    Nel maggio 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia a Marsala, Don Fabrizio assiste con distacco e con malinconia alla fine della sua piccola borghesia. La classe dei nobili capisce che ormai è prossima la fine della loro superiorità: infatti approfittano della nuova situazione politica gli amministratori e i latifondisti per la nuova classe sociale in ascesa. Don Fabrizio, appartenente ad una famiglia di antica nobiltà, viene rassicurato dal nipote Tancredi, che, pur combattendo nelle file garibaldine, cerca di far volgere gli eventi a proprio vantaggio. Quando, come tutti gli anni, il principe con tutta la famiglia si reca nella residenza estiva di Donnafugata (Ciminna), trova come nuovo sindaco del paese Calogero Sedara, un borghese di umili origini, rozzo e poco istruito, che si è arricchito ed ha fatto carriera in campo politico. Tancredi, che in precedenza aveva manifestato qualche simpatia per Concetta, la figlia maggiore del principe, si innamora di Angelica, figlia di don Calogero, che infine sposerà, sicuramente attratto dalla sua bellezza, ma anche dal suo notevole patrimonio.

    Intanto un applauso al primo film a colori della nostra lista!! :ChunChun13:

    Con questo film, Visconti si discosta ormai definitivamente dal filone neorealista, di cui era stato il padre con "Ossessione", per aprire invece la strada ad un altro genere che avrà grande fortuna: il film in costume.
    Visconti adatta per lo schermo un romanzo che esplora la condizione sociale della morente nobiltà siciliana di fine Ottocento, inizio Novecento, i cui capostipiti mal sopportano la crescente salita al potere della piccola borghesia.
    Molti hanno visto nel romanzo e nel film poi una critica al Risorgimento italiano, che l'autore accusa di essere "una rivoluzione senza rivoluzione", parole già utilizzate da Gramsci.
    Dal canto suo, Visconti si definì sempre un ammiratore del romanzo ed espresse con queste parole il suo intento registico di realizzare una sintesi tra il "Mastro Don Gesualdo" di Verga e "La Recherche du Temps perdu" di Marcel Proust.

    Nel cast figurano due star di Hollywood come Burt Lancaster e Alain Delon, accanto ad una splendida Claudia Cardinale.
    Memorabile la scena del ballo, che occupa da sola un terzo del film, in cui si possono ammirare i bellissimi costumi di Piero Tosi e ascoltare le musiche di Nino Rota (autore del famoso tema de "Il Padrino").
     
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  14. Lily Hume
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    I costumi del Gattopardo li hanno conservati e fino a poco tempo fa era anche possibile ammirarli dal vivo... veramenti belli!
    Penso che insieme alle location e alla musica siano gli aspetti che colpiscono di più; il tema del resto non è facile da trattare non cadendo nei soliti stereotipi, forse l'ho trovato un pò troppo confusionario per certi aspetti, ma il tocco di un grande regista c'è e fa la differenza.
     
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  15. Crispilla
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    Se vi appassionano le storie di famiglie nobili siciliane in decadenza al tempo del Risorgimento, vi posso consigliare anche "I Viceré" sia come film che come romanzo.

    Giorno 14.
    image Il Vangelo secondo Matteo, di Pier Paolo Pasolini, 1964

    Ultima incursione nel bianco e nero, ma è doverosa.

    Riproposizione fedele al Vangelo di Matteo della vita di Gesù Cristo, dall'annunciazione a Maria della nascita del figlio di Dio, al matrimonio con Giuseppe e la fuga in Egitto per sfuggire ad Erode ed alla strage degli innocenti.
    Divenuto adulto Gesù affronta le prove nel deserto, e dopo quaranta giorni di tentazioni, prosegue per la Palestina, in compagnia degli Apostoli a predicare il suo verbo, compiendo miracoli.
    Processato da Ponzio Pilato, viene condannato alla crocifissione e la resurrezione conclude la sua vita terrena.

    Pasolini, da sempre caratterizzato da uno stile controverso, che chiama a sé la censura come il polline le api, realizza uno dei film a tema religioso più belli della storia del cinema. Lo stile asciutto e spoglio lo allontana di miglia dai kolossal americani che rappresentano Gesù come un superuomo, o gli conferiscono un aspetto da star consumata di Hollywood dalla bellezza tutta contemporanea.
    Pasolini affida invece il ruolo di Cristo ad un diciannovenne catalano sconosciuto, che non era nemmeno attore, ma un sindacalista in Italia per trovare appoggio per il regime franchista.
    Il film ricevette molti riconoscimenti, tra cui 3 nomination agli Oscar (per i costumi, la scenografia e la colonna sonora).

    Mi premeva includere almeno un film di Pasolini nella lista, per permettere a tutti noi di soffermarci su questa importantissima, anche se scomoda, figura della cultura italiana.
    Pasolini non fu solo regista di straordinari film, ma anche scrittore, poeta, sceneggiatore, autore di teatro e giornalista.
    Criticò sempre aspramente i costumi e la decadenza della borghesia arricchita, la nascita della società consumistica ma anche i sessantottini e alcuni membri del Partito Comunista italiano, del quale faceva parte.
    Proprio da quel partito egli venne cacciato perchè accusato di omosessualità, che dapprima cercò di nascondere per poi invece vivere alla luce del sole, pur consapevole dei rischi che correva:

    « Un omosessuale oggi in Italia è ricattato e ricattabile, arriva anche a rischiare la vita tutte le notti. »

    La sua vita travagliata si concluse nella maniera più violenta, la notte del 1° Novembre 1975, su una spiaggia di Ostia.
    Pasolini venne ucciso brutalmente, con violenti colpi di bastone e investito poi con la sua stessa auto.
    Pino Pelosi, di soli diciassette anni, venne arrestato e a tutt'oggi è l'unico processato e condannato per l'omicidio, che egli dichiarava scaturito da proposte di natura sessuale da parte del regista.
    Nel 2005, però Pelosi si proclamò innocente, arrivando a fare il nome di 3 persone che l'avrebbero usato come esca per attirare Pasolini sulla spiaggia e che sarebbero i reali esecutori del delitto.
    Non fu però possibile accertare la veridicità delle dichiarazioni di Pelosi e molte teorie vennero a galla: alcuni addirittura (come la giornalista Oriana Fallaci) sostennero che dietro all'omicidio si nascondessero i servizi segreti, intrervenuti per fermare un individuo scomodo, oppure che si trattasse di una spedizione punitiva di gruppi contro gli omosessuali o di avversari politici dell'uomo o ancora di esponenti della mafia.
    Ancora oggi, purtroppo, le circostanze della morte di Pasolini rimangono oscure; l'unica certezza è che con la sua scomparsa l'Italia ha perso uno degli artisti più controversi e rivoluzionari della sua storia.
     
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70 replies since 1/3/2011, 13:19   713 views
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